-Core
Bad Breeding
UK
Pubblicato il 04/07/2024 da Lorenzo Becciani

Com’è stata la transizione tra ‘Human Capital’ e ‘Contempt’?
Abbiamo finito di registrare ‘Human Capital’ nel dicembre 2021, poi è uscito l’album e abbiamo suonato un po’ in giro. Alla fine dell’anno c’è stato un cambio di line-up e ci sono voluti circa sei mesi per trovare un nuovo chitarrista quindi per quasi un anno ho lavorato a stretto contatto con Charlie e con lui abbiamo posto le basi per il nuovo lavoro.

Questo ha implicato un cambio di sound?
Diciamo che adesso siamo più vicini al mondo metal di prima. 

A mio parere l’album è molto coeso e le canzoni sono più live-oriented rispetto alle precedenti.
Sicuramente è così. La chitarra è spesso in evidenza e dal vivo i nuovi brani funzionano alla grande.  Saremo in Italia a ottobre, il 16 a Bologna ed il 17 a Milano, all’Arci Bellezza, e quindi potremo testarli anche davanti al pubblico italiano.  

Cosa volevate cambiare in termini di produzione?
La scelta di mettere in primo piano la chitarra nel mixaggio è stata piuttosto naturale. Le registrazioni si sono svolte agli Chapel Studios con Ben Greenberg, un ingegnere di Brooklyn ex membro dei The Men e negli Industrial Uniform. Una situazione molto confortevole per noi che ci ha permesso di trascorrere tanto tempo in studio. I layers di batteria sono stati aggiunti in seguito sperimentando diverse soluzioni ed alla fine abbiamo ottenuto un sound molto istintivo e cavernoso. Alla fine di un pezzo ci sono suoni provenienti da diversi drum kit suonati completamente fuori tempo e ho anche provato un vecchio megafono.

Nella vostra biografia leggo punk, anarcho-punk, post-punk e così via.. Trovi che il termine punk si addica alla vostra musica? Perché di sicuro non siete punk come lo erano i Sex Pistols tanto per fare un esempio. 
Forse è più il modo in cui ci comportiamo e non tanto come suoniamo. Ci sono diversi elementi nella nostra musica. Per alcuni puo’ essere semplicemente noise-rock, abbiamo però anche elementi industrialm, piano, tromba e quindi anche qualcosa di jazz.

Poi c’è anche la componente estetica. L’artwork di Peter Kennard è meraviglioso. La sua arte rispecchia le guerre intraprese contro l'umanità e di conseguenza ha molto a che vedere con la crisi nell'era moderna.
Sono d’accordo, soprattutto adesso che i dischi non vendono più così tanto gli artwork assumono grande importanza. L’immagine riflette le liriche dell’album. Sono più di cinquant’anni che viene promossa arte anti-bellica, ma ciò non sembra intaccare molto il pensiero di tanti politici o capi di governo. Per noi rappresenta una fonte energizzante. Ci siamo messi nei panni dei lavoratori maltrattati dalla classe capitalista. É in quella forma di disprezzo che possiamo trovare solidarietà tra di noi. Ogni giorno assistiamo alla crisi del sistema sanitario e vediamo sfruttamento dei lavori, genocidi, abusi, diritti umani calpestati e indicibili distruzioni a causa delle guerre. Il nostro pianeta viene sventrato dal punto di vista ambientale e ogni anno milioni di persone vengono sfollate a causa di guerre, carestie, distruzione ecologica, fuggendo sempre più lontano verso terre visibilmente orientate al benessere di pochi. Solo quando sapremo utilizzare quel disprezzo a nostro favore potremo raggiungere un livello di conoscenza di classe che fornirà una sfida adeguata al capitalismo imperante.

Di cosa parla ‘Temple Of Victory’?
É un po’ una visione di quello che è attualmente il Regno Unito. Il nazionalismo reazionario ha mostrato tutta la sua falsità e certe nozioni vengono impartite al fine di disunire la popolazione. Il riferimento è al centro per l’immigrazione di Manston a Dover e delle invettive xenofobe che sono seguite a quell’atto.

Come è nato il rapporto con One Little Independent?
Il suo fondatore Derek Birkett suonava nei Flux Of Pink Indians, una band anarcho-punk dell’Hertfordshire di cui eravamo tutti fan. Quando ha ascoltato il nostro primo disco ci ha subito contattati e dopo un anno circa ci ha proposto di pubblicare qualcosa per la sua etichetta. Così è uscito ‘Exiled’. Ci siamo trovati bene e la collaborazione è proseguita anche per ‘Human Capital’ e ‘Contempt’.

Come scrivi i testi di solito?
Dopo il lavoro o nei fine settimana. Mi vengono delle idee e le sviluppo da solo. Spesso quando ho già una base musicale pronta. Per me sono assolutamente centrali e spendo un sacco di tempo ad adattarli alla musica ed a volte apportiamo qualche cambiamento perché il messaggio è forte e vogliamo essere sicuri che venga rafforzato.

Quando affermi che il disprezzo guida ogni mossa della classe capitalistica sembra che tu abbia preso ispirazione dal fantastico libro ‘No Logo’ di Naomi Klein. 
Possiamo parlare quanto vogliamo,  teorizzare e intellettualizzare, ma finché non cristallizziamo davvero le emozioni ed i sentimenti che proviamo tutti i giorni non potremo mai avere una coscienza di classe tale da lanciare  una sfida adeguata contro il capitalismo. Il disprezzo mi è sembrata una parola davvero unificante.

Qual è stato il concerto più elettrizzante fino adesso?
L’anno scorso siamo stati in Giappone ed è stato assurdo. Non sapevamo cosa aspettarci e ci siamo trovati di fronte una quantità di persone incredibile.

Qual è il membro della band che soffre maggiormente di idolatria?
Ahahahah.. non risponderò mai!

(parole di Chris Dodd)

Bad Breeding
From UK

Discography
Bad Breeding - 2016
Divide - 2017
Exiled - 2019
Human Capital - 2022
Contempt - 2024