-Core
The Modern Age Slavery
Italia
Pubblicato il 12/05/2023 da Lorenzo Becciani

Scrivo di musica dai primi anni ‘90 e più passa il tempo e più odio certi termini. Sinceramente, dopo aver ascoltato a fondo ‘1901 – The First Mother’, non capisco come la vostra musica possa essere classificata come deathcore.
Non lo so neppure io. In una delle ultime interviste mi hanno chiesto dei Lorna Shore. In realtà siamo cinque musicisti e cinque teste diverse. Ognuno di noi dice la sua e ascoltiamo roba diversa.

La copertina è nata prima o dopo aver completato l’album?
La copertina è nata quando avevamo già scritto più o meno tutto. L’ha realizzata Ludovico dopo aver discusso con me dei testi. Abbiamo scelto come figura la Regina Vittoria che morì proprio nel 1901. Nella storia rappresenta l’inizio dell’era moderna. All’inizio avevo pensato di intitolare l’album ‘Alma Mater’, poi ho pensato all’Università di Bologna, dove ho passato tanto della mia vita, ed è diventato ‘The First Mother’. Questo è il primo capitolo di una trilogia che si svilupperà nel tempo. Con questo album abbiamo fatto riferimento ai primi del Novecento ed alla Prima Guerra Mondiale. Nel prossimo album cercherò di includere nei testi ciò che è venuto dopo e nel terzo capitolo della trilogia mi focalizzerò su quello che verrà. Non a caso in copertina la figura femminile è triplice. C’è il passato, il presente ed il futuro.

Quindi avete firmato per Fireflash Records per tre dischi?
Ad essere sinceri non abbiamo siglato un accordo a lungo termine, ma semplicemente perché non abbiamo discusso della durata. Nella nostra storia abbiamo un disco per Napalm Records. Ai tempi, grazie ad un demo di quattro pezzi, abbiamo vissuto un’esperienza importante ed in quel periodo suonavamo molto di più. Chiaramente le nostre vite erano diverse. Il secondo disco ci prese parecchio tempo e lo abbiamo fatto uscire su Pavement. ‘Stygian’ invece è stato pubblicato da Innerstrenght Records. Adesso siamo finiti con un personaggio storico come Markus Woisgen e staremo a vedere cosa succederà. Abbiamo in testa delle idee e vedremo se sarà possibile realizzarle insieme. La cosa che mi ha colpito di Markus è che ha una visione che va oltre i numeri delle vendite. Tutte le band di Fireflash e Atomic hanno una grande storia, sono band longeve e penso che, soprattutto in un periodo storico come quello che stiamo vivendo, sia positivo che ci siano ancora discografici che portano avanti progetti di questo tipo. Nonostante in Italia non sia facile, portiamo avanti le nostre vite e magari non avremo i picchi di altre band più giovani, ma di sicuro dal vivo spacchiamo sempre. Ricordo che una volta al Summer Breeze vedemmo dal vivo i Job For A Cowboy e rimanemmo colpiti dalla loro bravura. Parlando con altri musicisti venne fuori che erano una hard touring band ovvero una band che può sopravvivere solo se suona dal vivo costantemente. Noi magari abbiamo tempi più lunghi, ma quando vieni ad un nostro concerto non deludiamo mai e questo ci riempe d’orgoglio. Il 12 maggio avremo il release party e lui verrà a vederci. Speriamo di farlo innamorare di noi.

Qual è il pezzo che ha trainato un po’ tutto il processo?
Di sicuro ‘OXYgen’ he era già uscito in passato. Non sapevamo nemmeno se fosse il caso inserirlo nel disco ed abbiamo chiesto a Markus cosa ne pensasse. Parla dell’ossicodone ed è un testo a cui sono molto legato. Qualche mese fa in un’intervista mi hanno chiesto quanto fossero importanti i testi in un genere come il nostro. Proprio in quel momento stava uscendo ‘Sugar’ dei Fleshgod Apocalypse, che parla sempre di droghe, e mi sono detto che quello che avevo appena scritto per me aveva un senso. Gli altri brani sono nati sull’onda di ‘OXYgen’. A volte abbiamo pensato di fare un pezzo più veloce, di far diventare matto il batterista o il cantante, ed in altri casi invece

Ci sono degli album che vi hanno ispirato durante il processo?
Come ti dicevo ognuno di noi ha idee diverse. Luca mette le idee iniziali e senza dubbio è influenzato dal metal anni ‘90. Ludovico aggiunge un contributo black e sinfonico. Il batterista ed il basso arrivano dopo e per ultimo, quando una base è già stata creata, arrivo io. Per le metriche ed i testi ho preso ispirazione da album molto diversi e non per forza metal. Tendenzialmente mi innamoro di qualcosa quando la vedo dal vivo. Quando ho visto i Cannibal Corpse per esempio sono rimasto atterrito. Altre band strepitose sono Amorphis, Benighted e Behemoth e come cantanti rispetto molto Sven de Caluwé degli Aborted e Corey Taylor degli Slipknot. Un’altra band che mi ha impressionato sono i Jinjer.

Qual è stato il pezzo più difficile da cantare?
Per come è stata l’evoluzione del disco penso ‘Irradiate All The Earth’. Quando lo abbiamo registrato ho detto a Luca che non sarei mai riuscito a farlo dal vivo. Spacca veramente e adesso dovremo capire come inserirlo in scaletta perché sarà dura.

(parole di Giovanni Berselli)  

 

The Modern Age Slavery
From Italia

Discography
Damned To Blindness (2008)
Requiem For Us All (2013)
Stygian (2017)
1901 | The First Mother (2023)