Come hai vissuto la transizione tra 'Schianto' e 'Prima Che Gli Assassini'?
Non mi crederai se ti dico che sto iniziando a metabolizzare adesso il periodo che ha separato l'uscita dell'Ep dalla presentazione dell'album completo! Questo è un album in cui ho investito tanto davvero su tutti i fronti e come spesso mi accade con tutte le cose con le quali ho un legame viscerale, tendo a complicarmi molto, a perdermi nel dettaglio, a oppormi delle resistenze perdendo spesso di vista l'intento e la direzione che mi hanno guidata durante il percorso che le ha generate. Infatti, sono molto determinata e a fuoco durante il processo creativo e invece molto problematica, insicura quando si tratta di portare all'esterno il mio lavoro. Questa volta però, nonostante l'ansia che lo ha caratterizzato, credo che la "gestazione" che ha separato queste due pubblicazioni sia stato un tempo necessario, come se il mio lavoro fosse più avanti di me e io avessi bisogno di una grossa maturazione per raggiungerlo.
Le tracce presenti sul mini sono state prodotte e mixate da capo?
No, in realtà quando abbiamo deciso di pubblicare l'EP eravamo già abbastanza avanti anche con i mix e il suono che insieme a Kole Laca e Manuele Fusaroli era già molto ben definito, abbiamo giusto dato una ritoccata in fase di mastering.
In quale periodo sono stati composti gli inediti presenti sul full lenght? È stato un processo faticoso?
Come ti accennavo sopra, il momento della creazione per me è un momento di quasi totale astrazione, mi viene da dire a tratti un po' autistico perché il mondo che vivo in quel periodo è quasi completamente rivolto all'interno, immerso del tutto in quello che sto cercando. In questo caso poter condividere la fase di scrittura e di produzione con Simona e Kole in un processo molto fluido mi ha permesso di essere meno tortuosa, di non autocensurarmi e di passare da una modalità di scrittura molto intimista a una di più ampio respiro. Siamo stati molto maniacali nella ricerca, non per mero perfezionismo ma per rispetto verso quello che stavamo creando. Mi piace pensare a questo momento come una sorta di Odissea dalla quale sono uscita trasformata e ritornata a me.
Nell'enorme catalogo di Franco Battiato perché hai scelto proprio 'La Torre'?
Per scegliere la cover da inserire nell'album abbiamo fatto un grosso lavoro di ricerca, avevamo più opzioni in mente ma ‘La Torre’ ha convinto immediatamente tutti, sicuramente, per il testo così sorprendentemente attuale e del tutto in linea con tutto l'album e per il fatto che fosse un brano meno conosciuto della sua produzione.
Nell'arrangiamento di 'L'Uomo D'Oro' ho percepito delle influenze nordiche o sbaglio?
Non saprei dirti con esattezza a cosa si sia ispirato Kole per l'orchestrazione, in ogni caso lui ha un gusto molto sobrio e rarefatto quindi decisamente "nordico" nella manifestazione delle emozioni! Pensa che il primo arrangiamento era ancora più gelido, molto più elettronico, quasi acido e ancora più in contrasto con la melodia, poi con Fusaroli abbiamo trovato una strada un filo più morbida ma compenseremo con il video che arriverà presto...
In termini di produzione quali erano i tuoi obiettivi ed in quale direzione ti sei mossa?
Quando ho proposto per la prima volta a Kole la produzione artistica del mio nuovo disco conoscevo molto bene i suoi precedenti lavori (East Rodeo, 2Pigeons...), ho scelto di affidarmi a lui innanzi tutto per il suo gusto buio, la maestria nella gestione dei timbri e delle ritmiche, complesse eppure estremamente naturali all'ascolto, asciutte e contemporaneamente molto tribali. Kole è anche diplomato in conservatorio in pianoforte ed è un compositore estremamente raffinato e assolutamente fuori dagli schemi. Essendo albanese ha una propensione per la costruzione armonica abbastanza inconsueta per la musica italiana e corrispondente con il mio desiderio di contaminare la scrittura con musiche altre. Inizialmente, arrivando da due album alt-rock l'idea era quella di associare l'elettronica al suono della mia band ma strada facendo ci siamo resi conto che il disco stava prendendo una forma che difficilmente avrebbe potuto contemplare strumenti acustici tranne in rarissime eccezioni. A completare il quadro la mano di Fusaroli ha scaldato e sporcato molto la produzione, che infatti non possiede il rigore e la glacialità delle produzioni prettamente elettroniche.
Prova a recensire per i nostri lettori 'Divagare' e 'Un Esercito'...
Come puoi immaginare, recensire il proprio lavoro è quasi impossibile!! Però posso dirti che Divagare è stato uno dei primi brani scritti e l'ultimo ad essere inserito nell'album, il testo è decisamente quello più personale ed è una specie di mantra, un promemoria a non auto-ingannarsi, a rimanere vigili e onesti il più possibile nei propri confronti. Non so se sia lecito autocitarsi però di Esercito mi è capitato di scrivere così: "Questo è il brano che amo più cantare. Cantarlo con tutto il corpo, con i denti, i capelli, le ginocchia. Una canzone d'amore per me stessa."
Il testo di 'Le Catene Corte' si riferisce ad una situazione particolare?
Questo è uno dei testi che preferisco del disco, forse è quello più filosofico e ostico ma per me il più completo e riassuntivo dell'intero lavoro. Non è riferito a nessuna situazione particolare, anzi forse è perfino quello più generico anche se completamente calato in quell' "Innominabile Attuale" di cui parla divinamente Roberto Calasso. La società attuale, attraverso attaccamento, necessità di continue catalogazioni, definizioni, risposte, ha perso ogni contatto con una realtà più profonda e intima e contemporaneamente quella distanza "magica" che permetteva di "vivere" i fenomeni dell'esistenza e non semplicemente di spiegarli. Oggi ci illudiamo di comprendere maggiormente il mondo, di poterlo tenere sotto controllo poiché lo minimizziamo sempre più a mera oggettività, e ci ritroviamo con una povertà di senso e di valore sempre più preoccupante.
Cosa puoi dirci della realizzazione del video de 'I Pensieri Assassini'?
La prima cosa che mi viene da dirti è che la collaborazione con Valentina è stata veramente un regalo! Per una serie di coincidenze mi è stata presentata da una cara amica che aveva individuato molte affinità tra il mio lavoro ed il suo. Noi avevamo dei tempi davvero molto stretti e l'idea era quella di fare un video molto semplice, mi verrebbe quasi da dire neutro, in modo che la canzone potesse avere il maggior respiro possibile. E' bastato scambiarci qualche email e qualche riferimento visivo e abbiamo capito immediatamente che sarebbe bastato vederci senza troppe sovrastrutture di pensiero e provare a vedere cosa sarebbe successo. Siccome volevamo continuare il discorso delle proiezioni iniziate con la copertina dell'album, qualche giorno prima di girare lei mi ha parlato di alcune riprese che aveva fatto in notturna in un luna park, un immaginario a me molto familiare e che da tempo avrei voluto utilizzare e così è stato. In due ore abbiamo girato il video, le giostre nel cervello e i pensieri assassini si sono innamorati da subito.
Cos'è il pop per Sarah Stride?
Faccio molta fatica a formulare un pensiero su una definizione così ampia. Sono sempre stata piuttosto defilata, molto fedele e incline alle nicchie e i fenomeni di massa mi hanno sempre poco interessato se non unicamente da un punto di vista antropologico. Nel corso degli anni però mi sono abbastanza ammorbidita nei giudizi, o meglio nei pregiudizi (come diceva De'Andrè "invecchiando ho sempre meno certezze") e mi sono data la possibilità di apprezzare anche cose gradite al grande pubblico. Meglio di così non so risponderti anche se penso di non averti risposto.
A livello letterario/poetico da chi sei influenzata?
Questa domanda meriterebbe quasi un'intervista a parte ma cercherò di fare una sintesi, ogni tanto ho quasi la sensazione di essere più influenzata dalla letteratura che dalla musica. Ho la fortuna di avere un padre che ha iniziato molto presto, me e i miei fratelli, alla lettura e fin da ragazzina sono stata ben condotta attraverso classici russi, romanticismo tedesco, naturalismo francese per farti solo alcuni esempi, ai quali comunque continuo a tornare. Poi un po' più grande mi sono appassionata all'esistenzialismo francese, al decadentismo, ad autori immensi come Robert Musil, Thomas Mann, per poi passare ad una letteratura più contemporanea tra cui i mei grandi amori Cesare Pavese, Pirandello, Calvino, Fernando Pessoa, George Bataille, Henry Miller, Virginia Woolf, molto della Beat Generation o più recenti come Agota Kristof, Carrere, le prime cose di Michel Houellebecq, Philip Roth, eccetera eccetera eccetera! Parallelamente, come grande compagna ho sempre avuto la poesia, senza la quale la vita sarebbe molto misera e anche qui il campo si allarga moltissimo ma non posso non citare, Cardarelli, Caproni, Mariangela Gualtieri, Carmen Yanez, Sylvia Plath, Anne Sexton… Che poi, un'altra immancabile passione adolescenziale, Herman Hesse, sosteneva che in vecchiaia bisognerebbe vivere isolati e con solo un libro... sarà il caso di iniziare a portarsi avanti!
Le maschere dell'EP hanno svelato, oltre al tuo bellissimo viso, un talento che non può più rimanere incompreso. Come intendi promuovere il full lenght? Stai ricevendo consensi crescenti? Pensi di organizzare anche qualche data all'estero?
Per quanto riguarda la promozione abbiamo già dei video in cantiere, il primo in uscita prima di Natale e stiamo cercando degli opening mirati da affiancare alle date del tour in via di definizione e perché no, magari anche all'estero. Per ora, le prime recensioni uscite sono molto positive e i feedback che sto ricevendo sono davvero sorprendenti ed emozionanti per me. Inizio ad avere la sensazione che quello che volevamo dire, la sensibilità che abbiamo messo in questo disco stia arrivando in modo molto chiaro e preciso a chi lo sta ascoltando e questo è già un motivo sufficiente di gioia e di volontà a procedere sempre senza mezzi termini. So benissimo che non si tratta di un album semplice e di conseguenza il percorso è ancora lungo ma ho davvero molta fiducia in questo lavoro e nelle persone.
Cosa ti divide e cosa hai in comune con Simona Angioni?
Credo che a differenziarci maggiormente siano, lo stile di vita, il percorso che ci ha portate fin qui (io ho una formazione più legata alle arti visive mentre lei una più umanistica) ed in seguito la manifestazione artistica che abbiamo sposato, per me la musica e per lei la scrittura e il teatro. Ci siamo incontrate proprio ad uno spettacolo teatrale totalmente surreale per il quale lavoravamo. Io cantavo nei panni di una zingara e lei scriveva testi in cui conigli neri piovevano dal cielo... Da subito abbiamo avvertito quello straniamento, quel sentire comune al di là della facciata, quell'essere differenti e anche un po' disadattati, lo sguardo rivolto "altrove" che solo l'abitudine al sottosuolo conferisce. Lavorare con lei è stata una delle cose più naturali che mi sia capitato di fare, in quello che abbiamo scritto non si capisce dove finisce l'una e inizia l'altra, davvero nessun ego a fare da protagonista ma semplicemente l'abbandono a quella terza entità, misteriosa, impalpabile ed enorme che è il prodotto artistico.
Maggior pregio e peggior difetto di Alberto Turra...
Maggior pregio: creatività ipertrofica.
Maggior difetto: creatività ipertrofica.