Perché avete cambiato nome ad inizio carriera?
Jonne ha un buon ricordo di quel periodo anche perché lo riguarda molto dal punto di vista personale. Quando crei qualcosa di nuovo per le persone e firmi il primo contratto discografico non puoi che vivere sensazioni positive. È stata Napalm Records, la nostra etichetta dell'epoca, a suggerirci di cambiare il nome visto che c'era un'altra band brasiliana che si chiamava Shaman.
Credete ancora nello spirito della foresta?
Sì, certo! Lo spirito della foresta è ancora più forte in questi tempi duri. C'è così tanta energia che si nasconde nei boschi e la gente la sta scoprendo sempre di più visto che si sta allontanando dalle città. Questo è uno dei pochi lati positivi della pandemia.
Qual è la foresta che preferite in Finlandia? Avete una sorta di rifugio segreto dalla vita di tutti i giorni?
Molti di noi finlandesi abbiamo un cottage estivo da qualche parte. Spesso vicino ai laghi ed alle foreste. Quel posto è il mio rifugio, anche se non è troppo segreto.
Com'è il vostro giorno tipico? Quante ore al giorno provate?
Mi piacerebbe risponderti un giorno in tour. La notte a suonare e tutto il resto del giorno a preparare lo show. Adesso non ci possiamo quasi mai muovere, passiamo il tempo a fare lavori da casa o seguire gli aspetti della band. Cerco di fare pratica qualche ora al giorno.
Com'è stato quest'anno tra Covid-19, lockdown e un album da registrare?
È stato differente. Abbiamo dovuto cancellare tanti show come tutti e per fortuna avevamo fissato le registrazioni dell'album in quel periodo e ci siamo potuti concentrare sul nuovo materiale. Siamo stati solo costretti a cambiare studio, ma per il resto è andato tutto secondo i piani.
Trovate che 'Jylhä' sia simile a qualche altro album della band?
Sì e no. Succede sempre con i nostri album. È sempre la stessa band a suonare ma cerchiamo sempre di muoverci avanti e non ripeterci. Nello specifico ci siamo mossi sullo stesso territorio di 'Kulkija' ma il nuovo materiale è più heavy e il nostro batterista Samuli Mikkonen ha avuto un ruolo importante spingendoci verso un approccio diverso, grazie alle sue qualità ed alle sue idee. Negli anni il songwriting di Jonne si è evoluto in maniera naturale. Le basi sono sempre le solite e le ispirazione nasce dalla natura, dalla vita di tutti i giorni oppure dai nuovi strumenti che utilizziamo. Rispetto al passato le canzoni sono influenzate in misura maggiore dalle opinioni dei vari membri in fase di demo.
'Leväluhta' e 'Mylly' sono due singoli spettacolari! Quali sono le altre tracce chiave a vostro parere?
L'album è molto vario e non ci sono tracce chiave. Ogni canzone ha una storia da raccontare. Se devo sceglierne una direi 'Verikoira', che rappresenta il nostro stile più heavy.
Chi ha prodotto l'album? Che sound volevate ottenere stavolta?
Abbiamo proseguito la collaborazione con Janne Saksa perché capisce bene cosa vogliamo. Produce un sacco di metal band e quindi è familiare con il sound più ruvido che abbiamo pensato per l'album.
In che stato di salute versa la scena folk metal di oggi?
Credo che stia attraversando un buon momento. Ha perso un po' di popolarità rispetto al passato ma si è stabilizzato all'interno della scena metal e continuiamo ad andare in tour con i nostri amici della scena.
Cosa pensate del massacro di Bodom?
Non mi sono mai fatto un'opinione. Credo che sia un omicidio come tanti altri, che è stato ingigantito dai media. Poi una certa band finlandese lo ha fatto conoscere nel mondo.
Il vostro stile si ispira alla tradizione finlandese e ha un forte legame con la terra da cui provenite. Quanto è importante per voi mostrare di essere finlandesi?
Siamo orgogliosi di essere finlandesi. Detto questo, la musica nasce in maniera naturale. Non nascondiamo da dove proveniamo e di sicuro influenza il risultato finale. Suona finlandese e ciò è importante per noi.
(parole di Kalle "Cane" Savijärvi)