Quali sono i bassisti che hanno segnato maggiormente la tua formazione?
I miei preferiti sono senza dubbio Geezer Butler dei Black Sabbath e James Jamerson, un bassista della Motown che, assieme ai Funky Brother, ha registrato le maggiori hit di Diana Ross, Stevie Wonder e Marvin Gaye. Sono un grande appassionato della discografia della Motown, soprattutto quella di fine anni ‘60 e inizio anni ‘70 ma anche Elin lo è. Lei è fanatica di Aretha Franklin.
Immagino che trasferirsi in Svezia, formare una band e avere successo in tutto il mondo con la musica sia stato un percorso ricco di ostacoli ma allo stesso tempo emozionante per te..
Puoi dirlo forte. Sono nato nell’Iowa, in una cittadina di poco più di tremila abitanti e ho iniziato a suonare con i Radio Moscow. A ventuno anni mi sono trasferito in Svezia e ho formato i Blues Pills. Scrivere canzoni è bellissimo così come poterle confrontare con quelle degli altri musicisti che vivono nella tua città o fanno parte della tua stessa comunità. Con questo spirito è nato il primo album e adesso, dopo tre full lenght, non è cambiato molto se non per il fatto che siamo cresciuti e abbiamo i soldi per fare i video.
A proposito di videoclip, avete girato quelli di ‘Proud Woman’ e ‘Low Road’.. com’è stata l’esperienza?
Divertente come al solito ma allo stesso tempo molto strana perché li abbiamo completati quando è iniziato il lockdown e non sapevamo ancora quando sarebbe uscito il disco e quando saremmo potuti tornare in tour.
‘Holy Moly!’ è stato posticipato e poi, assieme a Nuclear Blast, avete deciso di farlo uscire ad Agosto. Credo che sia stato tutto molto stressante..
Non abbiamo potuto fare altro che fidarci delle persone che ci stanno attorno. Avevamo le mani legate e non potevamo liberare tutta l’energia che avevamo dentro. È stato terribile dover dire ai nostri amici che avevamo delle canzoni nuove che spaccavano ma che non potevamo farle uscire. Il problema più grosso è per il nostro nuovo bassista, Kristoffer Schander, che ha lasciato il lavoro per seguirci in tour circa due settimane prima che partisse la storia del Covid-19. Il governo ha deliberato dei contributi a chi ha perso il lavoro a causa dell’emergenza sanitaria ma non per chi è senza.
Dove lo avete registrato?
Abbiamo deciso di seguire il processo dall’inizio alla fine e per questo abbiamo costruito uno studio su misura a Närke, in campagna. Non volevamo pressioni e ci siamo presi tutto il tempo necessario per scrivere il nostro disco più vario di sempre. Puoi trovarci pezzi molto aggressivi, melodie di ampio respiro e pure una ballata in stile country. Nel complesso è un disco piuttosto dark.
Quanto tempo vi è servito per completarlo?
Non avevamo deadline e questo ci ha permesso di curare tutti i particolari senza alcuna pressione. Le chitarre ci hanno portato via più tempo ma per il resto il processo è stato veloce e rilassato. Johan Gustafsson dei The Hives ci ha raggiunto per un paio di giorni, mentre stavamo registrando ‘California’. Anche Nicholaus Arson ci ha dato dei suggerimenti ma senza venire in studio e lo stesso è accaduto con Martin Jacobsson. Alla fine delle registrazioni abbiamo inviato il materiale a Andrew Schepps, che ha lavorato con Red Hot Chili Peppers e Iggy Pop, per il mixaggio.
A livello compositivo come vi siete mossi stavolta?
Le idee sono quasi tutte mie e di Elin. Quando abbiamo qualcosa di interessante, registriamo un demo e lo facciamo ascoltare agli altri. Altre volte le idee nascono invece da jam.
Qual è il pezzo più rappresentativo di ‘Holy Moly!’?
È una bella domanda a cui non è semplice rispondere. L’album è molto coeso e potrei citarti praticamente qualsiasi pezzo. ‘Kiss My Past Goodbye’ è potente, sorretta da riff funky e percussioni selvagge. Un messaggio esplicito su come guardare avanti, rimanere fedeli ai propri valori e non soffermarsi sugli errori del passato.
Elin Larsson è una forza della natura. Vi ho visti dal vivo al Download in Francia e la sua performance fu strepitosa. In cosa credi che sia migliorata maggiormente rispetto agli esordi?
È una amica ma soprattutto una grande cantante. Ogni giorno mi stupisce di più. Credo che adesso voce e movimenti del corpo siano molto più comunicativi per tutti. Non devi essere solo un fan del blues o della musica degli anni ‘60 e ‘70 per apprezzare i Blues Pills.
(parole di Zack Anderson)