-Core
HRAFNGRÍMR
Francia
Pubblicato il 26/10/2022 da Lorenzo Becciani

Per cosa sta il vostro nome?
In norreno  Hrafngrímr si traduce come “colui che indossa la maschera del corvo”.

Da dove provengono i vari membri? 
Alcuni di noi hanno origini nei Balcani, nel Maghreb, in Ucraina, Germania e Scandinavia. Direi che finora i migliori momenti sono stati la partecipazione all’Hellfest ed il release party dell’EP. Siamo giovani e verranno altri show. Personalmente avevo già partecipato all’Hellfest quattro anni fa con gli Heilung. Ero parte del coro e ho imparato qualcosa di genuino, potente e spirituale da tale esperienza. Non lo dimenticherò mai.

Siete influenzati da vecchi dischi?
Sicuramente  Hedningarna, Garmarna, Valravn e Wardruna ci hanno influenzato molto, ma anche Heilung, Nytt Land, Kati Ran, Nebala e Danheim sono fonte d’ispirazione. Poi prendiamo spunti anche da altri generi come il metal, il rock, il folk oppure l’opera. E anche da film, videogiochi e Natura. Non ci sono limiti in tal senso. Sono un grande fan di Nirvana, Sepultura, Korn, Soulfly, Enslaved, Mozart, Satie..

Cosa è successo con gli Skáld?
È stata un’esperienza intensa ed interessante, ma adesso è venuto il momento di parlare degli Hrafngrímr in cui sono totalmente coinvolto!

Prova ad introdurre il concept che si cela dietro all’EP ai nostri lettori..
‘Hólmganga’ era un modo, legalmente riconosciuto, di organizzare duelli e naturalmente si riferisce al dualismo tra bene e male, tra quiete e agitazione. É un costante battaglia con noi stessi, alla ricerca di un’altra forma di espressione, che non ha nulla a che vedere con il genere maschile o femminile. ‘VINATTA’ parla di amicizia, ‘ ÓVINR’ dei nemici. L’album parla di equilibrio personale e abbiamo usato l’antica filosfoia e le parole di Odino per affrontare il tema. ‘RÚNIR’ fa riferimento alle rune che troppo spesso scelte per rivelare segreti del passato, del presente e del futuro. “Gli dei non faranno niente per noi che non abbiano intenzione di fare per loro stessi”. É meglio creare il proprio destino che aspettare che lo faccia qualcun altro. Chiedere agli Dei non è mai gratuito.

Offrite una moderna e onirica interpretazione della mitologia nordica. Come avviene il songwriting? Partite dalle liriche, dalle atmosfere o dalle melodie?
La musica viene sempre per prima. Ci lavoriamo con Voron e poi cerchiamo di adattare il pezzo all’Hávamál in ordine a ciò che ha ispirato la musica. Con le liriche cerchiamo poi di andare oltre utilizzando termini di origine slava e chiedendo al nostro amico Jules Piet di tradurre certe parti in norreno. Poi possiamo prendere ispirazione anche da altre tradizioni come quella araba.

Se dovessi scegliere una traccia dell’EP per presentare il progetto a qualcuno di totalmente profano, su quale punteresti?
Cerchiamo di prendere il meglio dal passato e dal presente. Intendo a livello tecnico e di strumenti. É un viaggio alla ricerca di un equilibrio tra vibrazioni musicali, qualcosa di simile ad un risveglio. Non puoi amare te stesso se non riesci ad amare qualcun altro ed in questo tipo viaggio sei il tuo peggior nemico. In tal senso penso che ‘Hólmganga’ sia il pezzo migliore per illustrare il dualismo con noi stessi.

Qual è stato il momento più eccitante delle sessioni di registrazione?  
Come band ci eccita ogni singolo momento del processo, dal suonare allo sperimentare oppure al trovare suoni insieme. Proviamo sempre qualcosa di nuovo! É stato interessante lavorare al duetto con Christine su ‘Hólmganga’. La sua voce è così genuina e diversa da tutte le altre. La sua maggiore ispirazione è Björk e ha dato un tocco di modernità al pezzo.

Anche ‘RÚNIR’ è fantastica. Di cosa parla?
É come un loop chiamato a ricordarci di credere in noi stessi e non aspettare miracoli o chiedere agli Dei dei favori. È un mantra per trovare coraggio dentro di sé e plasmare il proprio destino. “Better ask for too little than offer too much, like the gift should be the boon; better not to send than to overspend.”

Ascoltare le vostre canzoni a volte è come ascoltare delle poesie messe in musica. Le liriche sono estremamente evocative, evocano immagini potenti e permettono di viaggiare in un’altra dimensione. Cosa intendete creare con esse?
Esattamente quello che hai provato e descritto nella domanda.

Qual è il vostro background religioso?
Credo nella tradizione, in una unica tradizione universale da cui ne sono nate altre. Credo che ogni atomo e ogni elettrone dell’universo sia connessi. Tutto è connesso. Quindi mi sento connesso con animali, vegetali, altre persone ecc.. Penso che la spiritualità, la filosofia e la psicologia debbano avere uno scopo comune ovvero imparare come amare sé stessi, renderci capaci di volerci bene e di conseguenza volere bene al resto del mondo. Per me ogni Dio, ogni tradizione ci aiuta a trovare un posto nell’universo. Tutto è una questione di equilibrio, fin da quando siamo bambini. In tal senso mi sento vicino alle vecchie divinità slave e germaniche di cui parlavamo prima, ma posso prendere ispirazione da culture diverse. Per questo facciamo lo stesso con la musica e non prendiamo spunto solo dai vichinghi.

Credi nella reincarnazione?
Te lo dirò nella prossima vita. 

Quando uscirà il primo full lenght?
Ci stiamo già pensando e di sicuro sarà un’evoluzione del concept degli  Hrafngrímr.

Ti è piaciuto The Northman?
Sì, è diverso da tutte le altre storie vichinghe. I costumi sono più aderenti alla storia e l’ho trovato un’interpretazione fedele di un contesto culturale cin cui credo. É come un poema epico pieno di simboli e metafore. Una storia narrata da un uomo o una donna, che può essere interpretata a seconda dei codici e dai sentimenti utilizzati per narrarla. Il momento del film legato a Draugr è un perfetto esempio di come una storia possa essere vissuta realmente o interpretata. 

(parole di Mattjö Haussy)

HRAFNGRÍMR
From Francia

Discography
H​ó​lmganga - 2022