-Core
Watain
Svezia
Pubblicato il 20/04/2022 da Lorenzo Becciani

Il titolo dell’album si riferisce al film con Charlton Heston e Rex Harrison tratto dal romanzo di Irving Stone?
Sono a conoscenza del libro ma è un titolo che mi ha accompagnato per molti anni. Per quest’album ne volevo uno molto diretto, invece che nascondermi dietro a parole complicate. É potente, epico e drammatico come la Passione di Cristo. Rappresenta la dualità dei Watain e comprende tutte le emozioni estreme che ci riguardano. 

Qual era la visione dopo ‘Trident Wolf Eclipse’?
Creare qualcosa senza confini. Con l’album precedente ci siamo spinti in una direzione molto precisa, estrema e tradizionale in termini di black metal. Con ‘The Agony And Ecstasy Of Watain’ abbiamo composto in completa libertà per ottenere qualcosa di diverso. Abbiamo preso per buono tutto quello che ci sembrava potente, seguendo un approccio senza regole e così è nato il migliore album della nostra storia.  Il nostro obiettivo è sempre stato crescere di release in release.

Quando avete iniziato a comporre il materiale?
Scrivo costantemente e ho un sacco di riff da parte. Il problema è mettere le canzoni insieme e questo accade in sala prove. Con l’emergenza sanitaria abbiamo avuto tanto tempo a disposizione e mentre le canzoni nascevano si leggeva un grande entusiasmo nei nostri occhi. 

È stato un processo complesso?
È sempre complesso. Comporta una quantità uguale di agonia e estasi nel cervello. Arrivare al massimo è difficile per un artista ma deve essere così. In ogni caso è stato un processo molto diretto e spontaneo e le sessioni di registrazione sono state le più rilassate di sempre. Non volevamo niente di eccessivamente tecnico, ma un sound live come quello della sala prove. Solo con qualche amplificatore e microfono in più. 

Avete sempre vantato una grande produzione. É stato difficile trovare il giusto sound di chitarra e batteria?
Parliamo lo stesso linguaggio musicale quindi ci troviamo sempre, sia che si tratti di inserire una parte alla Darkthrone sia che si debba sviluppare qualcosa alla Pink Floyd. Abbiamo influenze comuni e ci focalizziamo soltanto sull’energia.

‘We Remain’ è un singolo spettacolare ma soprattutto vede la partecipazione di Ferida Lemouchi dei The Devil’s Blood. 
La conosco da quando la band era ancora attiva. Siamo sempre rimasti in contatto e spesso abbiamo suonato insieme. Quando si sono sciolti, Ferida è rimasta una buona amica della band e per anni abbiamo discusso di una possibile collaborazione. Avevamo già creato qualcosa insieme a dire la verità, ma stavolta abbiamo organizzato una collaborazione vera e propria. Ci ha raggiunti ai Necromorbus Studios un fine settimana e abbiamo registrato la sua parte con Simon Wizén. L’ha fatta 2-3 volte ma sarebbe stata sufficiente la prima. È una cantante molto controllata ma davvero fantastica. Lavorare con un’artista come lei è il sogno di ogni musicista. 

Anche ‘The Howling’ e ‘Serimosa’ sono due tracce grandiose. Ce n’è una che ritieni particolarmente importante?
La settima traccia ovvero ‘Before The Cataclysm’. Mentre la registravamo siamo stati totalmente assorbiti dalla parte strumentale. É così malinconica e potente..

Qual è stata la maggiore fonte d’ispirazione per le liriche?
La storia è la mia più grande passione ma sono in grado di scrivere di tutto. Mi piace descrivere il lato oscuro delle cose, parlare di atmosfere infernali e comporre dalla prospettiva degli abissi o del diavolo. I temi più frequenti sono la religione e la morte e, guardandomi alle spalle, mi rendo conto di avere più esperienza per trattare tali argomenti. Certe cose le conosco per esperienze personali e di conseguenza sono più a mio agio a parlarne. 
 
Il tuo approccio sta diventando sempre più oscuro quindi..  
Sono l’avvocato difensore della libertà artistica. Tanti musicisti si annoiano perché non si sentono più liberi e, come puoi vedere te stesso, le vecchie band sono intrappolate in certi meccanismi.

Questa estate ho letto un libro molto bello che si intitola Demonologia Rivoluzionaria e tratta di riti esoterici antichi, dogmi, medievo digitale e apocalisse imminente. Personalmente sei più legato al passato in fatto di riti oppure te li crei su misura?
Credo che sia molto importante conoscere la tradizione, che si tratti di pratiche religiose, di riti o di magia. Alla fine ciò che conta non è il nome del Dio o quello che è scritto sui libri ma sapere cosa vogliamo dalla vita. É fondamentale avere abbastanza potere interiore per ottenere ciò che si vuole. Trovare una strada per esprimere la propria volontà deve essere il manifesto di ognuno di noi. Alcuni seguono quella strada mentre altri dormono o la aspettano in eterno. Anche con i Watain l’intenzione è di trasmettere la consapevolezza di essere più forti. 

Sei appassionato di BDSM?
Non sono troppo dentro la materia ma mi piace il concetto espresso dal filosofo francese Georges Bataille. Le emozioni estreme, piacere e dolore, sono identiche. Non c’è differenza. Divinità, estasi ed euforia valgono come l’orrore più estremo. Trovo interessante la filosofia del BDSM, trasgredire, abbattere i confini ed il concetto di violenza della nostra musica o del BDSM non è troppo lontano dall’immaginare di infilzare un cristiano con un forcone.  

Come è stata la transizione tra Century Media e Nuclear Blast?
É stata semplice. Non ci faremo mai fottere da un’etichetta. I dirigenti di Nuclear Blast conoscono
la nostra essenza e lavorano molto bene.  

Cosa ricordi delle prime mosse nel music business? 
Ricordo quando, ai tempi del primo demo, suonavamo in sala prove con equipaggiamenti di merda e tenevamo dei volumi assurdi. Non sentivamo niente ma erano momenti magici. Poi il nostro sound si è fatto sempre più sofisticato e potente.

(parole di Erik Danielsson) 

 

Watain
From Svezia

Discography
Rabid Death's Curse 2000
Casus Luciferi 2003
Sworn to the Dark 2007
Lawless Darkness 2010
The Wild Hunt 2013
Trident Wolf Eclipse 2018
The Agony & Ecstasy of Watain 2022