-Core
Hladomrak
Svezia
Pubblicato il 03/09/2021 da grunt

La “gelida oscurità” è stata forgiata a Stoccolma nel 2011. Com’era la scena all’epoca? Quanto è cambiata adesso? Quali sono le migliori band attualmente?
All’epoca la scena era ancora attiva. Le band avevano tanti posti dove potersi mettere in mostra e suonare dal vivo. A Stoccolma c’erano concerti ogni venerdì e sabato in tanti locali diversi. Ad un certo punto la scena ha preso una brutta piega e l’aspetto interessante è che questo è accaduto un anno prima che scattasse l’emergenza sanitaria. Alcune leggi restrittive sono state applicate nella capitale, e così, un paio di buoni locali sono stati chiusi. Sono semplicemente scomparsi. Da quel momento in poi sempre più locali hanno cessato di esistere. Questo è particolarmente triste perchè il movimento metal e rock aveva comunque una solida base, sia per i gruppi emergenti sia per quelli più noti, in un posto chiamato Copperfields. L’unico club dove vengono organizzati piccoli gig attualmente è il Fredagsmangel. 
 
Possiamo ancora parlare di scena black metal svedese? Gruppi come Marduk, Watain, Dark Funeral e Dissection hanno fatto proseliti?  
È difficile chiamarla così adesso. Di sicuro è impossibile fare paragoni con la scena degli anni ‘90. Si stanno sicuramente formando delle nuove band ma non c’è questo grande legame tra il black metal e lo storico swedish sound.  Il fascino di ciò che era una volta è stato per lo più annacquato in un ambiente amichevole con poche prospettive di affari. 
 
Quali sono i ricordi più belli delle registrazioni di ‘Hladomrak’? Qual era la vostra visione quando avete cominciato?  
I ricordi più belli sono legati alle sessioni del secondo album perchè è stato il primo che abbiamo registrato con la line-up al completo. Rammento che ogni traccia venne curata nei dettagli. Per esempio la intro ‘Nuclear Winter’ richiese diversa sperimentazione. Una volta registrata, Evgenerator soffiò sulle corde della sua chitarra per ottenere un suono simile a quello di un synth. Volevamo creare una musica melodica, dark, brutale e glaciale con influenze pagan e black metal e qualche elemento death metal. La direzione delle liriche non è mutata perché ci siamo sempre concentrati sulla misantropia e sui lati oscuri del genere umano. 
 
Com’è stata la transizione da ‘Hladomrak’ a ‘Arctic Hysteria’?
La differenza principale tra i due lavori sta nel songwriting. Nel primo caso, Evgenerator scrisse e registrò tutto da solo mentre nel secondo album il bassista Dipa ebbe un grande impatto nella creazione dei riff. Canzoni come ‘Spirit Of The Forest’ e ‘Omnicide’ sono state scritte da lui e pure il batterista Hagall contribuì agli arrangiamenti. 

Cosa volevate migliorare o cambiare con ‘Archaic Sacrifice’?
Ci sono un sacco di elementi nuovi. Un nuovo cantante significa un ampio range di sperimentazione a livello vocale con una base lirica unica ovvero il Fall Division-Luciferianism. Il riffing è simile al passato ma abbiamo implementato nuove idee. Ci sono anche più dinamiche e credo che l’album sia molto interessante da ascoltare. Devo dire che il suono di batteria è migliorato tantissimo grazie a  Nils Fjellström, aka Dominator. In generale l’atmosfera e le vibrazioni sono differenti. 

Che tipo di sound desideravate ottenere stavolta? 
Il sound che abbiamo ottenuto al Drygva Studio è esattamente ciò che volevamo. Ormai lavoriamo lì dai tempi dell’EP ‘Inner Death’ e del singolo ‘Death In Silence’. Il sound di chitarra è basato su una Gibson Flying V e amplificatori Peavey 5150 e Mesa Rectifier. Al termine di ‘Wistarbor’ puoi sentire uno strano arpeggio di chitarra che abbiamo inserito per fare suonare disarmonico il finale. 

C’è un concept specifico dietro al nuovo album? Lo avete concepito prima o dopo il processo?
Il titolo è connesso al tema di ciascuna traccia e riassume il concept. Il nome si riferisce alla razza usa e getta e di breve durata che sarà per sempre cancellata da questo pianeta. Non posso invece rispondere alla seconda domanda perché il concept era presenta già prima ma si è evoluto  quando l'album ha iniziato a prendere forma. È stato una specie di processo simultaneo. Una nuova radice è stata introdotta in una vecchia vite, per così dire. C'è un concept principale, fin da quando è nata la band, che è ancora molto vivo. Quando la musica è stata composta abbiamo discusso su quale traccia usare per un pezzo specifico di testo, solo per ottenere l'espressione giusta. A volte i testi venivano scritti prima di unirsi alla musica e dovevano essere adattati, quindi si verificavano alcuni lievi cambiamenti. Alcune volte i testi sono stati aggiunti dopo la creazione della musica.

La line-up è cambiata. Puoi riassumerci cosa è accaduto?
Nessuno è morto quindi niente di drammatico. Ci siamo separati dal batterista Hagall poco dopo l’uscita di ‘Arctic Hysteria’ e Dipa ci ha lasciati a metà delle registrazioni di basso di ‘Archaic Sacrifice’. Lo sveliamo adesso, proprio con questa intervista. Talon ci ha raggiunto approssimatamente dopo la pubblicazione di ‘Inner Death’ e adesso Dominator appare come session drummer. La line-up cambia di volta in volta. É viva. 

Parlaci del ruolo di Dominator.. 
Il ruolo è stato quello di dominare. Quando abbiamo deciso che sarebbe stato coinvolto in questa registrazione, gli è stata immediatamente data piena autonomia per fare tutto ciò che era necessario per portare il suo bagliore nella musica. Inizialmente gli è stato presentato un modello di batteria per ogni traccia, una sorta di nucleo base con cui lavorare. Ovviamente il risultato finale ha schiacciato quel modello.

Quali sono i vostri tre album preferiti nel catalogo di Non Serviam Records?
Questa è una domanda difficile. Una top ten sarebbe stata più appropriata. Se devo sceglierne proprio tre allora direi ‘Portraits’ dei Perennial Isolation, ‘Our Wretched Demise’ dei Keiser e ‘Death Unchained’ dei Nexorum. 

Qual è il lato oscuro della Natura che amate di più?
Il fatto che alla fine muoriamo tutti. 

 

Hladomrak
From Svezia

Discography
Hladomrak 2013
Arctic Hysteria 2017
Archaic Sacrifice 2021