-Core
Nothing More
USA
Pubblicato il 11/10/2022 da Lorenzo Becciani

Sono trascorsi cinque anni da ‘The Stories We Tell Ourselves’
La pandemia sicuramente ha complicato le cose, ma ci siamo presi anche un po’ più tempo del solito per ascoltare le canzoni e creare un vero e proprio viaggio musicale. Nonostante i problemi di ognuno di noi nella vita personale, l’approccio mentale è stato sempre buono e non ci siamo posti alcuna fretta nel completare l’album.

Magari stavolta sarà la volta buona per vincere un Grammy.
Dopo tre nomination, lo speriamo vivamente non ci abbiamo pensato quando stavamo registrando l’album. Il nostro obiettivo era semplicemente pubblicare l’album migliore possibile.

Cosa volevate cambiare rispetto all’album precedente?
Dopo un album come ‘The Stories We Tell Ourselves’ volevamo dare un’ennesima scossa. ‘Spirits’ è cresciuto costantemente dalle prime idee che abbiamo buttato giù insieme. Non c’era niente che volevamo cambiare, ma credo sia evidente che questo nuovo album contiene i nostri riff più heavy di sempre.

Questa scelta è nata dal tour?
Non proprio. Siamo una delle poche band che se ne frega di ciò che pensano gli altri. È nata più che altro dalla stanchezza e dallo stress che abbiamo sperimentato nei backstage.

In alcune canzoni il basso è davvero preminente. 
Mi fa piacere che lo fai notare. Gli altri ragazzi mi chiedono di essere selvaggio e di prendermi lo spazio che voglio. Trovo che sia uno strumento sottostimato, soprattutto in questo periodo. Ci sono dei fenomeni in giro, ma anche tanti gruppi che fanno scarso uso del basso e magari lo sostituiscono con synth e elettronica. Per me è uno strumento solista e non da accompagnamento.

Quanti bassi hai suonato sul disco?
Mi pare cinque. Sicuramente i due che suono dal vivo, un Fender piuttosto economico per certe parti distorte ed un altro bellissimo per ‘Deja Vu’.

‘You Don't Know What Love Means’ è un singolo da paura. Ritieni che sia la canzone che vi rappresenta al meglio attualmente? 
Sì, penso che sia così. É un ottimo pezzo, che suoneremo parecchio dal vivo. Al suo interno trovi la tipica signature dei Nothing More ma anche qualcosa di nuovo. Il testo parla del rapporto tra Johnny e sua sorella e ho subito pensato che sarebbe stato un singolo perfetto perché racconta una storia nella quale tutti si possono identificare. Va bene per tutte le relazioni tossiche.

Quali sono le altre tracce chiave?
‘Tired Of Winning’ è un pezzo strepitoso, un vero e proprio viaggio di oltre sei minuti. E ha pure qualcosa di spirituale. Poi amo molto la title track e ‘Deja Vu’.

Visto che i servizi streaming dominano il mercato, qual è per te il formato migliore con cui ascoltare il nuovo album?
Per me è sempre il cd. Dal punto di vista qualitativo non c’è paragoni. Non sono un collezionista come qualche anno fa, ma compro anche dei vinili di tanto in tanto, che lascio nell’appartamento che uso come appoggio.

Mentre aspettavo la tua chiamata ho letto una cosa interessante su Wikipedia. Hanno scritto che i Nothing More sono la riprova che il rock n’ roll non è morto. Quali sono altre band che potrebbero associate alla vostra in tal senso? 
Ce ne sono alcune interessanti. Soprattutto Badflower, Thornhill e Amyl & The Sniffers.

E invece con quali band del passato vi sarebbe piaciuto andare in tour?
Su tutte Led Zeppelin e Van Halen. Ma anche i Boston.

Proprio qualche ora fa parlavo con un amico di quanto fosse assurdo che per Taylor Hawkins sia stato realizzato un memorial così prestigioso e per Eddie Van Halen non sia stato fatto niente.
Sono d’accordo. È molto strano perché Eddie Van Halen ha influenzato tantissimi chitarristi. Io stesso se non lo avessi ascoltato, non avrei mai preso in mano una chitarra e di conseguenza un basso.

Che tipo di show dobbiamo attenderci di supporto a ‘Spirits’?
Tanta energia, un sacco di dinamiche e batteria in grande rilievo. Alla fine Johnny era un batterista e sa cosa serve per metterla in risalto. Ogni volta distruggiamo il drum kit, poi ci sono un sacco di pedali ed effetti sul palco. Ci divertiamo parecchio.

Chi è di voi lo sfortunato a cui è stato assegnato il compito di seguire i profili social?
Non guardare me! Spetta a Johnny. Dio lo benedica.

(parole di Daniel Oliver)

 

Nothing More
From USA

Discography
Shelter (2004)
Save You/Save Me (2007)
The Few Not Fleeting (2009)
Nothing More (2014)
The Stories We Tell Ourselves (2017)
Spirits (2022)