-Core
Arkona
Russia
Pubblicato il 20/06/2023 da Lorenzo Becciani

Quali sono le più belle memorie di vent’anni fa? Per esempio delle registrazioni del primo demo o dei primi tre album.
Tutta la mia vita è piena di ricordi e quando hai vent’anni percepisci la vita in maniera più luminosa. Il concerto sulla chiatta di Dolgoprudny, dove ho vissuto tutta la mia vita, è stato il momento più significativo. Anche di più di quando ci siamo esibiti al Wacken Festival sedici anni dopo. Anche la registrazione del primo demo è stata epocale. In quel periodo ho incontrato Sergey, che adesso è mio marito ed è il chitarrista degli Arkona dal 2003. Probabilmente quell’evento ha cambiato la mia vita in maniera radicale. I primi tre album furono registrati nel periodo da “studio” della band, nel quale non facemmo praticamente concerti per due anni. L’energia creativa era al massimo e la nostra vita non era piena di problemi. Potevamo concentrarci solo sull’arte.

Quanto è cambiata la vostra visione del folk e del black metal nel frattempo? 
Non mi curo dei clichè. Mi curo ancora meno della posizione in cui viene collocata la mia band nelle teste altrui. Nel framework degli Arkona posso scrivere musica ispirata di qualsiasi genere. Magari il prossimo disco conterrà degli elementi disco.  

Quando avete iniziato a comporre il nuovo materiale?
Le prime due canzoni sono risalenti a molto tempo fa. Sono state scritte subito dopo l’uscita dell’album precedente. Poi per un lungo periodo non c’è stato niente che mi ispirasse, poi un paio di eventi mi hanno colpita dal punto di vista emotivo e così è arrivato il momento di scrivere il resto delle canzoni. 

Cosa desideravate cambiare o migliorare dopo ‘Khram’?
Non volevo cambiare niente. É la mia creatività che cambia me, nel modo di pensare e nelle mie priorità. Le mie canzoni sono la proiezione di me stessa e non sta a me giudicare se ciò avviene in meglio o in peggio.  

Cosa puoi dirmi delle sessioni di registrazione?
Abbiamo seguito lo schema di lavoro degli altri album. È così fin dal debutto. Prima creo gli arrangiamenti completi delle canzoni e poi li condivido con gli altri musicisti in maniera che possano imparare le loro parti. A quel punto io e Sergey trasportiamo tutto in studio e produciamo il materiale nel contempo. Quello che ascolti è il risultato finale di una lotta spietata tra di noi.  

I tuoi testi parlano di paganesimo slavo, mitologia e leggende. Ti sei di recente interessata di altri tempi? Segui l’occultismo?
Non ho mai parlato di leggende nelle mie canzoni. Mi ispiro al paganesimo slavo e le canzoni sono la proiezione del pensiero pagano sul mondo moderno. Le nuove canzoni non contraddicono in alcun modo la presa di conoscenza di molte pratiche occulte che sono originate dalle più comuni pratiche sciamaniche pagane. Tutte le canzoni dell’album sono intrecciate tra di loro e gli eventi di cui parlano sono connessi in maniera logica. C’è un lavoro olistico dietro la componente artistica ed ogni traccia potrebbe essere considerata come il capitolo di un libro.

Come avete aggiunto Alexander Smirnov? Avete svolto delle audizioni?
Sergey lo conosce dal 1993. Abbiamo considerato anche altri candidati ma nessuno di loro era in grado di suonare le parti che avevamo previsto.  

Le tue parti vocali sono incredibili? Come costruisci le linee vocali? Quali sono state le canzoni più difficili da registrare?
Ti ringrazio. Cerco sempre di rendermi la vita più difficile, provando nuove tecniche con cui non ero familiare prima. Le parti del nuovo album sono decisamente complesse e sono stata molto scrupolosa durante le registrazioni. Tante cose sono state registrate da capo perché dopo averle riascoltate c’era qualcosa che non mi piaceva. Abbiamo impiegato un sacco di tempo a rendere l’album esattamente quello che volevamo. 

Come siete entrati in contatto con Napalm Records? Quali sono le tue band preferite nel loro roster? 
Ultimamente ho ascoltato poca musica e buona parte delle band che escono per Napalm Records non mi interessano. Mi è piaciuto il nuovo video degli Shining e sto aspettando il loro nuovo album. Con l’etichetta siamo entrati in contatto nel 2008 al  Ragnarök Festival ed è stato lì che ci hanno proposto di firmare per loro. 

Il vostro stile deve molto alla tradizione russa. Quanto è importante per voi mostrare di essere russi?
Non lo è mai stato. Sono interessata di culture e tradizioni molto più che di stati. La nostra arte è sempre stata accompagnata dal termine slavo e precisiamo di essere russi soltanto perché c’è un’altra band polacca che si chiama Arkona.

Quali sono le migliori band underground russe attualmente?
Sicuramente I Thanatomass. Sono una grande fan della loro arte. Ce ne sono altre, ma loro spiccano.

Siete mai stati in Italia? 
Giriamo l’Europa da circa il 2010 e fino al Covid abbiamo suonato dalle vostre parti quasi tutti gli anni. Mi sono divertita molto al Fosch Fest. E’ un peccato che non esista più. Il nostro primo concerto in Italia fu a Bologna nel 2010. Vicino al club c’era un parco giochi e ci divertimmo molto. Un mese dopo suonammo sempre nello stesso posto con i Korpiklaani.

Qual è la domanda che non ti hanno mai fatto in un’intervista ma a cui vorresti rispondere?
Non mi hanno mai chiesto se rimpiango qualcosa su come ho vissuto la mia vita fino adesso. La risposta è no. 

(parole di Masha) 

Arkona
From Russia

Discography
Vozrozhdenie (2003)
Lepta (2004)
Vo Slavu Velikim! (2005)
Ot Serdtsa K Nebu (2007)
Goi, Rode, Goi! (2009)
Slovo (2011)
Yav (2014)
Vozrozhdenie (2016)
Khram (2018)
Kob' (2023)