Sono sicuro che sei felice di parlare di questo nuovo album. Sono passati tanti anni dalla vostra release precedente.
Sono successe tante cose nel frattempo. I Children Of Bodom sono finiti e soprattutto Alexi è morto. Per tanto tempo non ho scritto musica e mi sono tenuto lontano da certi aspetti del music business, poi Antti e Jyri mi hanno spinto a riprendere il progetto e subito sono stati chiari due aspetti. Il primo è che i Warmen non erano più solo un progetto parallelo con cui sperimentare musica al di fuori dei Children Of Bodom, ma un gruppo vero e proprio. Il secondo è che le nuove canzoni sono venute fuori decisamente più aggressive in maniera naturale. É stato talmente evidente che abbiamo dovuto trovare un batterista ed un cantante con certe abilità, per essere in grado di proporre il nuovo genere al massimo del suo potenziale.
Possiamo parlare di una nuova era?
Sì, lo è certamente. Intanto perché la line-up è differente e Seppo e Petri hanno dato un grande apporto. Poi perché ci siamo messi alle spalle le influenze del passato. È il motivo per cui abbiamo scelto di intitolare l’album ‘Here For None’. È un modo di presentarci di nuovo al pubblico. Non sappiamo ancora se conquisteremo più fan nell’area dei Children Of Bodom o fuori da essa. Sarà eccitante scoprirlo. Conosciamo da tempo i dirigenti della Reaper Entertainment e avevamo già discusso della possibilità di collaborare. Quando abbiamo pubblicato su Facebook la news che stavamo lavorando a nuove canzoni, ci hanno contattato immediatamente e di conseguenza non abbiamo potuto rifiutare!
A proposito delle influenze neoclassiche e progressive dei primi lavori, ascolti sempre quel tipo di musica?
No, tutto è dovuto al fatto che i Warmen erano nati per sperimentare e suonare musica diversa da quella dei Children Of Bodom. In quel periodo avevo bisogno di staccare da certi cliché mentre adesso posso suonare ciò che mi piace di più. Le idee alla base del songwriting sono più varie ed epiche.
Come avete trovato i nuovi membri? Hai cercato tra le tue amicizie oppure avete svolto delle audizioni?
Sono musicisti che conosco da tempo e che per certi versi facevano già parte della famiglia. Il cambio di stile ci ha dato la possibilità di averli in line-up e così siamo cresciuti ulteriormente.
Avere il frontman degli Ensiferum però potrebbe rappresentare un problema in termini di tour.
Non credo. Speriamo di essere in grado di trovare dei periodi liberi e potere promuovere al massimo questo nuovo album perché lo merita.
Dovrai ricordargli di mettersi le mutande.
Eh si.. hai proprio ragione.
La mia traccia preferita è ‘Night Terrors’. Le tue quali sono?
Credo che la prima traccia, ‘We Are Here For None’, sia molto importante perché presenta la nuova era della band e riassume un po’ tutti i contenuti dell’album. É un pezzo oscuro, come l’artwork del disco, in cui crediamo molto, proprio come crediamo in ‘Too Much, Too Late’, che invece è più vario e mi ricorda certe cose degli ultimi Children Of Bodom.
A livello compositivo partite sempre dalle tastiere?
Sì, a volte chiamo mio fratello perché ho bisogno di qualche riff di chitarra per creare qualcosa di differente. Nel complesso però sono sempre le tastiere a dare il via al tutto. In termini di produzione abbiamo cercato di non allontanarci troppo dagli standard dei Children Of Bodom, anche perché sappiamo che il finnish metal ha un sound unico, che la gente ama ancora molto.
Ricordo un’altra intervista molto bella con te all’Ankkarock Festival di Vanta. A memoria non so quanti anni siano passati ma comunque saranno molti. Sei nostalgico di quel periodo?
Sì, certamente. Ho dei ricordi fantastici di quei tour. I Children Of Bodom andavano forte e giravamo il mondo. Purtroppo è stato anche il periodo in cui i problemi con l’alcolismo di Alexi sono cominciati ad emergere, quindi c’è un lato triste.
(parole di Janne Wirman)