Come stai Morgan?
Molto bene grazie. In che parte dell’Italia vivi?
Non troppo lontano da Firenze. Te invece?
Vivo a Stoccolma. Ci sei mai stato? In questo momento purtroppo non ci sono così tanti locali dove ascoltare buona musica.
Sì, diverse volte. Un paio per concerti. Ho visto i Turbonegro al festival di Gröna Lund, non troppo distante da Skansen. Poi Zola Jesus al DeBaser.
Noi invece non vediamo l’ora di venire a suonare il nuovo disco in Italia. In questi giorni la promozione è concentrata sul vostro bellissimo paese e mi auguro di conoscerti presto di persona.
In effetti il nuovo album è decisamente live oriented. Deve essere una bomba dal vivo.
Abbiamo lavorato tanto ad i dettagli. Prima nella fase di songwriting e poi col nostro produttore Nicklas Eklund, che di recente ha lavorato anche con i Self Deception, che stanno andando alla grande su Spotify.
Cosa volevate cambiare in termini di produzione rispetto ai lavori precedenti?
Prima di tutto abbiamo cambiato cantante. Una volta separati da Andreas, abbiamo trovato Sebastian aka SKEB e la differenza è evidente. Riesce ad arrivare a tonalità molto più alte. Più che cambiare qualcosa in termini di suoni abbiamo cercato di aggiungere degli archi veri negli arrangiamenti. Rispetto a ‘Dark Matter’ trovo che ci siano degli elementi industrial metal in più e ho usato spesso la sette corde
Perché avete scelto un cantante inglese?
Gli svedesi conoscono bene l’inglese, ma se senti una band svedese che canta in inglese quasi sempre te ne accorgi. Così abbiamo cercato un madrelingua. Il cantante precedente era metà americano mentre Sebastian è inglese, ha padre francese e vive in Spagna..
Immagino non sia semplice provare.
No, per niente ma ormai siamo abituati a lavorare in remoto.
Sei coinvolto anche con altre band attualmente?
Ho diversi contatti, ma i No Name Faces sono il mio gruppo principale. Lavoro spesso come turnista. Di recente sono stato in studio con Danny Saucedo, una pop star molto importante qui in Svezia. Sono quindici anni che suono per altri e ad un certo punto ho sentito l’esigenza di avere un progetto personale. Così sono nati i No Name Faces.
In ogni caso la scelta di autoprodurvi è stata obbligata oppure dettata dalla volontà di mantenere il controllo sulle operazioni?
Un po’ entrambi i fattori. Stiamo cercando un’etichetta che ci permetta di raggiungere un pubblico più ampio, soprattutto all’estero, ma allo stesso tempo abbiamo un team molto preparato che ci permette di seguire ogni aspetto della produzione di un disco nel modo migliore.
Nel caso firmereste per un’etichetta metal o rock?
Diciamo che siamo nel mezzo. Mi piace descrivere la nostra musica come metal con un costume pop. Credo che sia azzeccato. Per rispondere alla tua domanda però direi decisamente un’etichetta metal. Le nostre canzoni nascono sempre dai riff e sono parecchio heavy all’inizio. Poi le modifichiamo per renderle esperienze uniche per l’ascoltatore. Un’altra influenza importante proviene dalle colonne sonore dei film horror. Amo quel tipo di atmosfere.
Sei appassionato di swedish metal?
In Flames e Dark Tranquillity sono naturalmente delle grandissime band. Personalmente amo anche The Hellacopters e Backyard Babies. Ho un podcast dove tratto argomenti dell’industria musicale e ho avuto come ospite Dregen. É una persona fantastica! Inoltre sono appassionato di chitarra classica e jazz.
Dove si trova ‘Wonderland’?
Questa è una bella domanda. Ognuno può interpretarla come desidera.
Magari per te potrebbe essere la Los Angeles di fine anni ‘80..
Non sarebbe stato male suonare in quel periodo. Sono stato tante volte negli USA e mi piacerebbe molto organizzare un tour americano come si deve.
‘I Am Not Your Bitch’ invece a cosa è ispirata?
É scritta in maniera ironica. Adesso con Tinder o applicazioni del genere conoscere qualcuno è come prendere un numero.
(parole di Morgan Lydemo)