-Core
Trentemøller
Danimarca
Pubblicato il 28/02/2022 da Lorenzo Becciani

Prima di tutto complimenti, non solo perché il nuovo album è bellissimo ma perché sei riuscito a creare un vero e proprio viaggio per l’ascoltatore. Vorrei però partire dalle tue prime mosse nell’ambiente musicale. Cosa ricordi del tuo primo periodo come artista?
Quando ho formato la mia prima band avevo sedici anni ed eravamo orientati sul brit pop. In quel periodo scrivevo anche musica solo per me e soprattutto cercavo di trovare il mio suono. Ci sono voluti diversi anni ma ho sempre amato combinare suoni elettronici puri e freddi con melodie calde di origine analogica e non mi sono mai guardato indietro. 

Cosa è importante ricordare del passato?
La memoria è una componente importante della vita di ognuno di noi e ha molto a che vedere con il creare musica. Quando ascolti una canzone da adolescente e te ne innamori puoi star certo che riascoltandola trent’anni dopo ti farà tornare indietro nel tempo. É una questione di atmosfere e di vibrazioni. Quando mi siedo al pianoforte e compongo non scrivo quasi mai nulla perché se il giorno dopo l’idea è svanita dalla mia mente allora significa che non era così buona. É per questo che ho scelto questo tema. 
 
Quando hai iniziato a comporre le nuove canzoni?
Ho iniziato circa due anni fa. L’album in realtà era pronto da una decina di mesi ma i ritardi di consegna dei vinili mi hanno costretto a rinviare l’uscita. Mi capita di passare 1-2 mesi senza scrivere niente ed al contrario di avere settimane in cui sono molto ispirato e concentrato sul prodotto finale. 

Che tipologia di suono volevi ottenere? 
‘Veil Of White’ è stata la prima canzone che ho scritto e ha influito molto sul suono dell’album. Ho cercato di seguire quelle vibrazioni per tutto il lavoro. Credo che ‘Memoria’ sia un album malinconico ma anche sognante, sicuramente più confortevole e ottimista rispetto ai lavori precedenti. Contiene diversi sprazzi di luce. 
 
Qual è stato il momento più eccitante in studio?  
Quando Lisbet, la mia fidanzata, ha registrato le voci di ‘In The Gloaming’. È stata fantastica e mi ha messo i brividi. Per l’occasione ho usato una tecnica speciale, stratificando una decina di registrazioni vocali l’una sull’altra in maniera da rendere la sua voce angelica e spettrale. 

Cosa puoi dirci dei video di ‘In The Gloaming’ e ‘No More Kissing In The Rain’?
Il primo l’ho girato io con il mio iPhone. Alcune immagini le ho realizzate alla spiaggia vicino a dove abito, poco fuori Copenhagen nei pressi dell’aeroporto, ed il resto nel giardino di casa mia. Mi piace lavorare con grandi registi, come Fryd Frydendahl che ha diretto in maniera egregia il video di ‘No More Kissing In The Rain’, ma anche fare le cose per conto mio. Fa parte del mio modo di vivere la musica. ‘No More Kissing In The Rain’ è una storia di amore che finisce male, un pezzo molto cinematico che rappresenta bene l’idea concettuale che c’è dietro  all’album. É una canzone epica ma con un suono molto potente ed allo stesso tempo intimo. 

Cosa hai ascoltato di recente di interessante?
Sembrerà strano ma ascolto poca elettronica. Preferisco la musica classica o il jazz. Anche qualcosa di folk o indie rock. Non sono molto per la neoclassica mentre adoro compositori come Erik Satie, la cui opera al piano è così minimale e mi ha ispirato tantissimo.

Che tipo di show dobbiamo aspettarci?
Ho una nuova band e sarà qualcosa di diverso ed eccitante. Stiamo provando proprio in questi giorni e non vedo l’ora di partire in tourbus. Fare il dj negli ultimi anni mi ha annoiato e adoro il modo in cui le canzoni si sviluppano e crescono man mano che vengono eseguite dal vivo.  

Che significato ha la copertina?
É una fotografia che ha scattato un’artista islandese che si chiama Dora Duna. Insieme abbiamo riflettuto sul fatto che la memoria è sempre diversa. É un’immagine semplice ma che si adatta al titolo perché ti costringe a guardare dentro le cose e dentro te stesso. 

Una delle ultime tracce dell’album è ‘Like A Daydream’. Trovi che questo sia il modo giusto per ascoltare la tua musica?
Probabilmente hai ragione. La mia musica è senza dubbio sognante, malinconica ma anche moderna. In scaletta infatti ci sono anche pezzi aggressivi come ‘Dead Or Alive’. 

Come giudichi la scena musicale danese di oggi?
Ci sono ottime band. Vent’anni c’era solo musica brutta e sdolcinata. Adesso invece ci sono grandi artisti in tanti ambiti come rock, elettronica, dance,  hip hop e r&b. La qualità si è innalzata in maniera notevole. 
 

Trentemøller
From Danimarca

Discography
2006 – The Last Resort
2010 – Into the Great Wide Yonder
2013 – Lost
2016 – Fixion
2019 – Obverse
2022 - Memoria