Ciao Peter, come stai? É bello sentirti dopo tanto tempo..
Eh sì, c’è voluto un po' per tornare..
Perché sono dovuti passare otto anni per ascoltare il successore di ‘End Of Disclosure’?
L’ultimo tour di ‘End Of Disclosure’ è stato nel Dicembre del 2019 quindi soprattutto perché siamo stati costantemente in tour. Nel frattempo è uscito un album dei Pain e ne sono usciti due dei Lindemann ed anche in quei casi siamo andati in tour per promuoverli. Avrei bisogno di clonarmi a volte ma la realtà è che non voglio scrivere un album tanto per farlo. Ho bisogno di essere nel giusto stato mentale.
In effetti non sarebbe male, soprattutto per i tuoi fan e visto che parli sempre di materie futuristiche potrebbe essere un’idea. A parte le battute, credo che ‘End Of Disclosure’ possa essere considerato come il capitolo finale della seconda era degli Hypocrisy. Pensi che ‘Worship’ possa aprirne una nuova?
Non ragiono in questo modo. Cerco solamente di scrivere canzoni migliori e produrle sempre meglio. Ogni volta voglio che sia un album degli Hypocrisy, sia perché amo farlo sia perché il pubblico vuole questo.
Quando hai cominciato a scrivere il materiale?
Circa tre anni fa quando ho deciso di registrare dei demo con mio figlio Sebastian solo per il piacere di farlo. É stato lui a comporre ‘Dead World’ e questo è stato l’inizio del processo ed essendoci stati tour nel mezzo non mi sono mai guardato alle spalle ma ho sempre cercato di scrivere qualcosa di più fresco. È stato un bene, anche se poi ho avuto qualche difficoltà ad assemblare il materiale.
Questo è molto interessante in un periodo in cui nessuno ascolta più dischi dall’inizio alla fine. Quanto è importante per te l’ordine delle tracce?
Lo è moltissimo. Sono un tipo vecchia scuola e cerco di creare un flusso ed un filo conduttore nella musica.
Oltre che un grandissimo musicista sei un famoso produttore e lavori continuamente con altre band. Quanto è cambiato il tuo modo di approcciarti alla produzione degli album in questi anni?
Produrre i propri album è orribile! Non lo raccomando a nessuno! Negli Hypocrisy mi occupo del songwriting, della performance, della produzione e anche del mixaggio e della masterizzazione. È un lavoro immenso ma alla fine è colpa mia perché non voglio coinvolgere nessun altro.
Che tipo di sound volevi ottenere stavolta?
Credo che il sound di ‘Worship’ sia una via di mezzo tra alcune produzioni degli anni ‘90 ed un certo click moderno. Purtroppo le produzioni di oggi sembrano tutte uscite dai laptop e, se con i Pain va bene che si sentano le macchine, con gli Hypocrisy pretendo che il sound abbia un’anima. È la prima cosa che cerco quando inizio un nuovo processo creativo.
Titoli come ‘Dead World’ o ‘We’re The Walking Dead’ sono ispirati a qualche serie televisiva o alla specie umana in generale?
Alla specie umana nel suo complesso. Gli ultimi due anni non hanno fatto altro che aumentare il mio pessimismo. Le banche dominano il mondo e fanno di tutto per indirizzare le persone verso certi comportamenti che li portano ad essere soggiogati. Prima la crisi elettrica, poi l’aumento del prezzo del petrolio e lo sfacelo ambientale. Siamo solo all’inizio.
Di cosa parla invece ‘Chemical Whore’?
Molte più persone di quello che si possa pensare prendono pillole tutti i giorni. Nessuno è più felice di chi lavora nelle case farmaceutiche e ormai non sappiamo più come andare avanti, cosa mangiamo e cosa ci riserverà il futuro.
É vero che hai lasciato i Lindemann?
Sì, ho avuto dei problemi e ho capito che non faceva più per me. É successo dopo l’ultimo tour, anzi a dire il vero durante.
Sei un’icona del death metal. Come vedi la scena attuale?
Sono l’ultima persona a cui dovresti chiederlo perché amo i dischi degli anni ‘80 e ‘90, anche se è normale che ci sia un’evoluzione per le nuove generazioni. É sempre stato così. Se ascolti il black metal primordiale, quello di Venom, Possessed e infine dei Mayhem, che sono nati negli anni ‘80, e poi ascolti quello degli anni ‘90 ovvero gruppi come Cradle Of Filth, Dimmu Borgir o Marduk ti rendi conto che non è la stessa cosa. A me non importa molto di cosa pensa la gente. Scrivo musica perché mi piace e non ho mai voluto essere popolare. Altri non la pensano così, ma sono convinto che se non fossi onesto e tentassi di vendere l’anima non funzionerebbe a lungo.
Chi sono gli Dei dell’Underground?
È una storia in cui ribalto la concezione per cui il potere alieno o comunque che dominerà il mondo in futuro debba necessariamente venire dallo spazio. Ho pensato che tutte le catastrofi che ci sono state sulla Terra abbiano spinto alcune persone a nascondersi al suo interno. Loro sono gli Dei dell’Underground.
(parole di Peter Tägtgren)