-Core
Holy Moses
Germania
Pubblicato il 14/04/2023 da Lorenzo Becciani

Come stai Sabina?
Molto bene grazie. Sono a casa e mi sto godendo i miei cavalli. Abbiamo il nostro ultimo album in uscita ed abbiamo appena annunciato il nostro ultimo concerto che si terrà il 27 Dicembre. È sempre difficile scegliere il momento giusto di smettere, ma sto per compiere sessanta anni e ne ho trascorsi più di quaranta negli Holy Moses. La nostra non è musica semplice. Devi provare un sacco, andare in tour, seguire tanti aspetti del business ed a sessant’anni ho voglia di riposarmi e sentirmi più libera. Preferisco stare nel mio ranch e curare i miei animali. Abbiamo fatto tanto per la scena e adesso è venuto il momento di ritirarci a testa alta.

È una scelta coraggiosa. 
Alcuni lasciano quando non ce la fanno più mentre io sono ancora in forma. Mi sento bene, non soffro di nessuna malattia, ma voglio lasciare ai massimi livelli e non pubblicare musica in cui non credo.

Qual è stato il momento più sconvolgente in carriera?.
Gli anni ‘90 sono stati molto duri perché di colpo il thrash è andato in crisi e le radio passavano solo pezzi grunge. In quel periodo ho capito quanto sia importante la coerenza. Non ci siamo tirati indietro, abbiamo continuato per la nostra strada, siamo caduti e ci siamo rialzati senza mollare la presa e quando il classic metal è tornato di moda abbiamo ricevuto il premio di tanta fatica.

Perché la regina invisibile?
É un gioco di parole. Ci sono alcune cantanti che mi hanno definita la regina del thrash. Quando ho detto agli altri ragazzi che sarei voluta diventare invisibile, ho pensato che fosse un argomento giusto per un testo. Pete ha buttato giù un paio di riff e, col passare delle settimane, è nata l’idea di intitolare l’album in questo modo. Con questo album abbiamo cercato di riassumere tutte le ere degli Holy Moses. Ci sono pezzi vecchia scuola ma anche pezzi più moderni. Ogni singolo dettaglio è stato curato in maniera maniacale. Non volevamo lasciare nulla al caso.

‘Cult Of The Machine’ è un grande singolo.
È un pezzo che si lega a ‘The New Machine Of Liechtenstein’. Ho riflettuto sugli ultimi tre anni e ho trovato che ci fossero delle similitudini con le liriche di quell’album. Il genere umano deve uccidere questa macchina e rialzarsi dalla depressione e dai sentimenti più oscuri. Alla fine la macchina è un simbolo, può essere un virus come un nemico generico. Quello che conta è riuscire a riconquistare la propria libertà.

Qual è l’album degli Holy Moses del passato che si avvicina di più a ‘Invisible Queen’?
Questa è una bellissima domanda. In termini di produzione direi che si avvicina a dischi come ‘The New Machine Of Liechtenstein’ e ‘Finished With The Dogs’. Ha un feeling old school, anche se ci sono degli spunti nuovi.

Com’è stato il tuo rapporto con la stampa in tutti questi anni?
Molto buono. Mi è sempre piaciuto parlare della mia musica, così come non ho mai avuto problemi a parlare nel backstage con amici o fan. Ho firmato autografi per ore e aspettato che tutti i fan andassero via dopo i concerti, parlando con ognuno di loro. Fa parte del mio lavoro e sono sempre stata grata a tutte le persone che hanno voluto bene alla band.

Qual è stato il pezzo più difficile da registrare?
Forse il primo in scaletta ovvero ‘Downfall Of Mankind’. É così intricato. Lo abbiamo modificato tante volte finché non è stato perfetto. I nostri fan ci hanno aspettato per tanti anni e volevamo che il primo impatto fosse enorme. In generale comunque tutti i pezzi sono stati complessi da registrare, anche per il semplice fatto che viviamo in diverse zone della Germania. Io sono di Amburgo e Pete di Berlino. Ci sentivamo spesso e poi fissavamo dei giorni per provare insieme e registrare qualcosa. Siamo andati avanti per mesi finché non siamo stati totalmente soddisfatti dei brani.

Ascolti ancora thrash metal?
Sì, sono old school. Mi piacciono ancora le prime cose di Anthrax, Testament, Sodom e Kreator. Poi ovviamente gli Slayer. Però ci sono band moderne come Nervosa o Bloodhunter che trovo davvero eccellenti.

Qual è stato il momento più strano in tutta la tua carriera?
Poco dopo aver iniziato, mi sono imbattuta in alcune persone che non credevano che fossi una donna. Mi sono chiesta cosa avrei dovuto fare per dimostrare loro che non ero un uomo. È stato strano anche perché eravamo ancora una piccola band. Poi si sono ricreduti.

(parole di Sabina Classen)
 

Holy Moses
From Germania

Discography
Queen of Siam (1986)
Finished with the Dogs (1987)
The New Machine of Liechtenstein (1989)
World Chaos (1990)
Terminal Terror (1991)
Reborn Dogs (1992)
No Matter What's the Cause (1994)
Disorder of the Order (2002)
Strength Power Will Passion (2005)
Agony of Death (2008)
Redefined Mayhem (2014)
Invisible Queen (2023)