Allora Maurizio? Cosa combini?
Sto cercando di promuovere questo nuovo disco con l’uscita di alcuni video e poi con qualche intervista. L’intento è di muovere un po' la cosa mentre sto lavorando duramente al successore di ‘Never Trust A White Man’.
Come è nata l’idea di fare un disco su ‘Winterreise’ di Franz Schubert?
È nata sette anni fa. Mi trovavo da Alex, in Australia, per registrare ‘Der Doctor Schnabel Von Rom’ e ‘Never Trust A White Man’, ed una sera ci siamo messi a guardare un film. Non mi ricordo il titolo, ma verso la fine c’era questo pezzo cantato che lui conosceva. Era ‘Der Leiermann’, l’ultimo dei lieder che compongono l’opera e così abbiamo cominciato a parlare della possibilità di riprenderlo a modo nostro. Il giorno dopo lo abbiamo registrato. Ho fatto suonare la parte in pianoforte a mio cugino, che è pianista, perché era abbastanza impegnativa. Dopo aver costruito la base, Alex ci ha cantato sopra. Ci è piaciuto il risultato e da lì abbiamo valutato la possibilità di riprendere l’opera intera.
Perché lo avete fatto uscire solo adesso?
Perché ci sono voluti diversi anni per completarlo. Ci sono stati ripensamenti su certe scelte, abbiamo cambiato dei suoni e ci siamo incontrati con un po' di persone che erano interessate a pubblicarlo. Però non eravamo contenti e soprattutto volevamo che uscisse in vinile, così abbiamo deciso di autoprodurci e e farci aiutare da Audioglobe per la distribuzione.
Come è stato il tuo approccio?
Credo che ‘Winterreise’ si distingua da tutta la discografia dei Pankow. Ho rispettato le partiture originali, senza stravolgere la musica ma cercando comunque di valorizzare alcuni aspetti che erano nascosti. Oltre a voce e pianoforte, ho registrato cori e orchestra, facendo volume. Ho cercato di rendere la musica più facile da spiegare. Mi sono fatto guidare dai testi e il cantato di Alex è decisamente originale. È un cantante contemporaneo, non un baritono classico, e la sua pronuncia tedesca si differenzia in maniera sostanziale da quella con cui è stata interpretata nella storia l’opera di Schubert.
Questo è molto interessante. Più facile da spiegare ai fan dei Pankow oppure anche a chi non vi conosce?
Prima ai fan dei Pankow. Alla fine ho sempre avuto il pallino su certe cose. Fin da quando ho comprato ‘Trans Europa Express’ dei Kraftwerk. Mi sono appassionato di musica del Rinascimento, ho addirittura cantato in un coro e ho provato a dare vita ad un progetto su Monteverdi, che poi ho abbandonato perché troppo complesso.
Non c’è proprio un disco dei Pankow che si avvicina, magari non dal punto di vista dei suoni ma da quello della lavorazione, a ‘Winterreise’?
Questo se vogliamo è un concept. Abbiamo seguito una struttura di base e anche nei nostri ultimi tre dischi c’è un legame. Sulla lavorazione ormai ci siamo abituati a farlo a distanza e questo ha l’indubbio vantaggio che permette di fare tutto con maggiore tranquillità. Pensiamo meglio le cose. In ogni caso non credo ci sia niente del passato che possa essere accomunato a questo disco.
In quale direzione ritieni che si possa sviluppare ulteriormente il rapporto tra musica classica ed elettronica?
Non saprei. Il mio intento non è di dare delle lezioni. Non voglio suggerire nulla a nessuno. Mi piace lavorare la musica classica e ripensarla secondo certi canoni. La musica di oggi esiste perché in passato c’è stata una vera rivoluzione.
Avete pensato ad una trasposizione live?
Sarebbe bello, ma non è affatto semplice. Ci vorrebbero un’orchestra ed un coro per riprodurre tutte le armonie. Poi cominciamo ad essere cagionevoli.
Veramente vi ho visto in grande forma al Tenax qualche mese fa.
Quello è stato un grande concerto! C’era gente di una certa età. In Germania o Olanda non è la stessa cosa, ma il calore è stato notevole. Abbiamo avuto anche la possibilità di dare un’anticipazione del nuovo disco.
State fissando delle altre date?
A Settembre torneremo in Germania. Negli Stati Uniti adesso è più difficile perché non siamo più con l’etichetta canadese.
A distanza di tanti anni da una vecchia intervista che facemmo per :Ritual: ti chiedo se c’è qualche errore che vorresti non aver commesso in carriera. Perché una cosa è certa. I Pankow avrebbero meritato un consenso ancora maggiore.
Di sicuro non ho rimpianti. Posso dirti che quando fare musica era diventato un lavoro ci siamo fermati perché Alex ha deciso di abbandonarci. La Contempo ha avuto dei problemi e così abbiamo provato a registrare un disco in italiano, ma non è andata come speravamo. Noi stessi non eravamo convinti della nuova formazione. È stato un peccato perché ai tempi di ‘Treue Hunde’ avevamo tanti contatti importanti e le cose sarebbero potute andare diversamente.
(parole di Maurizio Fasolo)