Com'è stato il lockdown per te e la band?
Abbiamo registrato l'album durante quel periodo. Per questo eravamo separati, con due persone nello studio che mandavano avanti il processo. Lo studio era fissato per aprile ma abbiamo dovuto cambiare i nostri programmi. Senza dubbio è stato diverso dal modo in cui lavoriamo di solito, ma ci sono stati anche lati positivi. Abbiamo avuto tempo per concentrarci e prendere certe scelte dopo averci pensato bene.
Com'è vivere in Galles in generale?
È molto tranquillo. Non puoi fare molto se non andare al pub con gli amici e bere qualche birra insieme.
Te l'avrei chiesto comunque. Poi avete deciso di intitolare l'album 'We're The Bastards' quindi non posso proprio farne a meno. Perché è così importante per voi sottolineare che siete bastardi?
Abbiamo pensato che fosse un bell'invito a tornare ai live show. Poi l'hanno fatto anche i Motörhead con il loro quindicesimo album quindi c'è sembrata una scelta logica.
Come nascono le vostre canzoni?
Siamo tutti songwriter nella band quindi lavoriamo ognuno a casa propria e poi ci troviamo in sala prove e mettiamo le parti insieme. Stavolta abbiamo dovuto parlare spesso tramite Zoom e questo non era certo il modo di fare dei Motörhead, però siamo riusciti ugualmente ad ottenere un buon risultato.
Quali sono le differenze sostanziali rispetto a 'The Age Of Absurdity'?
Questo è il nostro secondo album e, come spesso succede, abbiamo sperimentato di più. Siamo cresciuti dal punto di vista compositivo e abbiamo scritto canzoni diverse dal solito come per esempio 'Waves', che è una power ballad con un grande assolo ed un finale strano.
Come primo singolo avete scelto 'Son Of A Gun'. Pensi che sia la traccia migliore dell'album?
Non è stato semplice scegliere perché non sapevamo se puntare su un pezzo alla Motörhead oppure su qualcosa di più adatto alle radio di oggi. La scelta è caduta sulla prima opzione ma come secondo singolo abbiamo scelto la title track che invece ha caratteristiche più moderne. In entrambi i casi Neil ha fatto un lavoro eccezionale.
Che tipo di sound volevate ottenere?
Veniamo tutti da generazioni diverse quindi abbiamo pensato che fosse una buona idee scegliere uno di noi e affidargli il compito di occuparsi della registrazione e della produzione. Todd è molto bravo in questo e gli abbiamo dato carta bianca. Prima di entrare in studio abbiamo scartato un paio di pezzi ed in certi casi abbiamo cambiato il suono di chitarra, ma alla fine sapevamo come sarebbe venuto fuori l'album. Per me è facile perché ho una strumentazione piuttosto basilare con degli amplificatori Orange da cui non mi separo mai.
Quali sono le tue influenze maggiori?
Io e Todd siamo cresciuti col grunge e band come Nirvana e Soundgarden. Aggiungo anche i Bush che mi sono sempre piaciuti molto. Attualmente sto ascoltando molto Counting Crows, Bruce Springsteen, Sigur Rós, Clutch e tutto quello riguarda Myles Kennedy.
Com'è stato crescere nella casa di un musicista famoso?
Sicuramente ci sono delle dinamiche diverse, soprattutto dovute al fatto che era spesso in tour e non aveva molto tempo per noi. Ho avuto la fortuna di assistere ad un concerto dei Metallica a sei anni e qualche anno dopo ci faceva già suonare con lui.
Quali sono pregi e difetti di Phil Cambpell?
È una persona molto amabile quando si trova con gli amici e ha sempre tempo per i propri fan. Il suo difetto peggiore è forse che dorme troppo, ma anche a me piace dormire fino a tardi.
I Motörhead hanno avuto un grande successo in tutto il mondo. Pensi che quest'album possa conquistare più fan negli Stati Uniti o in Europa?
È una bella domanda. Di sicuro ci aspettiamo che la fanbase cresca nonostante non sia possibile fare molto quest'anno. Come suono siamo forse più adatti al pubblico americano eppure il disco è stato recensito molto bene anche in Inghilterra. Magari si ricordano che Phil è inglese.