-Core
Sylvaine
Norvegia
Pubblicato il 12/03/2022 da Lorenzo Becciani

Grazie mille per la tua arte. Soprattutto in questo periodo è davvero preziosa. 
Ti ringrazio tanto per quello che dici. Sono d’accordo sul fatto che abbiamo più bisogno che mai di arte in un periodo in cui il mondo è terribilmente diviso e pieno di oscurità. L’arte può aiutare le persone a sognare, ad avere speranza e soprattutto a staccare per qualche momento dalla situazione attuale. Anche se ciò dovrebbe essere classificato come fuga dalla realtà, è troppo importante stare a galla. 

Vorrei compiere un piccolo passo indietro. Cosa ricordi delle prime mosse nel music business? 
Fin da quando ho scoperto che la musica poteva essere un modo di esprimermi liberamente come nient’altro nella mia vita, ho cercato di farla diventare un lavoro. Non ho mai messo in questione il percorso artistico ma ho preso delle decisioni che mi hanno spinta fino a dove sono adesso. Tornando indietro, avevo poca esperienza e mi sono fatta consigliare solo dai miei genitori. Mi sono subito resa conto che sarebbe stato difficile e sono fortunata ad essere figlia di musicisti. Mio padre era un batterista professionista mentre mia madre ha lavorato come promoter e in etichette discografiche. Avevo un’idea di quello in cui mi stavo mettendo e non mi illudevo che sarebbe stato solo divertimento. Di sicuro non avrei mai immaginato di potere portare così avanti il mio progetto solista, ma dopo un po’ ho preso confidenza con la mia visione musicale e ho capito che non avevo bisogno di una band per realizzarla. 

Com’è stata la transizione da ‘Silent Chamber, Noisy Heart’ a ‘Wistful’?
‘Silent Chamber, Noisi Heart’ è servito per provare a me stessa di essere in grado di pubblicare un disco che mi permettesse di condividere tutti i miei problemi più intimi, i pensieri e le emozioni che nutrivo verso il mondo. Ho sempre avuto scarsa autostima in termini musicali e quindi è stato importante cercare di tirare fuori una narrativa negativa da dentro di me e focalizzarmi su qualcosa di autentico, vero e enorme. Ho fatto tutto da sola e ho imparato molto da quel processo, sia dal punto di vista personale che da quello musicale. Tante piccole cose che hanno reso più semplice ‘Wistful’. A quel punto sono riuscita ad ottenere il suono che avevo in mente per Sylvaine fin dall’inizio. 

Poi hai dato alle stampe un altro bellissimo album come ‘Atoms Aligned, Coming Undone’. Sei rimasta soddisfatta dal feedback ricevuto?
Sono onorata del feedback ricevuto da tutti i miei lavori, ma credo in ogni caso che ‘Atoms Aligned, Coming Undone’ abbia superato i primi due album e si sia assestato su un gradino superiore. Ciò si è riflesso nella reazione delle persone, dei mercati e della stampa. Sono molto orgogliosa del risultato finale anche perché è stato un processo difficile da portare a termine. Avevo un sacco di dubbi in quel periodo e l’ho realizzato sotto pressione. Il titolo è un’espressione che nasce nel profondo e ha preso una piega oscura, e l’equilibrio tra le forze opposte presenti nella mia musica è stato più importante che mai. Posso dirti però che non mi sono seduta pensando che il quarto album avrebbe dovuto suonare in un modo preciso. É successo, esattamente come per i precedenti, in maniera molto naturale e l’obiettivo principale rimane costruire qualcosa per le emozioni che sto cercando di comunicare con ogni canzone e lasciare che sia la forza trainante a dare forma a tutto. 

Ritieni che post-metal sia un termine giusto per descrivere la tua musica?
Preferisco che siano le persone a decidere e chiamarla come preferiscono. Quindi perché no.. 
Quando hai cominciato a comporre il nuovo materiale? É stato un processo complicato? 
Ho iniziato a lavorare a ‘Nova’ nel 2019 ed è stata la mia creazione più pesante di sempre. Essendo un disco sulla perdita, sulla caducità della vita, nato da una situazione che mi sembrava davvero senza speranza, è stato un disco emotivamente pesante da esprimere. Per questo motivo, oltre alle restrizioni dovute al Covid, c’è voluto un tempo maggiore comporlo. Credo che fosse tutto finito nei primi mesi dello scorso anno. Visto che il concept era così vicino al mio cuore, era fondamentale per me che ogni pezzo del disco convogliasse alla perfezione le mie emozioni. Ho cercato davvero di spingermi oltre i miei limiti con ‘Nova’, rendendomi più vulnerabile. 

Che tipo di sound desideravi ottenere in studio? Chi ti ha aiutato in termini di produzione e mixaggio? 
In studio eravamo solo io e Benoit Roux. Non abbiamo voluto alcun feedback dall’esterno e ci siamo fidati l’uno dell’altra al cento per cento, per rimanere aderenti al suono che avevo in mente prima di entrare in studio e lasciare che ogni canzone dettasse quello di cui c’era bisogno dal punto di vista emotivo. Tutto si è svolto in maniera organica. 

Prova a recensire ‘Nova’ e ‘Nowhere, Still Nowhere’ per i nostri lettori. 
Per molti anni ho pensato di utilizzare un vero coro in uno dei miei album. Adoro le armonie vocali e mi sono immaginata che fosse perfetto per ‘Nova’, visto che il proprio corpo è lo strumento più personale che esista. La traccia si base su cinque parti vocali e un paio di synth che irrobustiscono l’atmosfera, e contiene ogni singola emozione che è emersa durante la creazione dell’album. Senza dire una singola parola, ‘Nova’ dice tutto e rappresenta la perfetta introduzione al disco. ‘Nowhere, Still Nowhere’ è la storia di una tempesta interiore con un’essenza molto malinconica ed una struttura musicale catchy. Riflette il feeling di una vita di costanti cambiamenti e mi aiuta a ricordare che nessuno è tangibile e come è facile perdere il controllo e sentirsi frustrati. É molto ritmica, ambientale ed è strutturata con una stratificazione di voci, synth ed effetti di chitarra. Nel complesso ogni traccia ricopre un ruolo importante nella storia di ‘Nova’. Ognuna di esse può ergersi singolarmente oppure rappresentare un certo step del viaggio. 

Qual è stato il tuo concerto migliore fino adesso?
È difficile sceglierne solo uno. Sono stata fortunata ad avere delle grandi esperienze fin dal primo show, che si è tenuto nel 2016. Di recente ricordo il Damnation Festival del 2021. Era la prima volta che tornavo sul palco dopo due anni e mezzo ed è stato surreale e meraviglioso essere di nuovo in fronto a tanta gente. C’era così tanta energia. Sia io che tutti i membri della band abbiamo sentito la mancanza dei concerti durante la pandemia. 

Quali sono i migliori album che hai ascoltato di recente? 
Per molti mesi non ho ascoltato niente perché sono stata troppo occupata, almeno fino all’inizio dell’anno, ma dischi come ‘In The Nightside Eclipse’ degli Emperor, ‘Detritus’ di Sarah Neufeld, ‘The Malady Of Elegance’ di Goldmund, ‘Autumn Aurora’ dei Drudkh, ‘Flowers For Vases/Descansos’ di Hayley Williams, ‘Noktvrn’ dei Der Weg Einer Freiheit ed il nuovo album di Carpenter Brut sono stati in heavy rotation negli ultimi tempi.   

Fare musica dark è una scelta necessaria o volontaria?
La musica che scrivo è una sorta di un dario sonoro per me. Non compio quasi mai scelte consapevoli, specialmente nello scrivere musica dark o triste. É semplicemente ciò che viene fuori. É una specie di catarsi. Anche come ascoltatrice mi trovo maggiormente a mio agio quando mi avvicino a musica dark perché riesco ad immedesimarmi meglio. Sono molto aperta per quanto riguarda la musica e quindi riesco a relazionarmi con tanta roba diversa. 

(parole di Katherine Shepard) 

 

Sylvaine
From Norvegia

Discography
Silent Chamber, Noisy Heart 2014
Wistful 2016
Atoms Aligned, Coming Undone 2018
Nova 2022