-Core
Dimmu Borgir
Norvegia
Pubblicato il 10/12/2023 da Lorenzo Becciani

Siete reduci dal grande riscontro ottenuto da ‘Eonian’. L’album è uscito prima della pandemia e sarebbe potuto essere promosso ancora di più dal vivo.
Col passare degli anni siamo sempre più confidenti nelle nostre possibilità ed in quello che facciamo. Così è nato un lavoro con una componente industriale meno accentuata e per certi versi più spirituale e dark. Alcune canzoni sono nate da semplici riff mentre altre hanno necessitato più tempo. Otto anni di silenzio sono tanti, ma se avessimo consegnato il master all’etichetta più tardi sarebbe potuto uscire anche dopo. 

Siete soddisfatti del feedback ricevuto per ‘In Sorte Diaboli’ e ‘Abrahadabra’?
Abbiamo imparato a non giudicare il feedback su un nuovo album nelle prime due settimane. Quello è il periodo in cui i denigratori urlano forte e cercano di farsi ascoltare. Dopo un paio di settimane arrivano i commenti di chi ci conosce dai primi anni e si prende il tempo necessario per ascoltare i nostri dischi. Siamo orgogliosi di ogni album che abbiamo pubblicato. Non lo avremmo mai fatto se non fossimo stati sicuri al cento per cento che il materiale corrispondesse esattamente alla nostra visione. Sarebbe stato più semplice per noi copiare ‘Enthrone Darkness Triumphant’ all’infinito, ma non è mai stato il nostro obiettivo.

Avete deciso di pubblicare ‘Inspiratio Profanus’ per prendere tempo in attesa del prossimo full lenght?
Sì, un po’ per questo motivo e un po’ perché volevamo fare un regalo ai nostri fan dopo un periodo complicato. Al momento abbiamo otto canzoni pronte per il nuovo album e ci siamo fissati una sorta di deadline per completarlo. Non è così rigida comunque. Può essere che ci metteremo un po’ di più. L’idea è di fare uscire il nuovo album a fine 2024 o al massimo nei primi mesi del 2025.

Quando è nata l’idea di una raccolta di cover?
É nata nel 2015 ma, tra tour e pandemia, non c’è stato modo di realizzarla prima. L’etichetta naturalmente ci chiedeva qualcosa e credo fosse il momento giusto per farlo. È il nostro modo di celebrare trent’anni di carriera. Alcune cover le avevamo già fatte ascoltare in passato ai nostri fan ed altre sono state aggiunte in seguito.

Alcune scelte come ‘Black Metal’ dei Venom  sono piuttosto ovvie. 
Il nostro obiettivo era registrare una versione personale e totalmente diversa dall’originale, quindi non era tanto importante la canzone da riprendere quanto l’approccio. In alcuni casi abbiamo pensato alle canzoni che ascoltavamo quando eravamo adolescenti e non sapevamo ancora che saremmo diventati dei musicisti professionisti. I Venom sono la storia, così come i Celtic Frost o i Bathory. ‘Satan My Master’ non è certo il pezzo più conosciuto della band di Quorthon. Nel caso dei Celtic Frost abbiamo scelto ‘Nocturnal Fear’ perché è un pezzo dal feeling sinistro che a nostro avviso è stato sottovalutato. Per quanto riguarda i Twisted Sister invece avremmo potuto benissimo scegliere un pezzo dei W.A.S.P., dei Judas Priest o dei Kiss. Era semplicemente la musica che ascoltavamo a quattordici anni.

So che ‘Metal Heart’ degli Accept è uno dei tuoi pezzi preferiti.
Lo è sempre stato. Gli Accept hanno significato molto per me. L’abbiamo ripresa anche dal vivo qualche volta.

Perché avete scelto ‘Perfect Strangers’ nell’immensa discografia dei Deep Purple?
É una bella domanda. Se avessimo scelto ‘Child In Time’ nessuno avrebbe obiettato. La cover di ‘Perfect Strangers’ è nata durante le sessioni di registrazione di ‘Abrahadabra’ mentre sperimentavamo molto con synth e tastiere di vario tipo. Per noi sono sempre stato il principale strumento compositivo e questo è l’unico aspetto che abbiamo in comune con la hard rock band inglese.

I G.G.F.H. come sono saltati fuori invece?
Li ha voluti Shagrath. ‘Dead Men Don’t Rape’ è un altro pezzo dal feeling sinistro che sta bene col resto del materiale. Credo che sarà apprezzata soprattutto da chi ama il nostro materiale più industriale. Il rischio, includendo in scaletta canzoni con diversi livelli, era che la raccolta perdesse in coesione ma ce ne siamo fregati abbastanza e solo in fase di masterizzazione abbiamo cercato di rendere il disco più omogeneo. 

Pensate di inserire alcune di queste cover nelle prossime scalette dal vivo?
Non credo. Abbiamo troppe canzoni da suonare e non avrebbe molto senso togliere spazio per delle cover.

Cosa significa integrità per te?
Pensare sempre alla qualità piuttosto che alla quantità. L’aspetto più difficile, quando realizziamo un album, non è tanto scrivere le canzoni, arrangiarle e produrle, quanto scartare quelle che non funzionano al cento per cento. Mettiamo da parte tante idee buonissime solo per il fatto che ricerchiamo la perfezione. Quindi vale la pena aspettare. Il riscontro economico non ci è mai interessato. Siamo grati di poter fare i musicisti ma ci sono stati momenti in cui avremmo potuto mollare e non l’abbiamo fatto. Siamo sempre stati determinati in tutte le nostre scelte. Non c’è niente che rifarei in maniera diversa. In passato abbiamo anche avuto dei lavori regolari per pagare le bollette ma non c’è mai stato un piano di riserva.

Cosa provi ascoltando i vostri primi album?
Non lo faccio spesso, ma in occasione dello show di Bergen per il trentesimo anniversario abbiamo dovuto rivisitare il materiale e imparare di nuovo alcuni pezzi che non suonavamo da tempo. È stato divertente

(parole di Silenoz)

Dimmu Borgir
From Norvegia

Discography
1994 – For all tid
1996 – Stormblåst
1997 – Enthrone Darkness Triumphant
1999 – Spiritual Black Dimensions
2001 – Puritanical Euphoric Misanthropia
2003 – Death Cult Armageddon
2007 – In Sorte Diaboli
2010 – Abrahadabra
2018 – Eonian