Per cosa sta il vostro nome?
Era il soprannome che ho usato ad inizio carriera ed era scritto in alfabeto latino. Stangra fonde il mio soprannome Stan col nome della divinità pagana bulgara Tangra. Visto che sono un grande fan di King Diamond e King Crimson, volevo anch’io il termine “re”. Quando Dobrin Stoyanov si è unito al progetto per fondere folk bulgaro e metal, ha suggerito di usare lo stesso nome ma scritto in cirillico. Tra l’altro, con l’arrivo del Cristianesimo, i bulgari cominciarono a chiamare i loro leader Tsars e quindi il nostro è un uso piuttosto eretico.
Di dove siete? Perchè siete così legati alla storia bulgara e slava in generale?
Siamo tutti del Quebec, eccetto i membri fondatori che sono nati in Bulgaria, compreso me. Sono onorato di avere un’eredità culturale del genere e ho sempre voluto diffonderla, unendola con la mia più grande passione ovvero la musica metal. Inoltre adoro quelle band che uniscono la loro lingua madre e la tradizione musicale locale col metal. Penso agli ucraini Nokturnal Mortum, ai greci Rotting Christ oppure ai rumeni Negură Bunget, giusto per fare qualche esempio, ma ci sono altre formazioni che hanno un approccio simile come Melechesh o Chtonic, che anno grande successo internazionale. Sfortunatamente chi ama il rock tende a disprezzare la musica folk e non ci sono altre band in Bulgaria che fanno la stessa cosa nostra. È un peccato perché la Bulgaria ha una storia antichissima e tradizioni pagane che sono ancora presenti.
Qual era la vostra visione quando avete iniziato? Avete subito pensato di suonare questa sorta di black metal melodico e progressivo?
Quando ho scoperto le band che ti citavo prima, ho speso ore ed ore a cercare di trovare la soluzione per proporre la versione bulgara. C’erano un sacco di band oscure che non si adattavano agli standard di produzione dell’industria musicale e così ho cercato di inserirmi in quel contesto. Dobrin ha trovato l’idea interessante e così ci siamo messi alla ricerca di altri membri. Essendo isolati dalla scena underground bulgara non è stato semplice. Per quanto riguarda la componente progressiva, è dovuta alle influenze di King Crimson, Yes, Genesi, Pink Floyd e Gentle Giant. Avrò sempre un’ispirazione prog e comunque ascolto tanta musica melodica, che sia bulgara o meno. Da quando registrammo il primo demo ad oggi il progetto si è evoluto parecchio.
Come siete entrati in contatto con Eastern Hammer Productions? Quali sono i ricordi più belli delle registrazioni del debutto?
Ci hanno semplicemente aiutato a diffondere il verbo del nostro primo disco in tutto il mondo. L’accordo è avvenuto quando era già tutto pronto e stavamo cercando una strategia di promozione. Le registrazioni sono state stressanti ma allo stesso tempo divertenti. Non è stato semplice adattare lo stile di musicisti canadesi alle caratteristiche del progetto e quindi abbiamo dovuto correggere alcuni errori. L’organo è stato registrato in una chiesa e abbiamo invitato in studio altri cantanti per rendere il suono più importante. Quando Paolo Girardi ha accettato di disegnare la copertina per noi è stata come una vittoria perché siamo fan da tempo dei suoi lavori.
Adesso prova a presentare il nuovo singolo ai lettori. Trovi che le nuove canzoni rappresentino una naturale evoluzione del materiale del debutto?
‘Черна песен’ si avvicina all’obiettivo che ci siamo posti quando abbiamo dato vita al progetto ovvero incorporare musica folk tradizionale bulgara e metal. Adesso abbiamo una consapevolezza maggiore e siamo più capaci di gestire strutture armoniche complesse e ritmiche dispari. Col primo album avevamo tradotto certe parti nel black metal. Adesso ci siamo mossi in maniera differente e sono trascorsi sei anni quindi aspettatevi un gap significativo tra le vecchie canzoni e le nuove. La componente folk è aumentata in maniera naturale e quella black metal è diventata di supporto, invece di essere predominante. Ma l’idea rimane la stessa, anche se l’estetica è mutata di pari passo.
Dove avete registrato? Che tipo di produzione e mixaggio desideravate ottenere?
Presso l’Holywaves Studio di Sainte-Tite-Des-Caps. Facciamo quasi tutto lì da sempre. I proprietari dello studio sono Olivier e Simon Vaillancourt Girard, che fanno parte della line-up. Volevamo che le nuove canzoni suonassero meno compresse, organiche e con un basso più potente. Volevamo un’esperienza ottimale per il formato vinilico e q uindi un suono più caldo. Ci piace il suono del debutto, ma stavolta ci siamo mossi in una direzione old school.
Nella copertina l’influenza dei Cradle Of Filth è chiara. Quali sono i vostri album preferiti degli inglesi?
É divertente che tu lo dica, perché non li abbiamo mai citati tra le nostre influenze. Ero comunque un grande fan da adolescente e come me anche Dobrin. Aggiungo anche che nel debutto abbiamo inserito un pezzo di quattordici minuti composto esattamente come facevano i Cradle Of Filth ad inizio carriera. Per quanto riguarda la cover, non posso parlare per Arkona, ma il mio album preferito è ‘Dusk And Her Embrace’. Lo ascolto ancora, di tanto in tanto, anche se non la definirei un’influenza.
Quali sono le altre band che vi hanno influenzato quindi?
I Drudkh sono una grande influenza e continuano ad ispirarci. Per il singolo abbiamo cercato di seguire l’esempio degli Iron Maiden. Il pezzo uscirà nel prossimo disco con un diverso mixaggio ed il 12” ha un artwork specifico, in maniera da attrarre i collezionisti.
Qual è il vostro background religioso?
Questa è una domanda molto delicata. Abbiamo sempre avuto persone con diversi background spirituali nella band e non voglio parlare per conto loro. Ci definiamo una band pagana e, come puoi vedere nella cover, le divinità pagane danno il benvenuto ai guerrieri morti. Nella cultura bulgara, come in tante altre culture, ci sono radici pagane che riterremmo speciali anche se fossimo cristiani. Quindi cerchiamo di vederla in maniera più storica. Non siamo di certo la tipica black metal che inneggia a bruciare le chiese. Il nostro scopo è informare sulla fede e sui culti storici della Bulgaria e della Tracia. C’erano tante cose prima che arrivasse il Cristianesimo in Europa. Per quanto mi riguarda amo la cultura pagana e l’occultismo, ho un sacco di gioielli e decorazioni pagane a casa, ma ciò non significa che mi contorni solo di persone pagane. Un sacco di musicisti che conoscono della scena underground sono atei per esempio.
Credi anche nella reincarnazione?
Non ci ho mai pensato, a dire il vero. Non mi interessa molto capire cosa succederà dopo. Sono sicuro però che la scienza non potrà mai spiegare tutto. Ci sono tante scoperte scientifiche che rimangono nascoste nel mistero. Non credo comunque ci sia tutta questa necessità di scoprire cosa accadrà dopo la morte. Alla fine lo scopriremo tutti al momento opportuno. Sono più attratto dalla storia e dalla diverse culture del passato, più che dalle spiegazioni di ciò che non è spiegabile. Preferisco raccontare ai bambini le storie su Tangra e su altre divinità che ricoprono un ruolo nel mondo fisico e metafisico invece che lasciare che guardino gli stupidi programmi alla televisione.
Quali sono i vostri piani adesso? Pensate di pubblicare presto il secondo full lenght?
Sì, assolutamente. Ci stiamo lavorando e siamo vicini a completare la pre-produzione. Spero che possa uscire alla fine di quest’anno o al massimo all’inizio del prossimo. Nel frattempo faremo sicuramente qualche show per promuovere il nuovo materiale. Magari verremo invitati a qualche festival dalle vostre parti. Alcuni di noi sono pure coinvolti in altri progetti come The Lightbringer e Ültra Raptör.
Quanto è importante per voi l’immagine? Perchè indossate vesti bianche?
La musica non è soltanto suoni. Fa parte di tutto un sistema di intrattenimento che comprende anche l’immagine. Anzi, ciò che rende migliore una band è spesso il prodotto nella sua interezza. Quando compri un supporto fisico, compri un’opera d’arte da conservare con orgoglio nella propria collezione. Senza immagine la musica perde significato. A quel punto sarebbe sufficiente caricare le canzoni su una piattaforma online senza dare informazioni di alcun tipo. Amo da sempre le band con una grande immagine. Penso agli Iron Maiden oppure ai Pink Floyd, anche a band metal che hanno costruito legami forti con certi simboli o colori. Se penso agli Overkill penso al verde radioattivo, se penso ai Kreator penso al rosso. Sono dettagli in apparenza insignificanti, ma che fanno la differenza. Le vesti che indossiamo fanno parte della tradizione bulgara e sono le nostre uniformi. Il trucco invece permette di distinguerci dalle band black metal scandinave. Prendiamo ispirazione da Martenitsi e Kukeri.
(parole di Stanislav Stefanovski)