-Core
Siena Root
Svezia
Pubblicato il 25/02/2023 da Lorenzo Becciani

Ciao Sam, come stai?
Tutto bene grazie. Sono nello studio dove passo buona parte della mia giornata.

Immagino che la promozione non sia il momento più divertente per un artista ma allo stesso che siate felici di poter parlare finalmente di quest’album.
È proprio così. L’album è pronto da tanto tempo e non vedevamo l’ora di pubblicarlo. Crediamo che sia il nostro lavoro più versatile e maturo.

Qual è la differenza principale con i dischi precedenti?
È molto semplice. All’inizio volevamo fare un disco totalmente acustico e quindi per almeno un paio di mesi abbiamo jammato solo con strumenti acustici. Nella nostra mente c’era l’idea di sorprendere il nostro pubblico e allo stesso tempo metterci alla prova in una dimensione che avevamo conosciuto solo in parte in passato. Poi però abbiamo scritto alcuni pezzi heavy ed elettrici e così ci sono state delle discussioni all’interno della band per capire se avremmo potuto rendere l’album coeso anche mischiando pezzi tanto diversi. Il processo è stato comunque naturale anche perché, parlo per me ma sono sicuro che valga lo stesso anche per gli altri, non riuscirei a scrivere niente di pianificato. Spesso le idee che mi vengono in mente sono diverse dai pezzi finali, ma questa è la parte più bella del songwriting. Anche perché quasi sempre il risultato finale è migliore di ciò che avevi pensato inizialmente.

State diventando dei filosofi? Prima avete svelato il segreto del tempo e adesso parlate di rivelazione..
Prima di tutto per noi un album deve essere un’opera musicale. In secondo luogo però deve essere interessante anche dal punto di vista dei testi e così c’è spazio anche per passaggi filosofici o politici. Tutto quello che ci permette di entrare in contatto con chi ci ascolta ha valore per noi.

Qual è stato il ruolo di Zubaida?
Oltre a cantare e suonare l’organo divinamente ha contribuito in maniera importante al processo di songwriting. 

Come bassista come vedi il tuo strumento? È cambiato il tuo approccio in tutti questi anni?
É cambiato soprattutto all’inizio della mia carriera, perché ho imparato a suonare meglio la chitarra e questo ha influenzato molto il mio stile. Detto questo, mi piace il basso che crea movimento quindi non cerco solo un suono grasso e potente come fanno in tanti, ma provo a creare un po’ di scompiglio all’interno dei pezzi. Il resto poi sta al pubblico deciderlo. Alcuni dicono che siamo una band hard rock, altri che facciamo blues rock. Altri ancora che siamo heavy metal. Non ce ne curiamo affatto e cerchiamo solo di essere sempre più bravi con i nostri strumenti.

La componente psichedelica in qualche momento del processo viene inserita?
Questa è una bellissima domanda e stavo parlando proprio di questo con Love qualche giorno fa. Può essere introdotta anche all’ultimo momento. Pensa al mixaggio, dove puoi fare emergere una componente psichedelica e dare una veste nuova ad un pezzo. Però può partire anche tutto da una base psichedelica che ti gira in testa. In generale mi piace quando lavora bene con tutto il resto. 

A livello di produzione quali obiettivi vi eravate posti?
In questa occasione non ci siamo preoccupati troppo del suono di chitarra o di batteria, ma più che altro di amalgamare bene i pezzi acustici e quelli heavy del disco. Per questo amo molto ‘Dusty Roads’, perché è il pezzo dove le due anime convivono meglio. Prendi invece ‘Coincidence & Fate’ o ‘Keeper Of The Flame’, non sembriamo nemmeno la stessa band! Per quanto riguarda la strumentazione che abbiamo usato è più o meno la solita del disco precedente. Vogliamo una registrazione analogica al cento per cento e l’unico problema è che col passare del tempo certe macchine cominciano a rompersi. Non so registrare col computer ma solo su nastro quindi non ho alternative, ma non farei comunque in modo diverso perché non mi piace l’idea di potere modificare l’esecuzione umana. 

Avete cambiato tante label in carriera. Ricordo ancora quando eravate su Transubstans per esempio. Come è avvenuto il contatto con Atomic Fire? 
Il music business è un brutto ambiente. Per noi è importante essere indipendenti, ma anche dare modo alla nostra musica di essere pubblicata in più nazioni possibili e di conseguenza potere suonare in tutto il mondo. Devi trovare un equilibrio e non è facile. Ovviamente non siamo una band commerciale, ma ci basta potere fare i musicisti come lavoro. In passato siamo stati contattati da etichette major, ma vogliono cambiarti l’immagine e incidere sul songwriting e per noi non è accettabile. Atomic Fire è perfetta per noi, perché ha grossi mezzi in termini di promozione e di distribuzione ma ci permette comunque di avere il controllo.

Il tour della vita con qualche band sarebbe?
Led Zeppelin.

Eh no.. devi rispondere una band che è ancora attiva..
Allora Deep Purple, però ci abbiamo già suonato nel 2017 quando c’era ancora Steve Morse.

Che tipo di musica ascolti in privato?
Un sacco di jazz e folk svedese, musica araba e desert blues.

(parole di Sam Riffer) 

 

Siena Root
From Svezia

Discography
A New Day Dawning (2004)
Kaleidoscope (2006)
Far from the Sun (2008)
Different Realities (2009)
Pioneers (2014)
A Dream of Lasting Peace (2017)
The Secret of Our Time (2020)
Revelation (2023)