-Core
Begat The Nephilim
USA
Pubblicato il 03/08/2023 da Lorenzo Becciani

Partiamo dai primi anni della band. Come vi siete formati?
Ero in un’altra band quando sono nati i Begat The Nephilim e quando ci siamo sciolti mi sono sentito con Josh, il mio batterista, e poco dopo ho conosciuto Cam, il chitarrista. Non avevo ancora trovato nessuno con cui valesse la pena suonare e così ho ascoltato cosa avevano da propormi. Non sapevo che vivesse nella mia stessa area e quando mi ha proposto il materiale ho capito subito che era la mia strada. Il primo album, ‘I: The Surreptitious Prophecy/Mother Of The Blasphemy’, è stato composto interamente da lui.

Quindi possiamo affermare che ‘II: The Grand Procession’ è una sorta di debutto, almeno come band..
Sì, assolutamente. Nel frattempo abbiamo fatto diversi concerti e siamo diventati un qualcosa di unico. Il primo era una sorta di raccolta di pezzi strani, non c’era ancora la pretesa di diventare un progetto importante. Il secondo album è nato in un guscio, qualche tempo dopo si è unito pure Brendan e così abbiamo stabilito delle basi per qualcosa di coerente e coeso. ‘II: The Grand Procession’ non è solo una manciata di riff. Ne sono molto orgoglioso perché è la musica più grandiosa che abbia mai pubblicato.

Cercando la band in rete, siete associati al melodic death metal ed al metalcore. In realtà odio i generi e per me significano molto poco, però è lo stesso curioso perché il melodic death metal è un genere legato agli anni novanta e comunque al passato mentre il metalcore è sicuramente più moderno e legato al presente. Come vi sentite?
Senza dubbio ci sentiamo un band di metal estremo moderno, anche se, proprio come te, i generi non hanno alcun valore per noi. Non siamo certo una band metalcore ma capisco il motivo di certe associazioni ed alla fine essere paragonati a formazioni come The Black Dahliar Murder, Suffocation o Cattle Decapitation non è affatto male. Sono tutte band che stimiamo per il loro lavoro e per come si propongono dal vivo. Il nostro obiettivo è abbattere nuove barriere quindi già il prossimo album sarà diverso. Cam scrive sempre la musica, ma adesso il contributo è di tutti. Io scrivo le liriche e mi occupo delle parti vocali, cercando di regalare varietà al materiale, e anche gli altri sono più coinvolti.

Come sono nate le parti vocali di ‘II: The Grand Procession’?
Cam mi ha girato le parti di chitarra registrate con ProTools in formato midi o comunque delle bozze di pezzi e dopo averle ascoltate milioni di volte ho cominciato a sentire qualcosa dentro. Per me è l’unico modo di scrivere. All’inizio parto con qualche sillaba e poi compilo delle parole di senso compiuto e le inseriscono in un concept. Non ha senso completare una linea che non si adatti al resto. Credo che faccia allo stesso modo James Hetfield e vale anche per me. Deve nascere una connessione dentro.

È stato un processo complicato?
Quando ci siamo uniti alla band il materiale per il secondo album era già scritto e abbiamo avuto il tempo di concentarci su un pezzo alla volta per un paio di anni. Una volta terminato, ho cominciato a pensare al terzo album.

Qual è stato il momento più eccitante delle sessioni di registrazione?
La prima volta che abbiamo registrato insieme. Lo abbiamo fatto con un nostro amico ed era tutto molto rilassato. La seconda volta abbiamo deciso di investire più soldi e ci siamo rivolti ad un professionista, Joe Cincotta dei Full Force Studio. Lavora a New York e collabora da anni con band come Suffocation e Infernal  Bleeding. Una mattina è stato proprio uno dei Suffocation a svegliarmi, dopo una lunga notte passata a registrare.  Ci siamo trovati molto bene ed ascoltare i pezzi prima che venissero mixati è stato incredibile. Del mixaggio se n’è occupato Chris Themelco in Australia, mentre la masterizzazione è stata curata da Thomas “Plec” Johansson in Svezia.

‘Ossuary’ è la traccia chiave? Non solo per il video, ma anche perché di fatto separa la prima parte dell’album dalla seconda..
Mi piace che lo hai notato. É un pezzo che significa molto per noi, proprio come ‘The Grand Procession’ o ‘Paupers Grave’. Ogni pezzo è scritto per fare la differenza. Abbiamo scelto ‘Ossuary’ per il video perché crediamo che sia il pezzo da cui traspare maggiormente il cuore e la passione che mettiamo nella nostra musica.

Cosa dobbiamo aspettarci da uno show dei Begat The Nephilim?
Beh, io mi prendo a pugni in faccia in continuazione. Tutti noi diventiamo selvaggi e il pubblico ci segue. Brendan fa fatica a vedere perché gli occhiali si appannano subito e Cam si muove dappertutto. Cerchiamo di avere una mentalità alla Dillinger Escape Plan dal vivo, anche se non siamo più giovani. Non sopporto le band che stanno ferme sul palco mentre suonano. Organizzare tour in Europa non è semplice, ma speriamo di farlo presto. Magari per promuovere il terzo album. 

(parole di Tyler Smith) 

Begat The Nephilim
From USA

Discography
I: The Surreptitious Prophecy / Mother of the Blasphemy - 2018
II: The Grand Procession - 2021