Come sta andando la promozione del nuovo album?
Molto bene. Stiamo facendo tante interviste, ma è sempre bello, anzi direi naturale, parlare dei propri album. Abbiamo lavorato parecchio a queste canzoni e non vediamo l’ora di condividerle tutte con i nostri fan.
Cosa volevate cambiare o migliorare dopo ‘Lifestyles Of The Sick & Dangerous’?
L’aspetto più importante da considerare è che in questi due anni, abbiamo fatto circa duecento date dal vivo. L’intero album è stato composto con la prospettiva del live in mente e credo che si senta in maniera evidente. Fin dal primo demo abbiamo cercato di scrivere pezzi che si adattassero alla perfezione alla dimensione live.
Questo ha influenzato particolarmente la stesura delle parti vocali oppure il sound di chitarra o batteria?
Pensa ad un mosh pit. A questo furioso pogo che si sta scatenando sotto palco. Non volevamo mettere nessun freno. I pezzi più aggressivi del disco sono pezzi che puoi pogare dal primo all’ultimo istante. In questi anni siamo stati etichettati in tanti modi. Alcuni positivi ed altri meno. Vogliamo metterci alle spalle l’esperienza a Eurovision e suonare il più possibile dal vivo perché è il contatto con i fan che ci tiene vivi. Le parti vocali sono spesso l’espressione di un sentimento che dobbiamo tirare fuori o comunque il risultato di una forma terapeutica.
Avete subito pressioni durante il processo?
Il problema più grande è stato comporre e registrare andando avanti e indietro dai tour. L’estate è stata veramente assurda. Appena tornati dai festival siamo entrati immediatamente in studio a lavorare ventiquattro ore al giorno. Non c’è stato un momento di sosta.
Pensate davvero che la vita sia uno spreco di tempo?
Sì, a volte. Ci sono tanti momenti in cui percepiamo tutto negativo attorno a noi. Ci auguriamo che certi testi possano essere d’aiuto a persone in difficoltà.
Come è nata la collaborazione con RØRY?
Prima abbiamo scritto un paio di pezzi con lei a Londra. Ci siamo trovati bene e così abbiamo pensato che una collaborazione sarebbe stata una buona idea. ‘Die Another Day’ era già quasi pronta ma mancava qualcosa per il secondo verso e così le abbiamo chiesto di scrivere una parte del testo. Il violoncello è stato suonato da Perttu Kivilaakso degli Apocalyptica.
E quella con i From Ashes To New invece?
‘XOXO’ è un pezzo perfetto per essere suonato dal vivo. Con i From Ashes To New ci troviamo alla grande. Siamo stati in tour con loro per circa sette settimane nel 2022 e siamo diventati amici, condividendo tante cose tra cui il set up. Abbiamo gusti musicali simili e quando stavamo lavorando a ‘XOXO’ abbiamo inviato loro il demo. La canzone ha subito diverse modifiche e la versione finale, con la parte in rap e alcune parti vocali davvero alte, è uno dei migliori esempio di quello che siamo riusciti a raggiungere in termini di produzione. Abbiamo cercato di spingerci ad un livello superiore e crediamo che ‘XOXO’ lo dimostri.
Avete utilizzato qualche template in termini di produzione?
Abbiamo lavorato tantissimo al suono di batteria ed alle voci, sperimentando sul nostro sound su piani diversi. Molti crediti vanno a Aleksi Kaunisvesi, il nostro dj e percussionista che ha supervisionato tutto il processo insieme a Joonas Parkkonen.
Qual è stato il momento più eccitante durante le sessioni di registrazione?
Quando abbiamo registrato le voci a Londra con Dan Lancaster. Ha posizionato microfoni in tutta la stanza ed è stato decisamente diverso da tutto quello che avevamo fatto in precedenza. Ogni tanto ci piace uscire dalla comfort zone, come quando abbiamo collaborato con Chase Carneson ed i Fever 333 per ‘Wolfy’.
Vi sentite sempre legati alla scena finlandese?
Ci sentiamo un gruppo internazionale anche perché in Finlandia abbiamo raggiunto l’apice ed adesso è venuto il momento di conquistare altri mercati. Di colpo siamo stati catapultati dai locali della capitale ai festival di tutto il mondo. Ci siamo trovati a bere nel backstage con Jacob Shaddix dei Papa Roach e lì ci siamo detti che eravamo davvero parte della scena. Crediamo che certe sonorità stiano ritornando ma allo stesso tempo vogliamo mantenere la nostra unicità. Per questo lo chiamiamo violent pop e incorporiamo elementi post hardcore e metalcore nella nostra musica. Di sicuro non saremmo qui se non ci fossero stati Linkin Park o Limp Bizkit, ma ci piace anche la musica pop mainstream e, giusto per rimanere in Finlandia, band come Lost Society, con cui abbiamo suonato diverse volte, che sanno bilanciare molto bene l’aggressività del metal e la sperimentazione.
Dell’Italia cosa ricordate?
Il concerto di spalla agli Iron Maiden è stato spettacolare. Tanta gente era lì solo per noi.