Quali erano le ambizioni quando avete iniziato?
Fare rivivere il power metal dei tempi d’oro con cui siamo cresciuti. Quella straordinaria era che si è di fatto conclusa con i primi dischi dei Rhapsody. Da lì in poi la scena si è assopita e le band hanno cominciato a suonare più heavy e lente. Le melodie solari sono svanite di colpo. Il primo album è stato un esperimento ed era finito molto prima che venisse pubblicato.
Quando avete cominciato a comporre il nuovo materiale?
Tre anni fa. Magari non è stato un processo continuativo ma abbiamo comunque lavorato molto in questo lasso di tempo. Volevamo ottenere un suono più completo e proporre nuovi elementi. É sempre la musica che ci piace ascoltare ma le orchestrazioni sono più complesse ed il viaggio che offriamo all’ascoltatore è qualcosa di unico. È venuto il momento dell’adventure metal.
Adesso che ‘Heroes Of Mighty Magic’ è realtà ritenete che sia vicino alla visione che avevate prime di iniziare a registrarlo?
Di sicuro abbiamo imparato molto in questi tre anni ma è comunque molto vicino a quello che avevamo in mente. Ad un certo punto del processo ci siamo imposti di finire altrimenti saremmo andati ancora avanti per chissà quanto tempo. Sui cori per esempio abbiamo lavorato tantissimo.
Chi ha prodotto l’album?
Lo abbiamo fatto noi stessi. Ci sono alcuni riferimenti ai dischi di Rhapsody e John Williams ma in generale è difficile fare paragoni. Crediamo che i Twilight Force siano riusciti a proporre qualcosa di nuovo.
Perché avete scelto ‘Battle Of Arcane Might’ come primo singolo?
Perché a nostro modo di vedere rappresentava un ponte tra il debutto e il materiale nuovo.
Quali sono gli altri momenti chiave dell’album?
Ce ne sono diversi a nostro avviso. Intanto due pezzi che vanno oltre i dieci minuti. La title track è spettacolare e avere Fabio Lione sull’album per noi conta tantissimo. Lo abbiamo invitato in studio due anni fa quando ‘There And Back Again’ non era ancora finita. È stata sviluppata attorno alla sua performance. Oltre ad essere un grande professionista è una persona molto simpatica. Un’altra collaborazione significativa è quella con Joakim Brodén, un nostro grande amico di Falun come noi, che aveva partecipato anche alle registrazioni del primo album. La consideriamo una tradizione ormai e il contrasto con la voce di Chrileon è superlativo. In Svezia la scena metal è molto forte ed è come fare parte di una grande famiglia. Non esiste competizione e ci aiutiamo a vicenda. E anche se ci fosse avremmo le armi migliori...
Le vostre liriche fanno riferimento al fantasy ed al medioevo. Prendete ispirazione da qualche libro in particolare?
Di sicuro ‘Il Signore Degli Anelli’ ma abbiamo costruito il nostro mondo fantasy con personaggi, storie e addirittura una mappa inserita nel libretto.
Perché vi coprite con dei cappucci?
Per dare maggiore risalto ai personaggi della storia e poi perché il mistero accresce la curiosità verso la musica. Lo facevano anche i Crimson Glory.
Anche i Ghost se per questo...
Proveremo a mantenere il segreto come fanno loro. Noi però abbiamo un cantante molto bello ed è giusto che catturi l’attenzione generale.
Chi è lo stilista dei vostri vestiti?
Prendiamo roba da diversi negozi. Ci aiuta una ragazza che lavora a teatro ed altre cose le facciamo direttamente noi.
Vi ricordate dove è stato il vostro primo concerto?
Sembrerà strano ma a Madrid prima che uscisse ‘Tales Of Ancient Prophecies’. Spero sia andata bene. Noi ci divertimmo tantissimo. In generale cerchiamo di rendere le nostre esibizioni delle esperienze indimenticabili.
E invece il vostro show più bello di sempre?
Senza dubbio all’Estragon di Bologna. Un pubblico eccezionale che non dimenticheremo facilmente.
(parole di Lynd e Blackwald)