Perché avete deciso di pubblicare solo qualche traccia e non un vero e proprio full-lenght?
(Ø & S) Il full-lenght è sicuramente un grande media per release fisiche e raccolte di tracce, ma abbiamo pensato di pubblicare le tracce su digitale, non appena registrate. Inoltre, in accordo con la modalità con cui viene consumata la musica al giorno d’oggi, fare ascoltare solo sei tracce rende più semplice la fruizione completa all’ascoltatore. Infine alcune delle tracce sono davvero heavy e quindi per noi era la lunghezza giusta. Quando le abbiamo completate, ci siamo sentiti come se fossero collegate. Pubblicarle insieme ci sembrava corretto e, adesso che stiamo pensando di realizzare un altro EP, magari ci sarà un legame tra le due release.
Visto che l’EP vede la collaborazione con Øyvind Blikstad, dobbiamo considerarlo come un progetto esclusivo oppure la logica conseguenza di ‘Imitation’?
(Ø) ‘Swallowed’ è l’inizio della nostra collaborazione. Siamo due menti sperimentali e amiamo creare sensazioni e collaborazioni anche in altri progetti.
(S), Sì, ‘Swallowed’ è un progetto esclusivo e non c’è una connessione diretta con ‘Imitation’. Ho scritto ancora di qualcosa di cui è difficile parlare ma in questo caso si tratta di una collaborazione. Siamo un duo e questa è la nostra prima release. L’EP è disponibile sia sulla mia pagina di Spotify, quindi è parte della mia discografia così come di quella di Øyvind. La sola connessione è rappresentata dal fatto che Øyvinds produrrà il mio prossimo full-lenght.
Come vi siete incontrati? Lo conoscevi prima per le collaborazioni con Rune Lindbaek ed Metamorfózy o per altri lavori?
(S) Io e Øyvind non ci conoscevamo affatto quando abbiamo cominciato a collaborare. Non c’eravamo nemmeno incontrati. È stato un amico di Øyvind, Ali Amoli, a metterci in contatto. Per un certo periodo aveva lavorato nel mio management e aveva ascoltato i mixaggi incompleti di ‘Imitation’, chiedendomi se avesse potuto farli ascoltare ad una persona. A quel punto Øyvind ha mostrato interesse nel remixare ‘Skeleton’. Non avevo grandi aspettative, non conoscendolo, ma quando ho ascoltato il suo lavoro mi sono subito innamorata della produzione e dell’espressività. Aveva creato un suono che stavo cercando da parecchio ma che non avrei saputo trovare da sola. Allora ho manifestato l’intenzione di continuare questa collaborazione e lui mi ha proposto di comporre musica assieme. Mi ha girato un pezzo strumentale e qualche pezzo da completare e ho lavorato ai testi ed alle melodie. Poi ho preso il treno per Lillehammer e abbiamo trascorso del tempo in studio, registrando le voci e completando i pezzi. Da lì abbiamo continuato a collaborare ed è stato un processo davvero ispirato.
Quanto è cambiato il tuo approccio compositivo lavorando con lui?
(S) L’approccio compositivo è stato molto diverso rispetto alle mie precedenti release. Nei miei lavori solisti scrivo tutto per conto mio, dagli accordi alle melodie oppure ai testi, e spesso mi occupo pure della produzione. Stavolta Øyvind ha realizzato le parti strumentali e le atmosfere ed in seguito ho aggiunto melodie e liriche. A quel punto ci siamo trovati insieme e abbiamo completato la produzione.
Qual è il concept che si cela dietro a ‘Swallowed’? Cosa desideri creare con i testi in genere?
(S) ‘Swallowed’ è la title track ed in questa canzone parlo di ingoiare più del dovuto ovvero accettare troppo dolore e danno da altre persone. In ‘Swallowed’ dichiaro anche “we feel pain after a war” e intendo le nostre guerre personali e quanto ci fanno sentire feriti. Questo è un po’ come mi sono sentita dopo varie battaglie che ho dovuto affrontare nella mia vita personale. L’EP parla di relazioni romantiche distruttive, di come si sono frantumate e di come sono riuscita a ricostruirmi lentamente dopo che sono passate. Per fortuna sono riuscita a fare i passi giusti e tanto dolore mi ha aiutato a guadagnare forza.
Qual è la traccia chiave dell’EP?
(Ø) A mio parere ‘Meltdown’. Voce meravigliosa, musica minimale e dinamica ed un vero battito cardiaco al suo interno. Ha un effetto che mi colpisce il cuore.
(S) Per me è proprio ‘Swallowed’. Le liriche contengono alcuni versi che vengono ripetute come una sorta di conclusione.
Ho sempre in mente il tuo show incredibile a Livorno. Non vedo l’ora di rivederti ancora dal vivo. Adesso i tour sono fermi, ma che tipo di show dobbiamo attenderci in futuro?
(S) Ti ringrazio molto. Lo apprezzo davvero. Non vedo l’ora di tornare in Italia. Io e Øyvind al momento non abbiamo pianificato nulla, ma di sicuro organizzerò qualcosa come Synne Sanden, quando l’emergenza sanitaria sarà conclusa. Di sicuro porterò sul palco nuovi strumenti come la fisarmonica ed il tamburo armonico, più tanta elettronica. Credo che continueremo ad esibirci in tre ma spero che in seguito sarà possibile portare anche la mia band al completo e le ballerine. Sarebbe uno show completo e pieno di energia. Magari lo presenterò proprio in Italia un giorno.
Quali sono le vostre influenze basilari?
(S) Personalmente Björk, Thom Yorke e Portishead. Apprezzo anche Radiohead, Atoms For Peace, Doffs Poi, Hanne Hukkelberg, Anja Garbarek, Susanne Sundfør, Nils Frahm, Kelsey Lu, The Knife, FKA Twigs, Ane Brun, Ontz, Joni Mitchell, Tom Waits, Edith Piaf, Radka Toneff, Under Byen, Thomas Dybdahl, Tord Gustavsen, Bugge Wesseltoft, Broen, Rocketothesky, Stina Nordenstam, Thea Hjelmeland, Aiming For Enrike, Bulgarian Television Choir, Jaga Jazzist e The National Bank. Di recente ho ascoltato un sacco Darkside, Against All Logic, Girls In Airports, Brian Eno, Juni Habel e When Saints Go Machine.
(Ø) Ascolto un po’ di tutto, basta che sia onesto e guidato da un’intenzione pura. Rachmaninov è il mio compositore preferito.
Qual è il vostro legame con la Natura? Di dove siete? Avete un rifugio segreto oppure un posto dove comporre in pace?
(Ø) Io sono di Lillehammer. Il suono che mi circonda mi ispira tantissimo e buona parte di esso deriva dalla Natura. Che siano uccelli, macchine del caffè, prototipi oppure il rumore di una macchina. La mia mente funziona in modo divertente e sento musica ovunque. Ho sempre con me il mio registratore, pronto a registrare i suoni ovunque mi trovi. La mia tastiera preferita è fatta di legno e campiona in maniera strana. Ci sono così tanti suoni interessanti che non sono mai stati usati musicalmente, ma per fortuna vivo in un'epoca in cui tutto è possibile. Il mio laboratorio musicale è il luogo dove posso esplorare e immergermi nei suoni e nella musica. Lo strumento più strano dell’EP lo puoi ascoltare in ‘Paint Your Fence’: una corda di tre metri, collegata a un tubo di ventilazione, viene suonata con un archetto e allo stesso tempo come un tamburo.
(S) Sono assolutamente ispirata dalla Natura. Sono cresciuta in un piccolo paese chiamato Treungen, circodato da Natura bellissima e ciò mi ha aiutato a trovare la calma meditativa che mi rende più facile creare. Vado ancora nella casa della mia infanzia, che ora usiamo come capanna, per scrivere canzoni. È molto più facile lì che qui a Oslo, per via della calma. Sono stato anche molto ispirata dai colori della Natura, che puoi vedere nei miei video e nelle immagini di ‘Imitation’. Trovo molta bellezza in tutto ciò e anche molte similitudini tra i processi personali, le fasi della vita e le stagioni.
Il tuo nuovo look è strabiliante e devo dire che l’hai cambiato spesso negli anni. Quanto è importante per te?
(S) Ti ringrazio e sono felice che ti piaccia. Sì, lo cambio di album in album ed i colori e lo stile che uso sono strettamente connessi al materiale. Il look è molto importante per me, perché può dare forza alla musica, oppure disturbarla o limitarla. Prima di ‘Imitation’ non ne ero consapevole come lo sono ora, e non pensavo molto al mio aspetto e alle immagini per la mia musica. Quando guardo indietro ai video e alle foto del mio passato questo è chiaro, forse non avevo nemmeno l'energia per dedicarmi a tale aspetto, perché avevo diversi progetti e non potevo concentrarmi così tanto. Sono molto interessata e affascinata dai video e dalla fotografia e da come raccontare storie e trasmettere emozioni attraverso questi formati. Mi piace davvero farlo e lo vedo come una possibilità per trasmettere la mia musica in un altro modo, che può rendere la mia musica più forte se lo faccio nel modo giusto. Sono anche molto interessata al design e ai vestiti, e al modo in cui uno sguardo può rendere più chiaro ciò che rappresenti come artista. Questo interesse è cresciuto negli anni, insieme a ciò ho pensato e utilizzato molta più energia nella pianificazione e nel lavoro sui miei video musicali e servizi fotografici. Sono più soddisfatta quando lo faccio e sento di trovare l’aspetto migliore per presentare la mia musica.
Perché hai deciso di nascondere il tuo bel viso dietro ad una maschera?
(S) Quando mi sono imbattuta in Carina Shoshtary su Instagram e ho visto le sue bellissime maschere mi sono subito sentita connessa alle sue creazioni. Mi sono innamorata della maschera bianca che indosso nel video, l'ho trovata incredibilmente bella ed espressiva. Ho pensato che sarebbe stato perfetta per ‘Skeleton’. La maschera sembra quasi un teschio, ma in un certo senso anche un fiore. È molto fragile e femminile, il che per me rappresenta il dolore nel video. Ha dei denti di squalo che gli conferiscono anche un'espressione aggressiva, che si adatta bene alla rabbia e alla frustrazione che provo nella canzone e nel video. Ho scritto a Carina e le ho chiesto se avremmo potuto collaborare, e sono diventata totalmente euforica quando ha detto di sì e ha anche fatto una maschera rossa per l'attore maschio, che gli ha dato il giusto aspetto inquietante. Con queste maschere sento che la canzone ed i nostri personaggi sono diventati molto più interessanti. Fin dall'inizio ho sentito che siamo la coppia perfetta e mi sento ancora così. Sia con Øyvind che con Carina ho sentito un forte amore per le loro modalità espressive, cosa che per me è rara da provare. È una sensazione che mi spinge a collaborare con loro e che mi fa sentire me stessa artisticamente, in combinazione con le loro espressioni.
Qual è il vostro background musicale? Siete coinvolti in altri progetti?
(Ø) Ho studiato musicologia e composizione di colonne sonore. Negli anni sono stato coinvolto in vari progetti, album, remix, singoli, spot pubblicitari, serie televisive, programmi televisivi, film, documentari, musiche per teatro, esibizioni e insegnamento.
(S) Io non ho una grande educazione musicale. Non era il percorso adatto a me. Ho frequentato un college musicale e lo odiavo. Mi piacevano le lezioni di canto, ma tutta la teoria e gli insegnanti finivano per uccidere la mia creatività. Poco dopo ho cambiato e iniziato a studiare inglese. Sono felice che la creatività sia tornata presto. Per un anno ho studiato jazz e mi piaceva quando creavamo band stimolanti, ma odiavo lo studio obbligatorio della musica. Penso che gli insegnanti, nel corso degli anni, mi abbiano vista come una ribella. Ero in disaccordo con loro e non stato zitta al riguardo. Mi mettevo spesso in contrasto con loro e discutevamo, perché erano concentrati solo sulla teoria e non sulla forza di trasmissione, sui testi e sulla ricerca della propria espressione personale. Ho preso lezioni di canto per imparare la tecnica fin dalla tenera età, e questa è stata una bella esperienza. Tuttavia, lavorare ed esplorare da sola e attraverso i miei progetti è stato ciò da cui ho imparato di più.
Sei appassionata anche di altre forme d’arte?
(S) Adoro la danza improvvisata, la fotografia, il disegno e la pittura. Ballo in continuazione, è qualcosa che devo fare per stare in salute mentalmente e fisicamente. È di sicuro la mia seconda passione dopo la musica. Girare video musicali è perfetto per me, perché posso lavorare sia con la danza che col formato video, che adoro. Sono coinvolta nella realizzazione della sceneggiatura e dell'idea per i miei video e spesso ho un'idea chiara che sviluppo ulteriormente con il regista. Fotografare, disegnare e dipingere è qualcosa che faccio periodicamente, quando mi sento ispirata. Lavorare con la musica richiede molto tempo e la danza è la mia seconda priorità, quindi gli altri modi di esprimere me stesso sono qualcosa che faccio quando sento che ho più tempo libero. Sicuramente mi sento molto attratta da diverse forme d'arte e traggo ispirazione dal vedere ballerini e mostre d'arte, dal solo ammirare ed esplorare diverse espressioni artistiche.