Non avete ancora pubblicato niente di ufficiale tranne un paio di tracce quindi direi prima di tutto di presentare la band a chi ancora non vi conosce..
(Joe Talbot) Siamo di Bristol e ci muoviamo distintamente tra punk, post punk e pop. In passato abbiamo pubblicato due ep, 'Welcome' e 'Meat'. Il secondo ep è piuttosto crudo e diretto e ha rappresentato una svolta. La musica ci piace così e le liriche sono molto importanti. Il nostro primo album si intitolerà 'Brutalism' e uscirà a marzo. Abbiamo fatto girare in anteprima 'Divide & Conquer' e 'Well Done' e il risultato è stato superiore alle attese. Le registrazioni si sono svolte da un pezzo e abbiamo già materiale per un secondo album che sarà una versione ancora più estesa del primo. Preparatevi ad un muro sonoro, qualcosa di veramente difficile da ascoltare, potente, disgustoso e brutale. Io e Dev facevamo tutt'altra musica e mettevano i dischi alla Batcave. Le influenze sono molteplici ma ci piace stare insieme e volevamo condividere qualcosa. Dietro ai The Idles c'è tanto amore anche perché adesso non ci sono soldi nella musica quindi se non devi farlo per amore meglio non farlo proprio.
Di sicuro non siete stati scelti a caso da Iceland Airwaves. Qui suonano tutti gruppi con una certa attitudine..
(Joe Talbot) Ci fa piacere. Con noi ci sono anche le Dream Wife e stiamo notando l'ottima promozione che stanno facendo della band. C'è grande attenzione attorno a loro.
Com’è la scena musicale di Bristol?
(Joe Talbot) La scena è vibrante e piena di nuove band che si supportano a vicenda. Il nostro primo concerto fu al Golden Lion ma anche il Lousiana è un club che fa molto per la scena underground.
Quali sono altre band inglesi interessanti al momento?
(Joe Talbot) Le migliori attualmente sono Traams, Giant Swan e Scarlet Rascal.
Quali sono i dischi che hanno cambiato la vostra vita?
(Joe Talbot) A me personalmente piace Danny Brown e quando avevo sedici anni ascoltavo hip hop, r&b, jungle e garage. Poi mio padre mi ha detto che era venuto il momento di ascoltare qualcosa di differente e mi ha dato una copia di 'Astral Weeks' di Van Morrison. È bastato poco per capire che aveva ragione quando diceva che era uno dei migliori album di tutti i tempi. Da allora la mia mente è cambiata tantissimo.
(Mark Bowen) Per me 'The Fat Of The Land' dei Prodigy.
So tra l'altro che avete lavorato col produttore dei Prodigy...
(Joe Talbot) É esatto. Paul Frazer è un fottuto genio. Abbiamo registrato a Londra con le chitarre di Richard Ashcroft.
Non sapevo suonasse ancora la chitarra...
(Joe Talbot) In effetti è il classico artista in piena di crisi di mezza età..
Qual è la prima canzone che avete scritto?
(Mark Bowen) 'Imagined Communities'.
(Joe Talbot) É ispirata all'opera di Benedict Anderson, sociologo irlandese noto per i suoi studi sul nazionalismo.
Com'è il vostro approccio compositivo?
(Mark Bowen) Ognuno di noi può portare un'idea in sala prove ed a quel punto aggiungiamo qualcosa di personale fino a che il pezzo ha una struttura precisa. Il processo è democratico e ci rispettiamo a vicenda.
Personalmente ho trovato delle similitudini con i Fat White Family..
(Joe Talbot) Mi piace la loro attitudine ma non il suono dell'ultimo album. Il tipo è davvero problematico.
Quali sono i vostri prossimi piani dal vivo?
Dopo il festival abbiamo delle altre date in patria ma la parte più importante della promozione avverrà il prossimo anno con l'uscita dell'album. Stiamo ricevendo grande feedback dal vostro paese e quindi non vediamo l'ora di suonare da quelle parti.