-Core
TACØMA
Italia
Pubblicato il 14/08/2021 da Lorenzo Becciani

Non mi ha sorpreso tanto che potessi pubblicare un album solista e nemmeno che decidessi di muoverti in ambito pop e elettronico, quanto come hai presentato il progetto. Sembra un concept allargato, che va oltre la musica..
A livello personale è nato in maniera spontanea, come evoluzione del mio percorso di essere umano e musicista. Vengo da esperienze importanti con i Platonick Dive e ciò mi ha permesso di poter curare ogni dettaglio e presentare un progetto moderno e totalmente nuovo. Oltre alla musica ho curato tanti aspetti come l’immagine ed i testi. È diverso rispetto ai Platonick Dive perché anche in quel caso l’immaginario è importante ma a parlare è la musica. In questo caso, muovendomi in ambito alternative pop, devo stare attento a come pormi sui social ed all’immagine. Non mi è costato fatica perché col passare degli anni mi sono abituato a seguire questi aspetti pure con la band. Lavoro con un team di persone fresche e non potrei essere più felice.

Come è nato Tacøma?
Sono da sempre un grande appassionato della pallacanestro NBA e sono cresciuto col grunge. I Seattle Supersonics erano la mia squadra preferita ma purtroppo adesso non ci sono più. Tacoma è un posto più o meno a metà tra strada tra Seattle, dove è nato il grunge e sono cresciute band come Nirvana e Soundgarden, e Portland, dove giocano i Trail Blazers. É nello stato di Washington, in piena zona Twin Peaks.

In questi mesi hai pubblicato diversi singoli. Qual è la canzone che secondo te rappresenta meglio il progetto?
Probabilmente quella che devo ancora scrivere. Tra le edite direi ‘Mai +’ perché si percepisce il mio background rock ma allo stesso tempo possiede un beat moderno e influenze pop come Coldplay o Post Malone. I giri di chitarra invece sono legati al mondo musicale da dove provengo.
 
A livello di produzione cosa avevi in mente? Perchè il disco non sembra mai scegliere una direzione precisa..
È esattamente così. Anche con i Platonick Dive cerchiamo di essere molto bilanciati. ‘Panorama +’ è in bilico tra il pop rock analogico e una componente digitale elettronica. Un ibrido che posso presentare sia con la band al completo che in formazione ridotta e più elettronica. Il sound è cresciuto un po' per volta collaborando con Fabrizio Pagni, con cui lavoro fin dai tempi di 'Therapeutic Portrait'. Oltre ad essere un grande appassionato di elettronica fredda e scandinava come me, ha un passato nel metal e ci completiamo molto bene. 

Hai accennato alla trasposizione dal vivo dei brani. Cosa hai in mente per i prossimi mesi? 
Credo che la vera essenza di Tacøma venga fuori soprattutto con la band al completo e la premiere che è andata online su YouTube di recente la descrive piuttosto bene. Con me ci sono Luca Battistini alla chitarra, Simone Ghiani alla batteria e Fabrizio Pagni, che oltre ad occuparsi della produzione suona il basso e le tastiere. In questi mesi abbiamo rivisto tutti gli arrangiamenti inserendo parti di chitarra dove c'erano dei synth digitali. 

Ricordo bene quando iniziasti a cantare con i Platonick Dive. Prima le parti vocali erano quasi accennate poi sono aumentate e adesso con Tacøma dimostri di essere cresciuto tantissimo. 
È difficile da spiegare quello che è successo. In realtà ho sempre cantato. Nella versione primordiale dei Platonick Dive, quando ancora c'era solo Marco, avevamo forti influenze grunge e ricordavamo i Verdena. Poi abbiamo incontrato Jonathan e ci siamo innamorati del post rock e dell'elettronica. A quel punto è emersa in maniera naturale l'esigenza di creare qualcosa di moderno e ho abbandonato l'aspetto vocale. Negli anni però questo amore è tornato anche se nei Platonick Dive lo considero più come uno strumento. Alla fine è qualcosa che colora, mentre con Tacøma ricopre un ruolo fondamentale. È cambiato totalmente il mio approccio e, anche se non ho preso lezioni in particolare, ho cominciato a cantare sempre più spesso. 

Immagino che anche l'approccio compositivo sia stato differente..
Ora faccio quasi tutto senza computer e mi concentro molto sui testi. Con i Platonick Dive invece è impensabile non usare il computer, anche se pure per Tacøma ho usato dei loop di Ableton aggiungendo un tocco cantautoriale. Non c'è uno schema preciso. 'Panorama +' è nato più digitale mentre le cose nuove sono alla vecchia maniera. Se una canzone funziona voce e chitarra o voce e piano a quel punto posso farla in qualsiasi modo. 

A cosa stai lavorando adesso? 
Non c'è un progetto che ha la priorità attualmente. Sto lavorando in parallelo a nuove canzoni di Tacøma ed al quarto album dei Platonick Dive. Sicuramente il prossimo anno uscirà qualcosa. 

Il pubblico di riferimento dei Platonick Dive è molto più internazionale mentre con Tacøma punti forte al mercato italiano. Ti ha spiazzato questo cambiamento?
Diciamo che in quest'ultimo periodo ho avuto conferme su come il sistema italiano abbia delle carenze importanti. Con il passare del tempo però ho accumulato esperienza e sono pronto ad affrontare le difficoltà in modo diverso. Credo che sia il momento di viaggiare forte e non tirarsi indietro. Poi arriverà il momento di tirare il fiato. Con i video sto lavorando molto sull'immagine del progetto. Ritengo sia importante fare la differenza visto l'enorme quantità di contenuti che si trovano in rete. Voglio essere riconoscibile e mi piace molto seguire la creazione dei video che nascono da una mia idea, in seguito sviluppata con il regista. 

Come ultima cosa ti chiedo di 'Disco Novanta', senza dubbio uno dei pezzi che mi ha colpito di più di 'Panorama +'. Si ispira a qualche locale in particolare?
È un pezzo a cui sono molto legato. Intanto perché puoi trovarci delle citazioni colte nel testo. Lo strumentale è opera di Fabrizio Pagni. Gli ho chiesto di inserirci una cassa dritta anni novanta ma nel contempo volevo che l'elettronica fosse liquida e ricordasse un po' i Royksopp. Il ritornello è nato a casa mia una sera in cui avevamo esagerato con i Cuba Libre. 

(parole di Gabriele Centelli) 

TACØMA
From Italia

Discography
Panorama + (2021)