Com’è stata la transizione tra Deena e Jaguar Jonze?
È stata naturale perché si tratta sempre di me. Col tempo sono cresciuta e Jaguar Jonze ha preso il sopravvento. Ho vissuto tutto come un viaggio.
Cosa volevi migliorare o cambiare in termini di suoni e songwriting dopo ‘Black Cat’?
Sono successe tante dai tempi di ‘Black Cat’. É stato l’album in cui ho capito cosa significa essere un artista indipendente. Ho compiuto degli errori e mi sono scoperta come artista, non avendo risorse o connessioni con l’industria musicale. In quel periodo ho imparato a farmi notare e come lasciare il segno nell’ambiente. Mi sembra passata una vita. ‘Bunny Mode’ è la mia libertà.
Quanto sono stati importanti gli EP ‘Diamonds & Liquid Gold’ e ‘Antihero’ per trovare il nuovo sound e definire gli obiettivi?
Sono stati molto importanti. Sono diversi capitoli della storia che volevo raccontare e mi hanno dato la confidenza per esprimermi e usare la mia voce liberamente.
Quando hai cominciato a comporre il materiale di ‘Bunny Mode’? É stato un processo complesso?
É stato un processo complesso e emotivamente laborioso. La prima canzone che ho completato è stata ‘Not Yours’, scritta tre anni fa e rimasta a lungo in forma di demo. Non pensavo che l’avrei mai pubblicata. Ogni canzone dell’album ha comportato sangue, sudore e lacrime.
Dove hai registrato le tracce? Hai seguito dei template particolari?
Ho prodotto il materiale insieme al mio bassista Aidan Hogg. Quasi tutte le parti di chitarra e gli arrangiamenti di archi sono stati curati da Joseph Fallon mentre le parti di batteria da Jacob Mann. Sono i membri della mia band e sarò loro eternamente grata. Credono nella mia visione e mi fido ciecamente di loro. Nel tempo abbiamo imparato a capirci e adesso non ci fermiamo finché non otteniamo quello che vogliamo. Le tracce sono state registrate durante la pandemia in varie location come una chiesa, un magazzino, le nostre stanze da letto e il Plutonium Studio. Ci sono stati tanti ostacoli da superare ma adesso non può più fermarci nessuno.
Quali sono le tue più grandi influenze in termini di industrial noise e punk?
Amo tantissimo i Portishead e band come Sneaker Pimps e Massive Attack. Sono cresciuta ascoltando Paramore, Panic! At The Disco e artisti rock per anime come Mika Nakashima e Aya Hirano. Adoro le colonne sonore degli anime!
Puoi darci qualche dettaglio in più su ‘Not Yours’ e ‘Little Fires’?
Entrambe sono scaturite dal mio trauma come sopravvissuta ad una violenza sessuale. ‘Not Yours’ è stata scritta subito quell’incidente ed è il modo di affermare che il corpo è solo mio. ‘Little Fires’ è un modo di ricordare a tutti che vale la pena combattere e passare dei momenti difficile per creare un cambiamento.
Non so se ne sei a conoscenza ma ‘Piccoli Fuochi’ è il titolo di un film italiano di culto degli anni ‘80 con una giovanissima Valeria Golino come protagonista. Molto strano e spaventoso. Ti consiglio di vederlo..
Oddio ahah.. Dovrò vederlo allora! Ma sono terribile con i film di paura..
Come sei entrata in contatto con Nettwerk? Quali sono gli album che preferisci nel catalogo dell’etichetta?
Nel 2018 ho pubblicato il primo singolo e fortunatamente ho avuto New Music Fridays Australia e USA che hanno messo Jaguar Jonze nei loro radar. É stato tramite il referente australiano che sono stata messa in contatto con Terry McBride di Nettwerk e sono stata travolta dalla sua passione e da una determinazione che non ho riscontrato in nessun altro. Tutto ciò che faccio è per passione e questo richiedo per chi entra a far parte del mio team. Sono ossessionata da tutto quello che fanno i Leisure, ma sono amica anche di Japanese Wallpaper, Jack River, Last Dinosaurs e Hermitude.
Ritieni che i termini indie rock, alternative rock o art-pop siano ancora corretti per descrivere la tua proposta?
Assolutamente sì. Vanno bene.
Cosa puoi dirci dell’esperienza all’Eurovision?
È stata onestamente la migliore esperienza dal vivo che abbia mai avuto. Mi emoziono sempre a pensarci. La comunità di Eurovision mi ha accolta e mi ha permesso di fare cose importanti agli occhi del pubblico. Sono bellissime persone che mi hanno trasmesso tanta energia per andare avanti.
Qual è stato l’highlight in carriera fino adesso?
Senza dubbio la mia performance a Eurovision: Australia Decides. La puoi trovare su YouTube e mi sono commossa in un modo che non riesco a spiegare. Ho subito tanto stress e una pressione molto forte nel rappresentare la voce di chi è sopravvissuto a violenze sessuali e terrò sempre nel mio cuore quello che ho provato quando ho finito di cantare e ho sentito l’ovazione del pubblico.
Ti piacciono altre forme d’arte a parte la musica?
Sì, dirigo, produco e monto i miei video. É una nuova forma d’arte che ho iniziato ad esplorare grazie a ‘Bunny Mode’. Mi piace anche disegnare il mio merchandise e seguire come direttrice artistica artwork, poster, fotografie e moda che riguardano il progetto. Amo disegnare e fotografare. Segui rispettivamente Spectator Jonze e Dusky Jonze e capirai.
Quanto è importante il look per te, come donna e come artista? Dove compri gli abiti di scena?
A volte è importante mentre a volte non lo è affatto. L’aspetto rilevante secondo me è sentirsi a proprio agio con sé stessi. Amo la moda ed è un modo di esprimere me stessa come artista, ma non ho bisogno di farlo continuamente. Amo soprattutto le scarpe e cerco di trovare dei pezzi da stilista però certe volte seguo anche collezioni di artisti indipendenti.