-Core
God Damn
UK
Pubblicato il 02/09/2021 da Lorenzo Becciani

Come è nato il titolo del nuovo album?
Il nome girava nella mia testa da diversi anni. È sempre stato qualcosa che avrei voluto utilizzare per qualcosa di DIY e nelle altre produzioni e stavolta i pianeti si sono scontrati. Sono un grande fan dell’ideologia di ‘Raw Power’, il fantastico disco degli Stooges. 

Avete pensato a qualcuno in particolare?
Immagino che si tratti di un confronto con la mia natura libera, una proiezione delle mie paure.  Parlo delle paure e dei difetti degli altri, della società occidentale, dell'uomo moderno, del capitalismo ecc... prima di chiedere conto a qualcun altro, devo essere in grado di essere un libro aperto.

Quando avete iniziato a comporre il nuovo materiale?
Alcune idee sono vecchie di anni ma la maggior parte del materiale è stato scritto durante il lockdown. Mi sono venute in mente le idee principali per i testi, poi ci siamo presi tutto il tempo possibile visti i pochi periodi di apertura, ma parecchio del lavoro, come puoi immaginare, è stato fatto in videochiamata. Andavo a registrare da Ash, che suonava la batteria in sala prove, e Hannah e Rob mi giravano le parti di synth dalle loro case di Sheffield. Le chitarre le ho registrate a casa mia e le voci in macchina o in sala prove. Mi piace sottolineare il fatto che il punto di partenza per quasi tutte le canzoni sono stati i testi. 
 
Qual era la visione quando avete iniziato il processo?
Semplicemente pubblicare qualcosa di crudo e onesto. Abbiamo sfogato la nostra rabbia, siamo stati sinceri e abbiamo parlato di quello che avevamo bisogno di tirare fuori. Nessuno ci ha detto cosa fare. L’idea iniziale era di pubblicare un EP DIY ma poi lo abbiamo presentato all’etichetta e ci hanno detto che sarebbe stato il nostro migliore full lenght. 
 
Vi siete nuovamente ispirati a 'Everything Ever' a livello sonoro?
È interessante questo aspetto perché con quel disco abbiamo svoltato e ci siamo allontanati dai primi due dischi. Su ‘Everything Ever’ ci sono ottime canzoni e la produzione è quasi indie-pop, ma per tanti fattori eravamo troppo legati all’industria musicale. Abbiamo subito troppe influenze dall’esterno e non succederà più. I ritornelli sono nati in maniera naturale, ma il modo con cui sono stati confezionati mi fa venire voglia di darmi un pugno sulle palle o ficcarmi le unghie negli occhi. Abbiamo perso di vista il motivo per cui abbiamo iniziato a suonare. L'industria musicale è piena di stronzi che pensano solo a sè stessi e per fortuna ci sono un sacco di belle persone come quelle della nostra etichetta e del team che ci sta intorno che ci lasciano respirare e ci coprono le spalle.

Com’è stata la pandemia a Wolverhampton? Il processo è stato più complesso o tranquillo a causa dell’emergenza sanitaria? 
Ci sono state tante restrizioni ovviamente. Per certi versi me le sono godute perché ho ritrovato un po’ di pace nella vita ma mi mancavano amici e famiglia. Fare musica con i propri amici è l’unica cosa che mi mantiene sano. 
 
L’album è potente, rumoroso e cinico. Riflette le vostre personalità oppure siete dei ragazzi umili e gioiosi?  
Di sicuro non chiudo la bocca facilmente. Ma siamo tutti un po’ sciocchi. Cerchiamo di essere positivi per la maggior parte del tempo e siamo innamorati l’uno degli altro.  
 
Perché avete scelto ‘Yout’ e ‘Shit Guitar’ per anticipare la release? Quali sono le altre tracce chiave?
‘Yout’ ha chiuso la porta a calci, ‘Shit Guitar’ ha gridato nella stanza! Crediamo molto in ‘Little Dead Souls Pt. 1 &2’. 
 
Che obiettivi vi siete posti in termini di produzione e mixaggio?
Grande domanda! Sono un nerd di questa roba. Volevo che si sentisse come se sentisse pulito ai lati, ma che rappresentasse ancora il suono della band dal vivo. Batteria, fuzz e distorsioni di chitarra, mono synth, tastiere e voce grossolana. Ho impostato i nostri strumenti e limiti per allinearmi con il suono che avevo nella testa. Mi sono innamorato di un amplificatore economico degli anni '80, tutte le chitarre le ho registrate con quello e abbiamo limitato i nostri strumenti agli stessi suoni di bass synth e mellotron. Quando stavo registrando la batteria di Ash, ero ossessionato dall'approccio minimale e ho optato per la maggior parte di un overhead mono per aspirare tutta l'aria e mantenere l’effetto crudo. 
 
Avete collaborato con Sylvia Massy e Jonathan Nuñez. Puoi raccontarci qualche storia divertente?
Dopo aver lavorato con Sylvia nell’album precedente, è diventata una grande amica e mi ha tramesso tanta saggezza, comportandosi come una zia pazza o una Sensai. Abbiamo registrato in una vecchia stazione della metropolitana abbandonata ed è stata un’esperienza pazzesca. C’è voluto il più grande produttore con cui abbiamo mai lavorato per dirmi che la band aveva bisogno di un suono grezzo e trashy. Con Jonathan ci siamo conosciuti quando siamo stati in tour con i Red Fang. Anche i suoi Torche facevano parte del tour e così gli ho girato alcuni demo. Ha chiesto di essere coinvolto e si è occupato del mixaggio svolgendo un lavoro incredibile. Se cercate un suono enorme e heavy lo consiglio sicuramente. 

Meglio in due, in tre o in quattro? Come avete conosciuto Hannah Al Shemmeri e Robert Graham?
Ognuna delle opzioni ha i suoi vantaggi e non è la prima volta che lavoriamo con Rob, che aveva già suonato su ‘Everything Ever’. Lo abbiamo conosciuto quando suonava nei Wet Nuns, circa dieci anni fa. Suona con successo nei  Working Men's Club quindi non è facile averlo con noi dal vivo. Hannah è stata una fantastica aggiunta per la band, sia dal vivo che in studio. Ha aggiunto la giusta energia e migliorato la qualità sonora delle nostre esibizioni. La sua arte si adatta alla nostra ed è bello avere una visione comune. 
 
Che tipo di show dobbiamo aspettarci per ‘Raw Coward’?
Qualcosa di estremamente compatto. Avremo il nostro sound migliore di sempre. La band si sente una unità assoluta nella catarsi live. Siamo appena tornati da alcune date nel Regno Unito e ci faremo trovare preparati. È uno spettacolo divertente, senza guanti, nonostante la cupa colonna sonora. Sarà comunque una festa.

Nessuno ascolta più album nel 2021. Che rapporto hai con Spotify o altri servizi di streaming?
Io lo faccio ancora, ma è un’arte dimenticata sicuramente. Il nostro nuovo album dura trenta minuti e mi auguro che le persone lo ascoltino per intero. Essendo un audiofilo sono per Apple Music, soprattutto per l’esperienza sonora . Eticamente è abbastanza accettabile ma non sono preoccupato del fatto che Spotify riesca a strappare qualche artista major con poche sterline. Alla fine credo che debba esserci un sistema che aiuta le band provenienti da comunità svantaggiate. Dovrebbero avere accesso all’enorme potenza che Spotify ha acquisito. Chiamami pure socialista. 

Qual è l’ultimo full lenght che hai ascoltato dall’inizio alla fine e ti è piaciuto veramente?
Mi è piaciuto ‘Harmonizer’ di Ty Segall. Dal punto di vista della produzione è un capolavoro. Musicalmente e liricamente è un po’ basico ma mi piace anche per quello. Poi suonerà un po’ ruffiano ma ho ascoltato molto la vecchia band del mio boss ovvero i Flux Of Pink Indians. Mi ha distolto per un po’ dall’ossessione per ‘HNSNSN’ dei Discharge. 

Sei un collezionista di musica? Quanti cd o vinili possiedi? 
Una tonnellata di cd e pochi vinili ma ho trentadue anni e spendo i miei spiccioli in microfoni o materiale per registrare. Devo fare uscire quel suono dalla testa!
 
 
 

God Damn
From UK

Discography
Vultures (2015)
Everything Ever (2016)
God Damn (2020)
Raw Coward (2021)