-Core
Baroness
USA
Pubblicato il 05/09/2023 da Lorenzo Becciani

Mentre aspettavo l’intervista, mio figlio di sette anni è rimasto incantato dalla copertina. Cosa vedi nell’ennesima opera d’arte di John?
Questo è John. La sua mente è sempre avanti e riesce a trasportare su carta tutte le stratificazioni dei suoi pensieri. Ha ripreso questa idea a cui stava lavorando quindici anni fa e ha combinato insieme una serie di nuovi elementi. Anche quando è in tour dipinge in continuazione ed è molto bello vederlo lavorare.

Possiamo affermare che ‘Stone’ è l’album che tutti stavano aspettando?
Sì, se sei un fan dei Baroness lo è senza dubbio. Per quanto ci riguarda, cerchiamo sempre di migliorarci e pubblicare qualcosa di differente rispetto ai lavori passati. Non abbiamo nemmeno bisogno di parlarne. Come per le copertine di John, i colori sono molto importanti, ma non ci siamo messi a sedere discutendo se rifare ‘Gold & Grey’, ‘Purple’ o ‘Yellow And Green’. Tutti noi abbiamo la stessa mentalità e ormai ce l’hanno anche i nostri fan. Negli ultimi anni abbiamo suonato tanto insieme e stiamo stati anche oltre dodici ore a lavorare attorno ad un riff per provare a capire cosa ne poteva venire fuori.

Sono sicuro che diventerà presto un classico. Come hai trascorso questi quattro anni da ‘Gold & Grey’. 
Lavorando nella musica è facile cadere in periodi in cui niente è eccitante, non si ascolta nulla o si finisce per allontanarsi da ciò che si ama. Ci vuole tanto impegno per continuare ad esplorare e sperimentare. Quando ci siamo dovuti fermare, ho deciso di accettare nuove sfide. Ho lavorato al suono di basso e tastiere e suonato con alcuni musicisti jazz dell’area di New York. Mi sono sentito  di nuovo parte della scena.

Cosa stai ascoltando di jazz in questo periodo?
Di recente sono usciti dischi incredibili come ‘The 7th Hand’ di Immanuel Wilkins, un sassofonista di Philadelphia. Poi mi è piaciuto molto ‘Homage’ di Rick Rosato, un bassista di New York davvero sorprendente. Joel Ross è un grande vibrafonista ed il quartetto di Peter Evans è una delle cose più eccitanti che abbia visto nell’ultimo periodo.

Cosa avete chiesto a Joe Barresi?
Ha mixato il materiale sapendo dove volevamo le chitarre e la batteria. É un mixaggio molto spazioso e arioso, puoi sentire tutti gli strumenti ed è ideale perché nel disco passiamo da momenti davvero heavy ad altri più atmosferici.

Avete iniziato come sludge metal band, poi siete passati ad una sorta di progressive metal, poi avete aggiunto una componente hard rock importante. Adesso come vi definite?
A tutti noi piace la musica heavy nel suo insieme e sia Gina che John sono delle vere enciclopedie del metal. In generale erchiamo di avere le dinamiche giuste per rendere il nostro spettacolo unico. Quando siamo in studio e ci rendiamo conto di aver trovato qualcosa che funziona è magnifico e frustrante allo stesso tempo, perché in quel preciso momento vorremmo catapultarci sul palco di un festival e suonare davanti a migliaia di persone. 

Se funziona dal vivo allora funzionerà anche in studio.
É una questione di feeling e di potenza. Siamo costantemente ispirati dalla musica degli anni ‘90 e quando ci siamo dovuti fermare a causa della pandemia, io e John abbiamo discusso molto dei Nirvana. Ci siamo messi a guardare alcuni live su YouTube, più che altro le prime esibizioni, ed erano pazzeschi. Avevano un’intensità che nessun altro possedeva.

Come sono state le sessioni?
Avevamo solo trenta giorni e quindi abbiamo affittato una casa vicino New York e l’abbiamo trasformata in uno studio tutto per noi. Soprattutto ci siamo occupati delle parti di batteria e di basso ed è stato abbastanza snervante. Quando stavo finendo le mie parti di ‘Under The Wheel’, Gina e John stavano smontando tutto. Mi sono sentito come se avessi una pistola puntata alla testa.

Oltre agli Stati Uniti quali sono i vostri mercati migliori? 
Andiamo bene in Germania e nel Regno Unito. Anche in Spagna i nostri show sono sempre incredibili. Vorremmo avere più seguito in Italia, perché amiamo suonare dalle vostre parti.  

(parole di Nick Jost)

Baroness
From USA

Discography
The Red Album (2007)
Blue Record (2009)
Yellow And Green (2012)
Purple (2015)
Gold & Grey (2019)
Stone (2023)