-Core
Tvinna
Germania
Pubblicato il 16/02/2021 da Lorenzo Becciani

Come è nata la band? Qual era la vostra visione iniziale?
(Laura) La band è nata quando io e Fabienne (Eluveitie) abbiamo deciso di dare vita ad un progetto femminile e abbiamo chiesto a Fiona di completare il trio con una varietà vocale unica. É stata Fiona a proporre il nome Tvinna, che significa intrecciato, come quello che stavamo cercando. A marzo 2019 è nato ufficialmente il progetto e nella prima sessione abbiamo scritto ‘The Gore’, ‘12’ e una bozza vocale di ‘Kreiz’. Tutto è fluito in maniera spontanea e con grande entusiasmo. 

Laura e Fiona sono attive pure nei Faun. Dobbiamo considerare le Tvinna come un progetto parallelo o qualcosa di totalmente nuovo?
(Laura) Per me un progetto parallelo è sempre qualcosa di nuovo, altrimenti non avrebbe senso crearlo. In ogni caso la musica delle Tvinna è completamente differente da quello che facciamo nei Faun. La definirei più heavy e dark. Abbiamo sempre voluto la chitarra elettrica, così come il basso e una batteria metal. Tutto questo, sommato all’effetto della fisarmonica di Fieke, crea un’atmosfera unica. É un universo musicale tutto nuovo. 

Come avete incontrato Fieke? Avete subito capito che sarebbero nate canzoni di questo tipo?
(Fiona) Ci siamo spesso incontrate ai festival, esibendoci con le nostre rispettive band oppure suonando insieme sul palco. La connessione c’è quindi da diverso tempo ma solo nel 2017, quando ci siamo incontrate di nuovo in Olanda, è nato qualcosa. 

‘One – In The Dark’ è il primo di quattro capitoli. Avete già scritto I prossimi tre episodi? Qual è il concept? 
(Fieke) ‘One – In The Dark’ è connesso all’elemento dell’acqua e con esso al primo stadio della vita ovvero la nascita. Vogliamo trattare gli altri elementi – Terra, Aria e Fuoco – sempre considerando il loro legame con la vita. Non abbiamo ancora scritto la musica per gli album successivi ma l’idea è di incorporare quello che abbiamo imparato dalla prima sessione di registrazione e così via di release in release. ‘One – In The Dark’ segna la nascita delle Tvinna e gli altri album ci diranno quanto saremo cresciute. 
 
Qual è la traccia chiave di ‘One – In The Dark’? 
(Fiona) Non c’è una traccia che riflette l’intero processo di songwriting. Abbiamo tentato di creare atmosfere di tipo diverso e le canzoni sono scritte secondo modalità distinte – alcune sono nate immediatamente mentre altre hanno necessitato più tempo, alcune sono ariose e luminose mentre altre heavy. A volte abbiamo composto il materiale insieme in studio ed in altri frangenti abbiamo agito in modo separato. Quello che lega tutte le tracce tra loro è l’elemento dell’acqua ed il processo di crescita di un individuo e naturalmente della band in generale. 

Dove avete registrato? La pandemia vi ha creato problemi?  
(Laura)  Buona parte delle registrazioni sono state effettuate nei nostri studi personali con professionisti che hanno permesso di realizzare il tutto ad alti livelli qualitativi. Le parti di batteria sono state registrate da Jasper e Fieke in una vecchia casa di un suo amico. Di sicuro la pandemia ha reso gli spostamenti più complicati e ci ha costrette a rinviare l’uscita dell’album. Ogni giorno ci tenevamo in contatto, lavorando simultaneamente alle tracce e condividendo i risultati della pre-produzione. É stato un processo rilassato ma intenso, abbiamo messo tutto il cuore e l’anima nella nostra musica ed è bello essere così legate dal punto di vista emotivo. 
 
Che tipo di produzione volevate ottenere?  
(Fieke) Avevo tante idee predefinite su come avrebbe dovuto suonare l’album. Suonando in tante formazioni folk so bene com’è quel sound e volevo qualcosa di più sperimentale e progressive. Non abbiamo pensato nemmeno per un secondo a come sarebbe dovuta essere la produzione. È stato il suono stesso a trascinarci e noi siamo state solo i canali oppure i veicoli per trasmetterlo. Quello che senti è quello che avevamo bisogno di creare. 

Com’è nata la collaborazione con Eivør? 
(Fiona) Fieke aveva condiviso con lei delle esperienze in studio e dal vivo. Le ha chiesto un favore ed è un onore per noi averla sul disco. Personalmente adoro la versione live di ‘Trollabundin’, registrata su un piccolo palco di legno nel mezzo di un’enorme e bellissimo fiordo norvegese. 

Ritenete che progressive dark e electro-pop sia termini adatti a descrivere la vostra musica? 
(Fieke) E’ onestamente difficile farlo ma la nostra musica è sicuramente dark e heavy, a volte progressive ed elettronica. Può essere pure ambient e atmosferica. Il nostro background folk è chiaramente udibile ma abbiamo usato il termine pop per dare al pubblico aspettative diverse rispetto al nostro solito immaginario.
 
Qual è il vostro rapporto con la Natura?  
(Laura) Siamo fortemente connesse con la Natura e cerchiamo di celebrarla nel migliore dei modi, appena possibile. Parte di questo significa anche trascorrere una buona quantità di tempo all'aperto, vagando per le foreste, tra le ericacee e tutti i paesaggi che ci circondano. In quanto esseri umani, siamo parte della natura e le apparteniamo - anche noi dobbiamo radicarci. La società moderna ha perso la cognizione di ciò e da dove veniamo effettivamente. Con ciò sentiamo un enorme desiderio dentro, qualcosa che potrebbe essere placato trascorrendo più tempo sotto i cieli, nelle foreste, sul suolo sacro della madre terra - ascoltando i suoi sussurri, nient'altro che la natura ei suoi pensieri.

Vi considerate pagane? Siete persone spirituali? 
(Fiona) Ognuna di noi celebra la vita e la Natura in modo individuale e tra noi condividiamo sicuramente un animo spirituale. A volte le coincidenze diventano troppo evidenti per non presumere un qualche tipo di magia in questo mondo. Io vivo in mezzo alla Natura e mi sento molto legata alle stagioni e ai cerchi del sole e della luna, che mi impressiona oltremodo. Sono anche cresciuta con la mitologia nordica e ho ascoltato tutte quelle storie affascinanti. Penso che tutti noi percepiamo la Natura in un modo molto animistico e pagano.

Il 2020 è appena finito. Quali sono gli album più belli che avete ascoltato l’anno scorso? 
(Fieke) ‘Shiver’ di Jónsi contiene delle tracce assolutamente incredibili ed è in anticipo con i tempi. A volte mi manca il vecchio Jónsi e, un po’ come Björk, ha collaborato con tanti artisti, ma anche da solo è brillante. 
‘How Beauty Holds the Hand of Sorrow’ di Ane Brun è bellissimo fin dal titolo ma ogni cosa di Ane Brun lo è in realtà. 
‘Birth Of Violence’ di Chelsea Wolfe l’ho scoperto tardi ma è bellissimo e oscuro, in un certo senso romantico.
‘Segl’ di  Eivør, non perché appare sull’album ma perché ho seguito il processo fin dall’inizio e sono rimasta impressionata dal risultato. É riuscita a reinventarsi e non lo sanno fare in tanti. 
‘Górecki - Symphony No. 3’ di Beth Gibbons mi ha letteralmente mandata fuori di testa ed è capace di trasportati ovunque.
‘Missa Transfigurationis’ di Psallentes, perché ha colorato tante delle mie mattine. 
 

Tvinna
From Germania

Discography
One In The Dark - 2021