Come state ragazzi?
Molto bene. Siamo al caldo a Stavanger.
Vi ho scoperto con un singolo su YouTube, senza sapere niente della vostra esistenza, quindi potete darci qualche informazione in più sulla band e su come vi siete formati?
Ci conosciamo da più di dieci anni e quando è scattata la pandemia abbiamo passato più tempo con gli amici nei dintorni. Dovevamo formare piccoli gruppi a causa delle restrizioni e così tutto è nato, bevendo qualche birra di troppo e suonando le chitarre ad alto volume. In passato abbiamo fatto parte di altre band ma non troppo rilevanti.
Qual era la vostra visione quando sono nati gli You Know Who?
È molto semplice. Suonare garage rock o comunque quello che ci piaceva quando avevamo sedici anni ma non avevamo un lavoro per farlo. Adesso possiamo farlo e le canzoni sono il risultato di quello che siamo noi ovvero dei totali idioti che si fanno gli affari degli altri.
Siete fortunati perché siete nati nella patria dei Turbonegro. La loro influenza è innegabile. Ci sono però altre band punk o rock che vi hanno ispirato?
Gluecifer, The Hellacopters, The Good The Band And The Zugly, Kvelertak ma anche Cro-Mags, Minor Threat, Idles e un pizzico di black metal.
È stato difficile trovare il vostro suono?
No, non troppo. Ci siamo guardati e ci siamo detti che sarebbe stato divertente fare un po’ di casino sullo stile dei Turbonegro. Un paio di birre e abbiamo cominciato a comporre. Le tracce poi sono state registrate in analogico nelle sale dell’Accademia della Musica di Oslo. Il processo è stato portato avanti in maniera molto intuitiva.
C’è una traccia che ha guidato tutto il processo?
É difficile rispondere. Abbiamo registrato circa trenta-quaranta demo e abbiamo cominciato a provare i pezzi dal vivo per capire quali funzionavano meglio. Poi abbiamo apportato delle modifiche e ci siamo occupati della produzione con dischi come ‘Apocalypse Dudes’ in mente. ‘Fast Shades (For Fast Living)’ è sicuramente interessante e rappresentativa di quello che siamo. Parla di sentirsi sotto pressione e dovere correre avanti e indietro con i minuti contati. Il lavoro ci ucciderà prima o poi. Anche ‘Death Wish’ tutto sommato parla di questo ma con un riferimento più specifico all’industria musicale, che è piena di cattive persone. A forza di mangiare male, fumare e drogarci moriremo presto.
Per favore non lo fate prima di suonare in Italia.
Ahahahha… ok promesso! In ogni caso era per farti capire che i testi parlano delle persone assurde che incontriamo nella nostra vita.
E quali sono invece i party toys che preferite?
Direi certe sostanze. Birra, ancora birra, Fernet Branca e altre cose che non possiamo far vedere in video.
‘She’s a 10 (But She Doesn’t Like Turbo)’ è la mia traccia preferita in assoluto.
Abbiamo un amico, molto bello, che qualche tempo fa stava uscendo con questa ragazza bionda. Erano appena tornati da Londra. Lei era pure più alta di lui. Ad un certo punto la situazione si stava facendo bollente e lei ha messo un po’ di musica. Prima ha messo una band terribile di Stavanger e poi ‘Maggot Brain’ dei Funkadelic. A quel punto lui ha mollato. Abbiamo pensato che fosse una storia divertente da inserire nell’album.
Sapete che in Italia incontrerete tante belle ragazze..
Mi raccomando assicurati che ascoltino i Turbonegro!
Un altro pezzo strepitoso è ‘Hightallin’, forse il più “americano” in scaletta..
Speriamo anche noi che abbia successo. La melodia è fantastica e molto diretta, ma allo stesso tempo è un pezzo leggermente diverso dagli altri.
Qual è stata la traccia più complicata da registrare?
Le voci sono state registrate in un paio di giorni ed alla fine del processo abbiamo completato ‘Tales Of Darkness’. Eravamo tutto molto stanchi e Martin ha registrato l’assolo centrale in mutande e in hangover con un amplificatore degli anni ‘70.
Cosa dobbiamo attenderci da un vostro concerto?
Volumi altissimi, grida insane e tanto divertimento. Ci piace perdere il controllo. Qualche settimana fa una ragazza è finita addosso alle casse e si è fatta male. Abbiamo suonato al Tribute di Sandnes ed è stato memorabile. Abbiamo fissato un paio di festival in Norvegia e stiamo cercando di organizzare degli show per l’autunno. Stiamo anche parlando della Danimarca per il prossimo anno.
State cercando una label per il prossimo disco?
Non ci abbiamo ancora pensato. Per ‘Dumb’ è andata bene così. Facendo tutto da noi, abbiamo ridotto i costi.
Prima abbiamo parlato di ‘Apocalypse Dudes’. Quali sono gli altri dischi dei Turbonegro che amate alla follia?
‘Party Animals’ ha letteralmente cambiato le nostre vite quando avevamo sedici anni. Sicuramente anche ‘Scandinavian Leather’. Quando uscì le emittenti come MTV cominciarono a passare i video dei singoli con grande frequenza. Vedendo ‘Sell Your Body (To The Night)’ pensammo che fossero fuori di testa.