-Core
Sigh
Giappone
Pubblicato il 16/08/2022 da Lorenzo Becciani

Quando cerco Sigh su Google trovo termini come avantgarde, black metal, experimental. A parte certi termini, come descriveresti il vostro sound dopo tanti anni?
Prima di tutto, non credo che avantgarde sia un termine giusto perché tutto quello che facciamo è già stato provato e pubblicato in passato. La gente dice che siamo avantgarde semplicemente perché usiamo strumenti inconsueti come il sassofono, il sitar, lo shakuhachi ecc.. ma se pensi alla musica rock, il sassofono era uno strumento molto usato negli anni ‘50 e tutti quegli strumenti etnici erano parecchio usati negli anni ‘60. Puoi sentire il sitar nel tema della Storia Infinita, ma nessuno direbbe che è un pezzo avantgarde. Al contrario in quel senso siamo piuttosto conservativi. Penso che il termine black metal sia ancora quello piu’ adatto anche se abbracciamo tanti stili diversi. A volte sia gli Alcest che i Blasphemy vengono etichettati come black metal, anche se i loro stili sono agli opposti. Personalmente trovo che il black metal abbia avuto un grosso ruolo nella resurrezione del primo thrash degli anni ‘80, che ha ispirato molto i Sigh. Quindi credo che non ci sia un termine migliore per descriverci. 
 
Qual era la vostra visione quando avete iniziato il vostro magico viaggio nel music business? Quanto sono cambiati adesso i vostri obiettivi? 
Ad essere sinceri, non siamo mai stati troppo ambiziosi. Non pensavamo nemmeno di riuscire a pubblicare un album quando abbiamo iniziato, anche perché all’epoca non c’erano band extreme metal giapponesi riconosciute a livello internazionale. Non pensavamo di riuscire a suonare nei grandi festival europei. Facciamo quello che ci piace e continueremo a farlo. Non mi sono mai posto obiettivi e non lo faro’nemmeno in futuro. 

Quando avete cominciato a comporre il nuovo materiale? É stato un processo complicato?
Ho iniziato nei primi mesi del 2020 e il processo è stato sempre lo stesso. Prima scrivo i pezzi poi li registro ed infine li faccio ascoltare agli altri per arrangiarli e modificarli finché non sono perfetti. L’idea originale era di uscire con un album primitivo, sulla falsa riga dei primi lavori, ma poi ci siamo resi conto che stava venendo fuori qualcosa di diverso dalle nostre intenzioni. 

Dove si sono svolte le registrazioni? Che tipo di produzione desideravate ottenere?
Questa volta ogni membro ha registrato le proprie parti per conto suo. Volevo una produzione molto heavy ma la chiave è stata donare alla batteria un suono pulito perché in questo album le parti ritmiche sono piuttosto complesse.

Perché avete scelto di mixare l’album in Germania e non in Giappone? 
L’album è stato mixato da Lasse Lammert, che mi è stato presentato da Mike Heller. Avevano collaborato spesso in passato e credo sia stata un’ottima scelta perché conosceva il suo tipo di drummin’ molto bene. 

Avete cambiato tante label in carriera. Qual è il vostro rapporto con l’industria? Come siete entrati in contatto con Peaceville Records?  
Io stesso lavoro per un’etichetta giapponese e quindi il rapporto con l’industria globale è buono. Conosco Paul della Peaceville da ormai vent’anni. Quando visitai Londra per la prima volta, parlai con lui di una possibile ristampa di ‘Scorn Defeat’ e da quel momento abbiamo deciso di lavorare assieme.  
 
Perché ‘Shiki’? C’è un concept particolare dietro al titolo e le liriche?  
Il termine ha molti significati in giapponese, come morte, quattro stagioni, colori, cerimonia, messaggero di morte, conduttore d’orchestra ecc.. A me interessavano i temi della morte e delle quattro stagioni. A cinquantadue anni è sfortunatamente un argomento che mi interessa. Abbiamo sempre trattato il tema ma quando hai venti o trent’anni è qualcosa di evanescente. Una volta passati i cinquanta, vedendo qualche tuo amico morire, diventa realtà. Stavolta volevo esprimere la mia paura di diventare vecchio e morire nel modo più diretto possibile. Per quanto concerne le quattro stagioni, l’autunno è la stagione della vita in cui sono adesso. L’inverno arriverà purtroppo molto presto e la primavera non tornerà più. 
 
Di recente avete pubblicato il bellissimo video di ‘Mayonaka No Kaii’. Com’è stato lavorare con Costin Chioreanu? Cosa volevate esprimere con questo clip animato?
La canzone parla di una mia esperienza inquietante. Per farla breve, ho sperimentato due volte la mezzanotte una sera. Potete leggere i dettagli alla fine del video e la storia è narrata nel libretto del disco. É stato spaventoso e ero sicuro che Costin avrebbe capito e sarebbe riuscito a visualizzare al meglio tale esperienza. Ha svolto un lavoro eccellente e il video è venuto fuori tanto spaventoso quanto quello che ho provato personalmente. ‘Mayonaka No Kaii’ è una sorta di traccia chiave, con un assolo di chitarra, uno di flauto, uno di Hammond, uno di shakuhachi, il vocoder, parti in scream e growl e pure etniche. C’è tutto quello che può contenere un nostro pezzo. 

Potete darci qualche dettaglio in più sulle collaborazioni con Frédéric Leclercq dei Kreator e Mike Heller dei Fear Factory? 
Quando ho cominciato a scrivere i pezzi, all’inizio del 2020, è arrivata la pandemia e l’atmosfera era molto cupa. Quasi fosse la fine del mondo. Non era possibile muoversi in uno studio e quindi ho chiesto a Mike di suonare la batteria per noi, sapendo che avrebbe potuto fare tutto nel suo studio personale. Una volta finite le sue parti, era il turno del nostro chitarrista ma ha cominciato a comportarsi in maniera strana. Ci ha messo tre-quattro settimane per rispondere alle mie email e le parti che mi aveva inviato erano onestamente orribili, così l’ho lasciato andare. Ho chiesto a Frédéric di darci una mano visto che lo conoscevo da tempo. Ama il Giappone e ci vediamo spesso quando passa di qui. Entrambi hanno spinto l’album su un livello superiore. 

‘Scorn Defeat’ venne pubblicato dalla Deathlike Silence nel 1993, poco dopo la morte di Euronymous. Hai visto Lords Of Chaos? Cosa ne pensi? 
Ho anche supervisionato i sottotitoli giapponesi per il film, quindi l’ho visto varie volte. Lo trovo grandioso. Ho anche parlato con Jonas, il regista, e ho capito che ha fatto una ricerca notevole prima di girarlo. Ci sono più fatti di quello che si possa pensare. Qualcuno si è lamentato del fatto che Euronymous si fosse tagliato i capelli prima della sua morta, ma è basato su un fatto reale. 

Come trovi la scena giapponese attuale? Quali sono le band più interessanti?
Non la seguo per niente! Conosco solo veterani come Abigail, Sabbat, Genocide e Boris. 

(parole di Mirai Kawashima)

Sigh
From Giappone

Discography
1993 – Scorn Defeat
1995 – Infidel Art
1997 – Hail Horror Hail
1999 – Scenario IV: Dread Dreams
2001 – Imaginary Sonicscape
2005 – Gallows Gallery
2007 – Hangman's Hymn
2010 – Scenes from Hell
2012 – In Somniphobia
2015 – Graveward
2018 – Heir to Despair
2022 - Shiki