Dove sei adesso?
Sono in Olanda, a casa mia. Qui ho il mio studio personale e tutti gli strumenti.
Infatti vedo tanti strumenti tradizionali dietro di te. É il posto dove componi?
Sì e dove mi occupo della pre-produzione delle tracce. A volte viaggio più a Nord per trovare l’ispirazione giusta.
Te l’ho chiesto appositamente perché quest’album è nato in diverse location..
Nel corso degli anni mi sono appoggiata a numerose location. Ho registrato in Islanda, Norvegia e Danimarca oltre che qui in Olanda. Ho lavorato con due produttori ovvero Jaani Peuhu e Christopher Juul e io stessa ho seguito dei corsi di sound design e produzione per potere editare le canzoni in una fase successiva. Desidero essere abile a controllare ogni aspetto della mia musica e non è sempre semplice. Quando sei accanto a qualcuno puoi comunicare mentre la stessa cosa non è possibile quando sei dietro una console o un computer devi premere dei bottoni o muovere delle barre.
Come hai scelto i posti dove registrare?
Ho scelto persone con cui avevo una grande connessione. Le vibrazioni sono fondamentali quando fai musica. Per esempio quando ho lavorato in Islanda mi sono ispirata ai poemi locali e ho cercato di rapportare il testo alle tradizioni del luogo e ho collaborato con Borgar Magnason, un contrabbassista e compositore eccezionale che ha registrato con artisti del calibro di Sigur Rós, Björk e Ben Frost. Abbiamo usato anche una lava stone marimba che non era stata suonata dai tempi di ‘Odin's Raven Magic’, niente meno che da Steindór Andersen. ‘SÁLA’ è profondamente legato alla mitologia norrena ed è il risultato di una ricerca storica che mi ha portato a scegliere certi strumenti come il bukkehorn norvegese, suonato da Karl Seglem, che senti nella traccia d’apertura. É stato proprio lui a portare quello strumento dorato nella musica contemporanea e ad insegnarlo a tanti musicisti, quindi averlo su disco è bellissimo. È uno strumento naturale e animistico.
Come è avvenuta la transizione dai L.E.A.F. al progetto solista?
I L.E.A.F. sono stati la mia prima band. Ero il leader ma mi confrontavo con altri musicisti. Ci siamo divertiti tanto a provare e suonare insieme, ma gradualmente è apparso a tutti chiaro che la mia visione fosse molto forte. Volevo immergermi nella tradizione norrena senza scendere a compromessi e così ho iniziato a scrivere canzoni per conto mio ed a raccogliere un certo tipo di strumentazione. È stato un lungo viaggio e ho registrato altro materiale, ma è con ‘SÁLA’ che ho potuto promuovere al meglio la mia arte. Non avevo mai fatto tante interviste.
Una delle qualità maggiori dell’album, a mio parere, è che non è soltanto oscuro, ma contiene degli sprazzi di luce? Non è monodimensionale come tanti dischi nordic folk..
Ti ringrazio per averci riflettuto. Ho cercato di coprire tutto lo spettro delle emozioni che possiamo incontrare nelle nostre vite e ovviamente non si parla solo di argomenti tetri, di cuori infranti e senso di smarrimento. C’è tanto nella vita che dobbiamo tenere in grande resurrezione. Per esempio ci sono degli aspetti di resurrezione e altri in cui parlo di come si possa fare pace con sé stessi e trovare il modo di rialzarsi dalle difficoltà. Vedo anche le storie mitologiche norrene da una prospettiva femminile e di conseguenza non soltanto canti su Thor, Odino o i vichinghi più forti e famosi.
Qual è il tuo rapporto con la Natura?
Molto forte. Amo la cultura vichinga in generale e nel concept sulla rinascita c’è ovviamente spazio per una condanna verso l’uomo che sta distruggendo tutto ciò che ha intorno. Speriamo che la storia ci permetta di riparare ai nostri errori ma credo si sia persa l’idea di umanità. Vediamo tutto quanto come prodotti di fabbrica e per questo usare strumentazione tradizionale è fondamentale. Permette di connettersi con un altro mondo e creare un suono così intenso che nessuna macchina potrà mai ricreare. È come la voce della divintà che cercano di comunicare con noi attraverso la Natura. In alcune canzoni puoi sentire il vento, il respiro della Natura che ci circonda. Il mio scopo è di unire il mondo mistico con quello fisico. Nell’album ci sono dei suoni industriali reali così come dei sussurri naturali o elementi spettrali che riflettono i pensieri delle nostre menti. Mi auguro di riuscire ad ispirare la persone a scavare nel proprio mondo interiore e riuscire a proiettarlo all’esterno.
È stato un processo complicato?
Sì, decisamente complesso. Anche perché dovevo capire certe cose. Ho tentato di catturare la realtà e l'incarnazione reale di un’essenza particolare oppure di un’emozione e di essere in grado di farlo attraverso un processo di registrazione. Il legame con i miei produttori mi hanno aiutata.
Per alcune domande ho preparato dei tarocchi dorati. Il primo è quello della Regina di bastoni, che concerne l’energia sessuale..
Diversi pezzi riguardano questo argomento. Uno è senza dubbio ‘KÓLGA | 16’, il singolo che ho scelto per anticipare l’uscita dell’album. Per me l’energia sessuale è legata alla trascendenza ed alla capacità di prevedere il futuro. Proseguiamo il viaggio, superiamo le nostre sfide ed alla fine torneremo alla pace e reclameremo noi stessi come recupero dell'anima. Un altro pezzo che amo molto e che secondo me mostra bene quella che è la produzione dell’intero lavoro è ‘Stone Pillars’. Il testo in inglese risale a quasi dieci anni fa.
Qual è stata la collaborazione che ti ha più sorpreso?
Sicuramente quella con Mitch Harris. Ha registrato la sua parte a Los Angeles, dove viveva in quel periodo, nel bel mezzo di una tempesta. Si è davvero superato e sono certa che collaboreremo ancora in futuro.
Il secondo tarocco è quello della Sacerdotessa. Chi è la Sacerdotessa dei tuoi rituali?
Penso a ciò che hanno fatto nei secoli ed a quello che ho sperimentato personalmente o percepito dalle loro storie. Inizialmente si tratta di una situazione comunitaria ma credo sia necessario passare ad uno stato di coscienza più elevato. Non è una questione fisica, ma di personalità. Il rituale deve trasmettere un messaggio più grande di noi stessi quindi non lo indirizzerei mai ad una sola persona ma alla sorgente dell’energia.