Ciao Izzy come stai?
Bene Lorenzo. Sono in studio con Mariusz, che sta provando delle strane cose con la chitarra.

Intanto congratulazioni per il nuovo album. Come siete arrivati a ‘Revolution Comes In Waves’?
Ti ringrazio molto. Siamo nati nel 2018 con altri membri. Io ho iniziato la mia carriera di musicista a Londra, ma poi sono tornata in Polonia e, dopo due anni circa, ho formato la band. Mariusz è stato il primo ad entrare in line-up, poi sono arrivati Mateusz e Lukasz, Nel 2018 abbiamo pubblicato un EP che era più blues e conteneva un paio di ballate. Nel 2020 è uscito ‘Trust No One’, che ha di fatto anticipato il suono che abbiamo adesso. Col tempo siamo passati da un alternative folk ad un punk rock molto energico e con ‘Revolution Comes In Waves’ ci auguriamo di potere uscire dalla Polonia e suonare in più posti possibili.

Cosa volevate cambiare rispetto al debutto?
Per la prima volta abbiamo lavorato con un produttore e questo ha influenzato molto il nostro percorso. Abbiamo scelto Marcin Bors perché ha una grossa esperienza in ambito rock e metal e ci ha regalato un sound punk o post-punk, decidete voi come definirlo, potente e incisivo. Inoltre abbiamo fatto tanti concerti in questi ultimi due anni e credo che si senta.

Dal vivo sembrate davvero selvaggi. E’ stato difficile conciliare questa attitudine con una produzione più professionale?
Mariusz ha sperimentato con un sacco di pedali e oggetti strani e insieme a Marcin hanno provato varie soluzioni prima di trovare quella definitiva. Si sono divertiti come bambini e le chitarre adesso hanno colori differenti. In alcune c’è più riverbero e eco mentre in altre dominano basso e batteria, che sono state registrate in studio insieme. 

Qual è la traccia chiave dell’album?
E’ difficile da dire. Abbiamo scelto ‘Liberate’ come primo singolo perché pensiamo abbiamo un messaggio importante. Personalmente amo ‘Break Into My Body’, perché è il pezzo più ballabile. Mariusz invece ama ‘National Tragedy’ mentre sono sicura che il nostro bassista e il nostro batterista direbbero ‘Love’s In Crisis’.  

Com’è nata l’idea del video con Giovanna d’Arco? 
Da un brainstorming col regista. Abbiamo pensato ad una donna con armatura e subito sono arrivati commenti divertenti. Alcuni ci hanno fatto notare come non fosse aderente dal punto di vista storico ma naturalmente per noi è una metafora.  É stato divertente girarlo e l’attrice ha dovuto portare tutto il giorno quel fardello pesante.

La risposta giusta a quelle persone sarebbe che adesso certi video di Siouxies And The Banshees sembrano medievali..
Ahahaha sì, non era nostra intenzione filmare una puntata di Game of Thrones.

E invece cosa puoi dirmi su ‘Petty Crimes’?
Parla delle elezioni in Polonia. Purtroppo c’è la sensazione dilagante che non cambierà niente. I politici continuano ad offrire soldi alle persone povere per potere vincere, incuranti della crisi economica che così è solo destinata a peggiorare.  

Quali sono gli album che hanno maggiormente influenzato queste sessioni di registrazione?
É una bellissima domanda. Direi un po’ di dischi post-punk inglesi. Penso a Fontaines D.C., Idles e Shame ma anche qualcosa di vecchio tipo Wire. Come cantanti adoro PJ Harvey, Patti Smith ma anche Roisin Murphy, sebbene faccia un genere totalmente diverso. Il nostro bassista invece è fissato con il metal scandinavo e ogni tanto in studio ci faceva ascoltare delle robe assurde.

Quali sono le migliori rock band in Polonia attualmente?
Qui da noi cantano quasi tutti in polacco. La nostra etichetta, Antena Krzyku, ha ottime band nel suo catalogo. Tra queste ti consiglio di ascoltare Javva, Trupa Trupa e Fertile Hump, con cui abbiamo suonato diverse volte dal vivo.

Quando verrete a suonare in Italia?
Speriamo presto. Abbiamo appena fatto l’applicazione al Linecheck di Milano a Febbraio, quindi incrociamo le dita.

(parole di Izabela Izzy Rekowska)