Come avete scelto il vostro nome?
Il nome della band è anche il protagonista della storia che stiamo narrando con i nostri album ovvero The Catalyst. Per farla breve, parliamo di un universo creato da nove lord, che desiderano proteggere la loro integrità. Tra loro c’è il creatore, una mitica entità che ha perso il controllo sul suo potere, rompendo così quell'equità secolare e generando un caos irrimediabile sulla sua stessa creazione. Gli otto saggi, sconvolti e disuniti dal creatore, hanno deciso di regnare sull'universo senza di lui. Indeboliti dall'alleanza ormai crollata, hanno cercato una nona entità, portatrice della loro forza. E quell’anima è proprio The Catalyst.
Quali sono le vostre influenze principali?
L’ispirazione nasce da tante band e il risultato di queste influenze contrastanti è il suono che riusciamo a sprigionare. Tra queste band ci sono sicuramente Nile, Anaal Nathrakh, Dying Fetus, Opeth e personalmente aggiungerei anche Machine Head e Iced Earth, oltre alle colonne sonore della serie di Zelda.
Provate adesso ad introdurre il concept di ‘A Different Painting For A New World’.
Il primo album narrava la genesi del creatore, dei lord e di The Catalyst, oltre a tutte le sfaccettature dell’universo che si era evoluto. In questa seconda opera, The Catalyst inizia il suo viaggio, cercando di trovare un equilibrio nel mondo, spezzato dalla follia del creatore. Deve purificare l’universo contaminato dalla follia e dal caos. Per farlo dovrà seguire tre passi ovvero lanciare un ultimo avviso al genere umano, generare la purificazione e risvegliare il creatore. Il nostro mondo è complesso e necessita di tante colorazioni e ombre per essere disegnato, come nell’artwork di Vincent Fouquet di Above Chaos.
Cosa volevate cambiare o migliorare dopo il debutto?
Sono cambiate tante cose. Prima di tutto avevo 17 anni quando ho iniziato a scrivere ‘The Great Purpose Of The Lords’. Stavolta ho iniziato a 21, subito dopo l’uscita del primo album, quindi è chiaro che alla base di queso secondo lavoro c’è una maggiore maturità. Poi è cambiato molto in termini di produzione. Abbiamo noleggiato un grande studio per la batteria e abbiamo impiegato più tempo per registrare a dovere le parti vocali. Ci siamo soffermati tanto anche sulle orchestrazioni e sulle parti di chitarra.
Come siete entrati in contatto con Non Serviam Records?
Abbiamo inviato il nostro materiale a tante label e Non Serviam Records era nell’elenco. Ricardo è una grande persona e si percepisce che nutre una grande passione per la musica. Lavora tanto e siamo felici di collaborare con lui. La transizione è stata semplice, non ci sono stati problemi e ormai è passato un anno da quando abbiamo iniziato a discutere. Siamo felici di aver firmato.
Quale traccia scegliereste per presentare il disco a qualcuno di totalmente profano?
Forse la prima traccia ovvero ‘To Unleash Thy Heinous Fate’. É una canzone complessa, veloce e brutale ma anche con qualche spiraglio di luce, voci pulite, melodie e parti di chitarra acustica. Credo che in cinque minuti riesca a riassumere quello che siamo. Volevamo un suono massivo e accessibile per completare bene il concept dell’album. All’interno ci sono sacco di dinamiche e spazio per strumenti e voci, non solo per le chitarre ma per tanti elementi diversi.
Come si sono svolte le registrazioni? Avete notato delle differenze rispetto al passato?
Sicuramente è stato un processo migliore rispetto al debutto. Per le chitarre abbiamo lavorato tanto con Florian e Jefferson. Le voci hanno necessitato di tre settimane di lavoro. Volevo dare il massimo stavolta. Registrare la title track è stata una vera esperienza per me. Quella canzone mi trasmette un feeling unico. Cantarla è speciale, come se mi trovassi in un’altra dimensione. Non puoi mai controllare totalmente quello che componi, ma per quanto mi riguarda è normale che nella nostra musica ci sia un equilibrio tra parti brutali e parti atmosferiche. Quello che ci interessa è dare coerenza alla storia e creare qualcosa che abbia una logica.
Qual è il vostro background religioso ? Credete nella reincarnazione ?
Non ne abbiamo in realtà. La nostra storia non ha niente di politico o religioso e non ho sinceramente un’opinione in materia.
Siete influenzati anche dalle scena black metal francese ?
Siamo principalmente influenzati dal death, ma nella scena black metal francese ci sono grandi band. Chiaramente non ci influenzano. Mi piacciono molto gli Skaphos, una band death-black che ha un concept fantastico.
Dove avete suonato dal vivo per la prima volta ?
Il nostro primo concerto è stato nel Nord-Est della Francia, vicino ai confini del Lussemburgo, in una piccola venue chiamata No Man’s Land. Era il 2017 e me lo ricordo molto bene !
(parole di Jules Kicka)