-Core
Frum
Far Oer
Pubblicato il 22/10/2022 da Lorenzo Becciani

L’album è appena uscito. Quali sono le sensazioni?
É molto bello quello che sta succedendo, ma non ho avuto troppo tempo per godermi il momento. Al contrari sono molto occupata, perché devo organizzare una festa di presentazione al Listasafnið di Akureyri  e l’uscita del video di ‘Universe’.

Adesso vivi in Islanda quindi.
Sì, mi sono trasferita al Nord del Paese da un paio di anni.

Quindi sei in contatto sia con la cultura danese sia con quella islandese. Qual è la migliore?
Non posso scegliere. Mi piacciono entrambe le comunità. Questo progetto solista è nato a Copenhagen, dove mi sono trasferita per studiare filosofia all’università, anche se poi i brani sono stati registrati in Islanda.

Sei nata nelle isole Fær Øer, uno dei luoghi più affascinanti della terra. Com’è stato il tuo primo approccio alla musica?
É stato con le favole e poi con la tradizione folk locale.

Parlando con Heiðrik ho avuto l’impressione che la comunità sia molto forte.
Sì, c’è una scena molto attiva nonostante la popolazione sia di 50,000 persone.

Che tipo di suono volevi ottenere?
Mi è sempre piaciuto avere un sound basico, seguire una direzione naturale ma allo stesso tempo combinarla con l’elettronica. Riesce a regalare qualcosa di speciale alle canzoni. Alla fine il processo è semplice e comporta unire elementi del passato con elementi del futuro. Ho cercato di rendere ‘For The Blue Sky’ un vero e proprio viaggio per chi si pone all’ascolto, provando tante cose diverse. Ci sono passaggi lenti e melodici ed altri praticamente dance. Nella mia testa Frum non è soltanto musica ma anche arte visuale e espressione del corpo. 

Quando hai composto le tracce?
Buona parte della musica è nata dal 2019 al 2020, ma qualche idea è addirittura più vecchia.

Qual è la traccia chiave?
Penso che sia la prima traccia del disco ovvero ‘Awake’. É un testo a cui sono molto legata perché la musica per me è da sempre un modo di farmi ascoltare quando mi sento sola. Dentro di me sono piuttosto complicata e vedo la musica come qualcosa di terapeutico. Il titolo dell’album nasce da un verso dell’omonima traccia che fa “Do it for you and yourself, do it for everyone else,
do it for the blue sky..’ e questo è il senso di tutto il progetto.  

Allora qualche difetto ce l’hai. Non sei solo bellissima e talentuosa.
Sono anche abbastanza disordinata.  

È stato un processo complicato?
Lo è sempre quando realizzi un album. Devi compiere tante scelte. Ho deciso di tenere il materiale il più possibile vicino a me e quindi ho comprato un piccolo microfono per casa e ho registrato tante voci per conto mio. Poi mi sono recata in studio a Reykjavik per definire i dettagli. Ho già scritto delle cose nuovo e penso che anche per il prossimo album mi comporterò nello stesso modo.

A livello di produzione cosa desideravi ottenere?
Qualcosa di organico ma non troppo. Combinare gli errori naturali della performance con qualcosa di pulito e curato. Quando suonerò le canzoni dal vivo molto dipenderà da chi sarà con me sul palco, perché naturalmente non potrò fare tutto da sola. In ogni caso penso che la dimensione del teatro sia perfetta per questo tipo di musica.

Quali sono gli album che ti hanno maggiormente influenzata durante le registrazioni?
Sicuramente i dischi di Bon Iver e Lykke Li.

Sei mai stata in Italia?
Ci sono venuta da piccola con la mia famiglia. La macchina si ruppe e quindi dovemmo rimanere più del dovuto. Ricordo anche che a Venezia mi persi per circa un’ora.

(parole di Jenný Augustudóttir Kragesteen)



 

Frum
From Far Oer

Discography
For The Blue Sky - 2022