Avrei pensato di fare quest’intervista nel 2016 o, nel 2017..
Anche io a dirti la verità. Il processo di quest’album è iniziato molti anni fa. Più o meno alla fine del 2016. Dopo tanti anni negli Scar Symmetry mi sono sentito esaurito e ho avuto bisogno di prendere una pausa. Da quando è nata la band ho sempre dovuto curare ogni aspetto, compresi quello manageriale e il booking. Non sono bravo a fare certe cose e questo ha aggiunto stress. In più sentivo che avevo la necessità di fare qualcosa di diverso, magari suonare la chitarra e basta. Non avevo mai ricevuto offerte da turnista finché non è arrivata quella dei Nocturnal Rites. Poco dopo mi hanno chiamato i Meshuggah e ho cominciato a suonare dal vivo con entrambi i gruppi, senza dovere essere responsabile di nient’altro. Mi sono divertito e così ho messo in pausa gli Scar Symmetry. Abbiamo continuato a fare qualche show e non ho smesso di scrivere pezzi, ma dedicando molto meno tempo. Poi mi ha contattato Nuclear Blast, chiedendomi cosa ne fosse del nuovo album ed a quel punto ho accelerato il processo. Le loro parole sono state di grande motivazione, ho chiamato gli altri e ho valutato che la chimica tra di noi era intatta. Nel 2019 sono diventato padre, nel 2020 c’è stata la pandemia. Tutto questo ha rallentato di nuovo il processo, ma alla fine ce l’abbiamo fatta. É stato incredibile.
E’ stato incredibile anche per noi quando abbiamo ascoltato ‘Scorched Quadrant’.
Ahahah.. ti ringrazio. Stiamo ricevendo un grande feedback per quel pezzo.
A quando risalgono le canzoni nuove?
Nel 2016 ho scritto il materiale, ma la masterizzazione è stata completata due anni più tardi. Le parti di batteria sono state registrate tra il 2016 e il 2017 e poi abbiamo inciso tutto il resto. Chitarre, basso e lead vocals. L’ottanta per cento è stato finito molto presto. Per il restante venti per cento c’è voluto una vita, ma è stato importante perché altrimenti quest’album sarebbe uscito già vecchio.
Stai già pensando al terzo capitolo?
Sì e posso prometterti che non ci vorrà così tanto. Ho pensato fin dall’inizio a tre album, ma ancora devo terminare le liriche. C’è una story line e ci sono delle idee. La prima fase era piuttosto positiva perché narrava della scoperta della tecnologia e delle persone che accettano di migliorarsi. Poi è arrivata l’intelligenza artificiale, la musica si è fatta più melodica e progressiva ed i testi decisamente più oscuri. Per questo ci sono passaggi più heavy.
Oltre a ‘Scorched Quadrant’, quali sono le tracce chiave di ‘The Singularity Phase II – Xenotaph’?
‘Chrononautilus’ è un pezzo in cui credo molto, così come ‘Altergeist’, ma forse ‘Gridworm’. Mi piacciono i contrasti che ci sono all’interno di questa canzone. Poi Henrik è semplicemente fantastico. Durante le sessioni l’ho massacrato. Ad un certo punto era disidratato. ‘A Voyage With Tailed Meteors’ è invece un pezzo che avevo scritto per un altro progetto. L’idea è rimasta lì per tanti anni poi l’ho accorciata e l’ho registrata con una sette corde. Il riff è thrash ma suonandolo un mezzo tono sotto è cambiato parecchio.
Qual è la lezione più importante che hai appreso girando in tour con i Meshuggah?
Come relazionarmi col music business. Loro lo sanno fare bene e infatti sono ancora ad alti livelli, anzi crescono di anno in anno. Sono partiti come tutti nei piccoli club e adesso suonano anche in posti da sette-ottomila persone.
Secondo te la richiesta di death metal melodico e groove metal è aumentata o diminuita da quando avevate pubblicato il primo capitolo?
É una bella domanda. Non ascolto troppo musica nuova, ma quando abbiamo suonato di recente dal vivo, per esempio di spalla ai Meshuggah, la reazione è stata incredibile. C’erano tante persone che ci conoscevano e che volevano ascoltare le canzoni nuove. Personalmente credo il death metal melodico non finirà mai fuori moda. Vedo che gli In Flames se la passano alla grande e così le altre band più importanti.
(parole di Per Nilsson)