Perchè avete deciso di rivisitare il vostro album in versione acustica? Avevate già pianificato questa uscita oppure è stata conseguenza dell'emergenza sanitaria in atto?
Dopo l'uscita di 'Chapter I – Monarchy' il tour è stato annullato e un sacco di belle opportunità sono state vanificate. Non sapevamo cosa fare poi abbiamo riflettuto sul fatto che le due bonus track acustiche dell'edizione deluxe dell'album avevano ricevuto un sacco di feedback. Così Melissa mi ha chiesto di realizzare un arrangiamento acustico di tutto l'album.
È stato un processo difficile?
No, però ha comportato parecchio lavoro. Non solo le canzoni erano caratterizzate da numerosi layers che ho dovuto analizzare uno per uno ma trascrivere tutte le orchestrazioni è stato complicato. É divertente trattare il materiale in questo modo ma per certe canzoni ho avuto bisogno anche di dieci parti diverse di chitarra acustica per bilanciare la stessa energia dell'originale.
Ci sono delle canzoni che suonano addirittura meglio delle originali?
Direi che suonano diverse. Alcune canzoni, come per esempio 'Marching On Versailles' o 'See You In Hell', sono perfette per la versione acustica mentre altre saranno impossibili da eseguire dal vivo, ma sono comunque interessanti da ascoltare sull'album.
Ti sei ispirato a qualche disco acustico del passato? Tipo 'No Quarter' di Page e Plant per esempio?
No affatto. Sono stato ispirato solo dal nostro materiale. Posso confidarti che mi piacciono molto gli Alter Bridge che in certe canzoni hanno un bilanciamento spettacolare tra chitarra elettrica e acustica. In un certo senso ho cercato di ottenere la loro stessa energia. Per certi pezzi, come ‘Infected Monarchy per esempio, sono partito da un riff veloce per poi sfumare con una sorta di melodia ispanica che può essere addirittura ballata. Più che ad un certo tipo di suono ho cercato di seguire un disegno preciso per ogni canzone.
Adesso i tour sono bloccati. Quando la situazione tornerà ottimale, pensate di promuovere ‘Chapter I – Monarchy’ con un tour vero e proprio oppure di organizzare anche delle date acustiche a supporto di questa rivisitazione?
Abbiamo già parlato di qualche data acustica, ma il nostro obiettivo è quello di organizzare più date possibili per promuovere in modo adeguato il nostro debutto. Per un tour acustico avremmo bisogno di una sezione d’archi sul palco.
State già lavorando al nuovo lavoro in studio?
Sì, abbiamo già fissato la timeline e ci stiamo scambiando delle idee.
Pensate di realizzare una versione acustica pure del secondo album?
Non sarebbe una brutta idea. Di sicuro il lavoro non mi spaventa.
Naturalmente ‘Chapter I Revisited’ è stata l’occasione per riascoltare il vostro primo album. A distanza di qualche mese dalla pubblicazione come lo trovate?
È ancora troppo presto per emettere un giudizio preciso, anche perché non abbiamo testato i pezzi dal vivo. Però il feedback è stato eccellente e l’etichetta è molto soddisfatta.
Ti ricordi come hai incontrato Melissa?
È stato due anni fa a Madrid, per un photoshoot. Fino a quel momento ci eravamo sentiti solo via Skype. Anche adesso siamo distanti perché lei vive in Danimarca, io in Germania e gli altri ragazzi in Svizzera.
Quante ore ti eserciti al giorno?
Diverse ore al giorno ma non solo con la chitarra. Cerco anche di migliorare le mie abilità a livello di registrazione e di produzione della musica, quindi cerco nuovi plugin e sviluppo i miei strumenti. Ho iniziato a suonare la chitarra a sei anni e non ho limiti di genere. Amo il metal, come il jazz, il funk ed il pop.
Qual è il tuo chitarrista preferito?
Adoro Pat Metheny. Mi sono imbattuto nel rock e nel metal a diciassette anni, ma prima ascoltavo jazz. Mi piacevano pure Joe Satriani e Yngwiee Malmsteen ma adesso non ascolto quasi più solisti. Mi limiti a qualche clinic di chitarra o video di produzione. Un chitarrista che trovo davvero eccezionale è Claudio Pietronik degli Ancient Bards. In ‘Live Before You Die’ mi sono ispirato ad un suo assolo.
Vi ritenete una band symphonic metal?
Sì, naturalmente.
Pensate che Napalm Records vi abbia scelti perché siete una band symphonic metal o perché siete una band heavy metal versatile?
É una bella domanda. Penso che Napalm Records abbia visto del potenziale in noi, a dispetto del genere di musica che proponiamo. Col prossimo album amplieremo ancora di più i nostri orizzonti.
(parole di Adrian Thessenvitz)