Perché dopo due anni difficili come quelli che abbiamo trascorso, avete deciso di tornare nei negozi con un progetto nuovo di zecca e non con un altro album di Dark Tranquillity o In Flames?
Quando io e Niclas abbiamo cominciato a discutere dell’idea di dare vita ad un nuovo progetto, avevo appena terminato di registrare le parti vocali per ‘Moment’. Nel 2020 si è fermato tutto ed a quel punto ci siamo detti che era il momento giusto per andare avanti. Avevamo da parte tre demo che suonavano bene e che hanno costituito la base dell’intero processo. Nonostante in Svezia non ci sia mai stato il lockdown come in Italia, siamo stati molto attenti ed in quel periodo non è stato semplice incontrarci. Però è stato il periodo più creativo della mia vita. Ogni giorni scrivevo qualcosa o cantavo come un pazzo nel microfono.
Siete tutti musicisti esperti. Come è stato il processo?
Molto veloce perché Niclas è istintivo. Una volta arrivati in studio, abbiamo programmato la batteria e dopo un paio di giorni avevamo già registrato le voci. Il grado di fiducia e sicurezza che percepivamo era tale da non creare alcun intoppo. L’atmosfera era la stessa di quando eravamo dei ragazzi alle prime armi, alla fine degli anni ‘80 e nei primi anni ‘90, ma è chiaro che adesso abbiamo tanta esperienza alle spalle. Ci siamo divertiti e se il processo è stato un po’ più lungo lo si deve soltanto al fatto che avevamo tanto tempo a disposizione.
L’album è chiaramente legato al sound di Göteborg ma allo stesso tempo fresco. É stato difficile bilanciare i vecchi valori con la freschezza e la potenza delle produzioni moderne?
Ritengo che sia venuto tutto in maniera naturale. Abbiamo scoperto questa nuova cosa insieme. Volevamo una produzione mega-heavy e Jens Bogren ci ha aiutato in fase di mixaggio. ‘Days Of The Lost’ non è un album retrogrado, perché anche se si pone l’obiettivo di celebrare un sound specifico, lo fa con vibrazioni moderne.
Soprattutto siete riusciti a riportare Jesper Strömblad in studio.
Il progetto lo ha eccitato e ha cominciato a scrivere come un tempo. È stato bello lavorare insieme. Non so se potrà seguirci in tour, ma è stato comunque un onore averlo sul disco. Göteborg è una piccola città ma non ci vediamo spesso.
Qual è stata la canzone che ha dato vita a tutto il processo?
È stata ‘Gateways’, che è ancora la mia traccia preferita del disco. Io e Niclas pensavamo a qualcosa di doom e mega heavy quando l’abbiamo buttata giù.
Il titolo del disco è legato solo alla pandemia oppure a qualcos’altro?
Sicuramente funziona, ma è legato al passato. Ad inizio carriera eravamo timidi, cercavamo ancora di capire cosa volevamo e non ci sentivamo adatti a niente. Il primo impulso fu quello di scrivere musica che andasse bene per i film horror, tra i quali molti italiani, che ci piacevano così tanto.
Qualcuno ha scritto che ‘Days Of The Lost’ è l’ideale successore spirituale di ‘Reroute To Remain’.
L’ho letto anche io. Ti posso assicurare che nessuno di noi ci ha pensato e probabilmente sarebbero uscite queste canzoni anche se lo avessimo fatto.
Ritieni che questo disco possa ottenere più fan tra chi ha sempre seguito Dark Tranquillity e In Flames oppure tra le nuove leve?
Nessuno toglie che Dark Tranquillity e In Flames abbiamo svolto un ruolo fondamentale per il movimento swedish metal, però sono molto curioso di vedere cosa succederà. Al momento stiamo pianificando le date per il prossimo anno. Abbiamo suonato allo Sweden Rock ed è stato bellissimo, poi partiremo in tour con Amon Amarth e Machine Head. A novembre-dicembre proveremo a comporre nuovo materiale poi saremo di nuovo in tour. L’idea è di tenerci più occupati possibile.
Quando ho ascoltato per la prima volta ‘The Gallery’ ho pensato che fosse assolutamente perfetto, soprattutto la tua voce, e non ho cambiato idea. Allo stesso tempo ti sei evoluto come cantante e hai sperimentato molto in carriera. Quanto è mutato il tuo approccio in tal senso?
É una bella domanda. Di sicuro adesso è più facile sperimentare cose nuove perché la tecnologia ha fatto passi da gigante. Non credo che il mio approccio sia mutato, sono semplicemente invecchiato.
(parole di Mikael Stanne)