Chi sono i Go Ahead And Die?
Prima di tutto non siamo un progetto come ho letto da tante parti ma una vera band. Vogliamo suonare dal vivo il più possibile e pubblicare altri album. L’idea di formare i Go Ahead And Die è nata nel 2018 quando abbiamo fatto il tour dei Nailbomb, poi è arrivata l’emergenza sanitaria e con la sospensione dell’attività dal vivo si è presentata l’opportunità di scrivere insieme con l’ausilio di una drum machine. Così siamo partiti ed in definitiva il processo è stato piuttosto veloce.
Qual era la vostra visione all’inizio?
All’inizio avevamo pensato a qualcosa del tipo Nailbomb 2.0. ma dopo un po' abbiamo visto che le canzoni si evolvevano in un’altra direzione. Sono emerse influenze più death e punk e meno industrial. A dodici-tredici anni ascoltavo un sacco di punk e me ne andavo sempre in giro con lo skateboard e anche mio padre mi ha parlato spesso delle sue influenze hardcore.
Qual è la traccia che rappresenta al meglio il suono dei Go Ahead And Die?
Mi piace molto ‘Truckload Of Bodies’ ma forse ‘(In The) Slaughterline’ perché è il perfetto mix tra punk e metal. É finita in chiusura al disco ma è la prima canzone che abbiamo terminato.
Come si sono svolte le registrazioni?
In maniera molto veloce. Ad Aprile-Maggio avevamo le canzoni pronte e le abbiamo registrate a Settembre. Abbiamo invitato in studio Charles Elliot degli Abysmal Dawn e abbiamo cercato di ottenere un suono live e naturale, senza click tracks e con massimo tre take. Nessun editing successivo e molto anni ‘80. Il fatto di essere stati chiusi in casa per tanti mesi ha reso le sessioni ancora più esplosive.
Di cosa parlano ‘Toxic Freedom’ e ‘I.C.E. Cage’?
‘Toxic Freedom’ è un pezzo di denuncia sulla brutalità della polizia. É un grido di protesta che abbiamo deciso di promuovere con un video animato di Costin Chioreanu. Mi ricorda molto i Discharge.
‘I.C.E. Cage’ invece parla di immigrazione e di persone che in un’epoca di fascismo moderno vengono imprigionate solo perché hanno cercato nuove opportunità negli Stati Uniti.
Immagino che non sia sbagliato quindi definire ‘Go Ahead And Die’ un album politico.
Lo è assolutamente. Tocchiamo problemi politici e sociali importanti e non è sorprendente perché mio padre ha scritto ‘Refuse/Resist’ e diversi brani politici in carriera. Mi ha sempre insegnato che se un messaggio è forte e giusto non dovresti mai preoccuparti della reazione che potrebbe provocare. È importante potere dire la propria opinione.
Ho intervistato tuo padre la prima volta quando non eri ancora nato, la seconda ai tempi di ‘Roots’ e la terza quando avevi tre anni. Come è stato crescere con un padre del genere?
É stato grandioso! Ho avuto senza dubbio dei privilegi: tanta libertà, la possibilità di viaggiare e lo stile di vita di chi è costantemente in tour. Fin da piccolo, ho potuto vedere come venivano organizzati gli show e, visto che mia madre era la manager, conoscere tutti i lati del business. Poi vedere mio padre sul palco tutte le sere è stata una grande ispirazione. La gente però dimentica che alla fine sono sempre mio padre e mia madre e quindi che mi portavano a scuola, che mi hanno insegnato ad andare in bici e nuotare e aiutato a fare i compiti.
Hai avuto accesso anche ad una grande collezione di dischi..
Sì, ma non mi ha mai forzato ad ascoltare heavy metal. Adoro i suoi vinili di Kiss, Scorpions e Judas Priest così come i dischi di Morbid Angel, Entombed, Discharge, Bad Brains..
Tua madre è felice di questa band?
Non potrebbe esserlo di più. Vedere che io e mio padre suoniamo insieme per lei è fonte di grande emozione. Poi ha sempre amato i dischi politici.
Quali sono i tuoi progetti con gli Healing Magic?
L’anno scorso abbiamo pubblicato un EP e abbiamo già il nostro primo album pronto. Aspetteremo qualche mese per farlo uscire per non andare troppo a ridosso di ‘Go Ahead And Die’.
(parole di Igor Amadeus Cavalera)