Ciao Jasmin, come stai passando le giornate in attesa dell’uscita di ‘Gods Of Metal (Year of the Dragon)’?
Passo almeno due ore al giorno su Twitch. Seguo il canale, interagisco con i fan e faccio pratica. Poi seguo anche altri social network e cerco di farmi trovare pronta per il tour.
Sei la persona scelta dalla band per occuparti della parte social?
Non sono la sola. Anche Antonio li segue e ci dividiamo un po’ il lavoro. Di solito io mi occupo dei post e lui risponde ai messaggi. È divertente, ma negli ultimi tempi è diventato un vero e proprio impegno. Devi cercare di moderare i canali per non lasciare troppo spazio agli idioti, ma molti fan ci aiutano in tal senso.
Quale social network vi sta portando più nuovi fan?
Questa domanda è molto interessante, perché le cose possono cambiare da un momento all’altro. In questo periodo Instagram e Twitch vanno alla grande. Sono piattaforme più moderne e ci sono tante persone che amano la nostra musica e in generale l’heavy metal che ci scrivono, commentano, seguono quello che facciamo ecc..
Questo vi permette di analizzare la vostra audience?
Sì, sicuramente. É molto varia e ce ne siamo accorti anche nei due grandi tour che abbiamo portato a termine. Abbiamo tanti adolescenti che ci seguono in Asia ma anche persone adulte, che amano il metal vecchia scuola.
In quali termini ‘Gods Of Metal (Year of the Dragon)’ rappresenta un passo avanti rispetto al debutto?
La band è la solita. Abbiamo solo cercato di migliorarci tecnicamente e di scrivere canzoni migliori, definendo ancora di più il nostro stile. Parliamo di barbari, vichinghi ma anche samurai, facciamo riferimenti agli dei del metal ma anche a divinità femminili molto potenti e prendiamo spunto dalla mitologia norrena così come dalla cultura asiatica. Sul disco abbiamo due ospiti e in futuro cercheremo di collaborare il più possibile con altri musicisti per rendere il nostro sound ancora più unico e differenziato. Inoltre la figura centrale del nuovo album è il drago. Una figura venerata e iconica nella cultura asiatica, che abbiamo scelto per descrivere l’evoluzione del progetto e trasmettere un messaggio di epicità senza tempo.
Come avete coinvolto Laura Guldemond e Tim Hansen?
Antonio ha sostituito Craig Cairns per alcune date degli Induction con Sonata Arctica e Stratovarius e così ha chiesto a Tim di partecipare. Il suo talento è clamoroso. Anche con Laura ci siamo conosciute in tour. É venuta lei a parlarci ed è diventata un’amica della band.
Possiamo affermare che le nuove canzoni sono più guitar oriented?
Il primo album è stato una sorta di produzione in studio. Quando mi sono unita alla band l’ottanta per cento del materiale era già scritto. Col passare del tempo gli All For Metal sono passati dall’essere uno studio project di Antonio all’essere una band vera e propria. Siamo andati in tour con Lordi e ha significato molto per noi, soprattutto in ottica terzo album. Ci stiamo già lavorando e posso dirti che sarà ancora più vario con tanti contributi e idee.
Qual è la traccia che più vi rappresenta al momento?
Per me ‘Gods Of Metal’. Contiene tutto quello che riteniamo importante. Siamo stati tutti coinvolti nell’arrangiamento e suonarla dal vivo è incredibile. Mi fa sentire veramente parte di una band.
Ritieni che ‘Gods Of Metal (Year of the Dragon)’ possa raccogliere più consensi nel mercato europeo o statunitense?
É una bella domanda. Non saprei dirtelo al momento, ma la cosa che mi ha stupita è il numero pazzesco di interviste e commenti che stiamo ricevendo dall’Australia. Evidentemente abbiamo tanti fan da quelle parti.
(parole di Jasmin Pabst)