Come stai Jules?
Molto bene grazie. In questo momento siamo in sala prove per preparare al meglio le prossime date. Sono giorni molto caotici ma è bellissimo avere il nuovo disco fuori. E' l'inizio di una nuova era per la band.
Mentre attendevo la tua chiamata ho dato un’occhiata alla vostra pagina Instagram. Non solo avete tanti follower ma il vostro merchandise è davvero eccellente.
Io odio i social network. Non fanno per me. Cerco comunque di seguirli per rispondere ai nostri fan e anche perché non c’è modo di aggirarli al giorno d’oggi. Nella band se ne occupa Nicolai.
Cosa volevate cambiare dopo ‘Nightfall’?
Quando abbiamo finito il tour precedente ci hanno detto che dovevamo consegnare il master del nuovo disco in tre mesi. Mi sono detta… cazzo non ce la faremo mai! Così non abbiamo avuto nemmeno il tempo di sviluppare una visione precisa. Ci siamo seduti in studio col produttore Julian Breucker e abbiamo iniziato a scrivere il materiale da zero. É stato un periodo davvero estenuante, nel quale ho scritto tutti i giorni per sei ore la mattina per poi lavorare altre otto ore fino alla sera. Stavolta siamo partiti dalla voce quindi mi sono messa al lavoro con la chitarra acustica e in questo modo sono nati i primi chorus. Li ho inviati al produttore che si è occupato dei primi arrangiamenti per le parti strumentali.
Ti piace il termine metalcore?
Non so se la cosa è nata dal management o dalla label, ma siamo una piccola band e non vogliamo essere classificati. Non mi pare che il nucleo di ‘Bad Blood’ sia metalcore. Al massimo rock o alternative rock.
Già in ‘Nightfall’ le influenze nu metal erano evidenti.
Ti dico la verità. Sono cresciuta con AC/DC e Linkin Park. Andre è il più metallaro del gruppo. Ascolta dal nu metal agli Slayer. Credo anche qualcosa di trap, mentre io sono focalizzata sulle stesse cose da quando ero adolescente. Non ascoltare altra musica mi aiuta molto quando compongo perché tendo a distrarmi facilmente. Il mio cervello funziona a schemi e non voglio copiare nessuno.
Qual è stata la canzone che ha guidato tutto il processo?
La prima che abbiamo completato è stata ‘Bad Company’. Quando l’ho registrata avevo l’influenza ed è stato un incubo. Poi è arrivata ‘Best Of Me’. Il produttore mi ha fatto ascoltare un campione hip hop e dopo qualche ora la traccia si è rivelata decisamente rock n’ roll.
Come è nata la collaborazione con Adrian Estrella degli Zebrahead?
Ci siamo incontrati ad un festival. Ci ha ascoltati durante il soundcheck e ci ha detto che non sapeva assolutamente chi fossimo ma che non aveva ascoltato niente di meglio da tempo. Così abbiamo approfondito la conoscenza nel backstage ed è nata l’idea di coinvolgerlo per ‘Bad Blood’.
In cambio magari ti chiederà di apparire in qualche video della band.
Non sarebbe male.
Attenzione però che le ragazze dei loro video indossano bikini minuscoli.
Va bene lo stesso.
Prima hai detto che siete partiti dalle linee vocali. Come le costruisci di solito?
Normalmente seguo il novanta per cento di quello che registro in prima battuta. Se mi piace vado avanti altrimenti riparto da capo. Non riesco a riprodurre qualcosa che è nella mia testa da troppo tempo. Con ‘Nightfall’ ho dovuto registrare alcuni pezzi dieci-quindici volte ed alla fine ho avuto un esaurimento nervoso.
Desideri trasmettere un messaggio particolare coi testi?
Sì, quello di uscire dal ruolo di vittime. Dobbiamo essere tutti più forti e difendere noi stesse. Essere più mature. Non voglio più essere abbattuta da altre persone.
Dopo l’uscita di ‘Nightfall’ avete partecipato a due tour importanti. Qual è stato il concerto più elettrizzante?
L’esibizione al Summer Breeze è stata memorabile. Non ci aspettavamo tutta quella gente. Sono scesa dal palco e ho iniziato a fare crowd surfing. Mi sono ritrovata in mezzo a decine di persone che cantavano i testi a memoria. Non pensavo fosse possibile. Un altro concerto assurdo è stato di supporto a Ghøstkid. L’energia è stata spaventosa. Mi ha chiesto di salire sul palco per una cover. Credo fosse ‘Like A Virgin’ di Madonna, ma non sapevo nemmeno il testa. Nel frattempo la folla spingeva in tutte le direzioni e la ragazza del merchandising faceva fatica a tenere in piedi il suo tavolo. Anche con i Lord Of The Lost siamo stati accolti alla grande e di conseguenza abbiamo grandi aspettative per le prossime date.
(parole di Jules Mitch)