-Core
Nekromantheon
Norvegia
Pubblicato il 04/05/2021 da Lorenzo Becciani

Perché avete impiegato così tanto tempo a tornare nei negozi?
I motivi sono vari. Intanto siamo stati impegnati con le altre nostre band ovvero Deathhammer e Obliteration. Poi abbiamo scritto tanto materiale e non è stato semplice selezionarlo e dare un senso compiuto all’album. Abbiamo iniziato a comporre le nuove canzoni all’incirca tra il 2013 ed il 2014 quindi non troppo dopo l’uscita di ‘Rise, Vulcan Spectre’. Volevamo pubblicare un disco malvagio, oscuro ed intenso ma anche molto dinamico. Ci siamo ispirati al proto-death metal degli anni 1986-1987 e siamo piacevolmente sorpresi dell’interesse che si è creato attorno a ‘Visions Of Trismegistos’ perché non avevamo mai fatto così tante interviste. 

Quali sono le differenze sostanziali tra i primi due album?
‘Divinity Of Death’ è in pratica una raccolta di tutto il materiale che avevamo accumulato fino a quel momento quindi le canzoni erano state scritte in un lasso di tempo parecchio lungo mentre quelle di ‘Rise, Vulcan Spectre’ sono state composte in un breve periodo. Nel complesso è un disco più veloce e l’influenza degli Slayer è evidente. Dal punto di vista delle liriche, ‘Rise, Vulcan Spectre’ è leggermente più oscuro e malato. 

E invece quali sono le differenze sostanziali tra ‘Rise, Vulcan Spectre’ e ‘Visions Of Trismegistos’? 
Le parti soliste e le dinamiche sono più curate. In generale le strutture delle canzoni sono più elaborate e tecniche e ci siamo focalizzati soprattutto su di noi senza pensare troppo alle nostre influenze. Abbiamo cercato di individuare uno stile più personale anche se le parti di batteria sono sempre molto Slayer. 
 
Ritieni che il materiale sia più tecnico in conseguenza al vostro contributo negli Obliteration?  
Non credo, io e Arse suoniamo negli Obliteration da molto tempo, prim’ancora che nascessero i Nekromantheon, e l’ultimo disco che abbiamo pubblicato, ‘Cenotaph Obscure’, è decisamente meno tecnico e più focalizzato sulle atmosfere. I Nekromantheon hanno uno stile molto più complesso. 

Dove avete registrato? É stato un processo complicato?
Buona parte del materiale è stato registrato nello studio di un nostro amico denominato The Chaka Chan. Potevamo andarci quando volevamo e ci ha prestato la strumentazione. Il songwriting è stato più difficile della registrazione in sé. Una volta trovato il suono giusto di batteria è stato tutto molto veloce. Il processo è stato old school al massimo, senza compressori, pre-amp o trigger. Come ti dicevo abbiamo voluto mettere in risalto le dinamiche, senza suonare troppo distorti e nemmeno troppo puliti. Non ci piacciono le produzioni modern metal. Il nostro è sound viscido e vecchio stampo. 
 
Quali sono i pezzi più rappresentativi? 
Sicuramente la title-track, che abbiamo suonato già diverse volte dal vivo. É molto diretta ma contiene anche parti caotiche. Un altro pezzo che sentiamo molto nostro è ‘Seven Rulers Of Fate’, che abbiamo completato alla fine del processo e ricorda molto il periodo proto-death metal come il demo ‘Thy Kingdom Come’ dei Morbid Angel. Correva l’anno 1987 e non era né thrash, né black e neppure death. Era una via di mezzo e suonava in maniera incredibile.  
 
A cosa vi siete ispirati per il concept del disco?
In realtà non si tratta di un concept anche se molti pezzi, soprattutto i primi tre, sono legati tra loro. Ci riferiamo sempre alla mitologia greco-romana e Kick scrive quasi tutti i testi. Il nostro nome significa oracolo della morte e tutto ruota attorno a questo. Cerchiamo di combinare le estetiche di varie forme di metal con i suoi studi in ambito filosofico e storico.  

Chi ha realizzato l’artwork?
Ci siamo rivolti a Zbigniew Bielak perché volevamo un mix tra le atmosfere infernali dantesche, Hieronymus Bosch e le copertine di ‘Reign In Blood’ e ‘South Of Heaven’ degli Slayer. Siamo in contatto da tempo con lui e amiamo il suo lavoro con Ghost, Deströyer 666, Mayhem e Behemoth. È stato sufficiente fargli leggere qualche testo. 
 
Cos’è il metal estremo per te? 
Un termine che viene spesso usato male. Il metal estremo, per essere davvero buono, deve possedere personalità ed essere dinamico e terapeutico, oltre che pericoloso. Per me ha molto a che vedere con quello che succedeva ai tempi del tape-trading. 
 
Qual è il vostro disco preferito degli Slayer?
Per me gli Slayer sono ‘Hell Awaits’. Non ci sono dubbi sul fatto che con ‘Reign Of Blood’ abbiano perfezionato il loro stile, ma l’atmosfera di ‘Hell Awaits’ è incredibile.

E quello dei Morbid Angel?
In questo caso devo dirti che preferisco i demo agli album ufficiali. Come ti dicevo ‘Thy Kingdom Come’ è spettacolare. Mi piacciono comunque anche ‘Altars Of Madness’, ‘Abominations Of Desolation’ e ‘Formulas Fatal To The Flesh’.

Che rapporto avete con gli altri gruppi thrash norvegesi?
Non so dirti se ci sia una scena thrash perché la Norvegia è piccola e soprattutto dalle parti di Oslo non c’è molta distinzione tra i generi. Ci conosciamo quasi tutti e ci supportiamo a vicenda. Ritual Death, Inferno, Aura Noir, Darkthrone, Reptilian, Condor e Beyond Dawn sono tra le band migliori. 
 
Quando hai cominciato ad ascoltare metal?
Sia io che Arse siamo cresciuti col punk e col metal. Guardavamo i video di skateboard e ascoltavamo Misfits e Slayer. Crescendo siamo rimasti colpiti dall’impatto che ha avuto il black metal sulla scena.

(parole di Sindre Solem)

Nekromantheon
From Norvegia

Discography
Divinity Of Death – 2010
Rise, Vulcan Spectre – 2012
Visions Of Trismegistos – 2021