Come state ragazzi?
(René) Molto bene grazie, tante interviste ma siamo contenti di promuovere questo album.
(Zora) Oggi è l’ultima quindi possiamo trattenerci anche di più.

É corretto definire ‘A Dark Euphony’ il vostro vero debutto?
(René) Secondo me non è corretto, perché tengo molto anche a ‘The Cause Of Shipwreck’. Sicuramente ‘A Dark Euphony’ rappresenta un passo in avanti, sia in termini compositivi che in termini di produzione e arrangiamenti sinfonici, ma credo sia normale perché suoniamo insieme da più tempo e abbiamo accumulato delle esperienze dal vivo importanti.
(Zora) Credo che la differenza principale tra i due album sia rappresentata da come è stata scritta la musica attorno alla mia voce. Mi sento molto più a mio agio a cantare queste canzoni e quando mi trovavo in studio ho notato una progressione importante.

Quanto avete cominciato a comporre il materiale?
(Zora) Subito dopo aver pubblicato ‘The Cause Of Shipwreck’. Alla fine ci sono voluti quasi due anni. 
(René) Non abbiamo voluto cambiare qualcosa specificatamente. Nel complesso la componente romantica è più accentuata e la produzione è più pulita.

Il processo è stato rilassato o complicato?
(Zora) Abbiamo cominciato presto ed è andato tutto bene finché non ho avuto ulteriore ispirazione e ho chiesto a René di inserire all’ultimo minuto un paio di aggiunte. Immagino che sia stato un po’ stressante ma alla fine ha funzionato. Quando abbiamo iniziato facevamo una sorta di dark pop. Poi ho visto dal vivo gli Halestorm e sono rimasta così impressionata che ho subito detto a René che volevo suonare in una band del genere. Così abbiamo cercato i musicisti giusti per questa nuova avventura ma ci siamo anche resi conto che l’hard rock non si adattava troppo alla mia voce. A quel punto la musica dei Blackbriar si è evoluta in quello che puoi ascoltare adesso.   Il testo di ‘Cicada’ è legato al titolo dell’album. Dal punto di vista dei testi, mi sono ispirata al folklore, ai miti, alla storia, alla mia vita personale, a libri o dipinti. 
(René) Di solito parto dalle liriche e da una melodia a cappella di Zora e ci scrivo la musica attorno. A volte è complicato perché raggiunge delle note molto alte, ma ormai lavoriamo insieme da tanto tempo ed il processo è molto naturale. ‘Until Eternity’ è stato il primo brano scritto da Zora con cui abbiamo dato vita ad un nuovo sound, che ci ha portato dove siamo ora.

Assen è famosa per il MotoGP. Ci sono anche altri gruppi metal interessanti?
(René) Qui il MotoGP fa parte della cultura popolare. Non c’è molto altro, ma la scena metal olandese è piuttosto buona. É stato grazie ad un amico comune che siamo entrati in contatto con Nuclear Blast e fin da subito è stato evidente che sapevano come gestirci. Ci siamo fidati ciecamente di ciò che ci hanno detto e dopo una lunga transizione siamo arrivati a firmare il contratto.

Uno dei maggiori pregi dell’album sta nel fatto che pur essendoci elementi symphonic e gothic non sia immediatamente riconducibile ad uno dei generi.
(René) Per noi questo è molto importante. É stato quello che abbiamo cercato di ottenere fin dall’inizio. Non ci sentiamo un band symphonic metal semplicemente per il fatto che abbiamo degli arrangiamenti sinfonici. Credo sia soprattutto una questione legata agli adulti ed è davvero noiosa. I giovani se ne fregano di queste cose. Magari in termini di drum sound abbiamo degli aspetti in comune con altre formazioni locali, ma vibrazioni e atmosfere sono totalmente diverse.
(Zora) Quello che ci interessa è che i pezzi possano essere cantati e ballati ai festival. É musica dark, ma affrontiamo vari temi e ogni pezzo è diverso dagli altri. Per esempio ‘Crimson Faces’ può ricordare i Within Temptation, ma ‘My Soul’s Demise’ o ‘Cicada’ sono di un altro stile. Un altro gruppo che amiamo molto sono gli Epica.

Siete mai stati in Italia?
(René) Io ci ho anche suonato, ma in un contesto del tutto diverso. Facevo il dj techno e mi sono esibito a Milano.