Come stai Tuomas?
Molto bene. É iniziata la promozione del disco e quindi sono parecchio impegnato, ma allo stesso tempo felice perché abbiamo tante interviste e tutti parlano bene delle nuove canzoni.
Come è nato il passaggio a Reigning Phoenix Music?
Una volta terminato il contratto con Napalm Records, ho vissuto qualche mese in attesa che arrivassero delle nuove proposte poi, assieme al nostro manager Maurizio Iacono di Hard Impact Music, ho deciso di prendere una direzione diversa. Niente da dire sul lavoro dell’etichetta precedente, ma ho percepito un senso di benessere e pace mentale nel cambiare e intraprendere quest’altra avventura.
Com’è stata la tua estate? Te lo chiedo perché registri dischi su dischi e faccio fatica a pensarti su una sdraio a prendere il sole, anche solo per una settimana.
Sono cresciuto nel ghiaccio e nella neve quindi sono abituato a temperature diverse. A parte questo, da un paio di anni non faccio più il giardiniere e quindi posso dedicarmi solamente alla musica. Questo ha reso la mia vita molto più tranquilla, posso provare anche sei-sette ore al giorno senza sentirne il peso e posso pianificare meglio tour e sessioni di registrazione.
Possiamo affermare che quello di ‘Draconian Darkness’ sia il materiale più live-oriented di tutta la carriera dei Wolfheart?
Hai sicuramente ragione, anche se la scaletta è decisamente varia. Non c’è un solo pezzo che rappresenti il sound dei Wolfheart al momento e l’album è costruito su idee molto differenti tra loro. Ci sono passaggi più rabbiosi ed aggressivi e altri nei quali l’atmosfera prende spazio. Il legame con ‘King Of The North’ è evidente, eppure in tanti mi stanno dicendo che si tratta di un ritorno alle origini. Preferisco parlare di quello che mi spinge a scrivere musica e, in tal senso, ‘Draconian Darkness’ nasce dal desiderio di approfondire tematiche e ambientazioni più oscure rispetto al passato.
In termini di songwriting cos’è cambiato?
Non è cambiato molto. Mi sono dedicato ad orchestrazioni più imperiose, con passaggi veloci e brutali ed altri orecchiabili. Siamo più lontani dal black metal rispetto a certe cose del passato. D’altra parte anche il black è un genere, pensa al successo che hanno riscosso i Behemoth, che non ha più dei canoni stilistici definiti. Il disco è stato registrato ai Deep Noise Studios e prodotto, mixato e masterizzato da Saku Moilanen. Con lui ho lavorato molto in fase di pre-produzione e, dopo aver completato gli arrangiamenti, ho seguito i suoi suggerimenti. Ciò mi ha permesso di dedicarmi maggiormente alla performance vocale.
Ci conosciamo dai tempi di MySpace e la scena musicale è cambiata parecchio da allora.
Ahahaha… sì decisamente. Erano bei tempi quelli, adesso i giovani non sanno nemmeno della sua esistenza.
Cosa puoi dirci di ‘Evenfall’ e ‘Death Leads The Way’?
La prima mi ha permesso di sperimentare qualcosa di nuovo, sia a livello vocale che per quanto concerne l’arrangiamento. Credo che l’ordine delle tracce sia molto importante e ‘Evenfall’ permette di tirare il fiato prima di una serie di sfuriate interessanti. ‘Death Leads The Way’, così come ‘Trail By Fire’, è invece un pezzo che vive di due anime, una più introspettiva e l’altra potente e cruda, che si addice bene alla dimensione live.
Quali sono i tuoi prossimi piani?
Sto finendo di organizzare le prossime date. Con i Before The Dawn potremmo già entrare in studio e registrare un nuovo album. È appena uscito l’EP ‘Archaic Flame’ e ‘Stormbringers’ è vecchio di un solo anno, ma abbiamo tante idee e energia. Per i Dawn Of The Solace ci sarà da aspettare di più.
Ci saranno anche delle collaborazioni dopo i tuoi featuring con Ignea e Hinayana?
Sì, magari ci sarà qualcosa ma non è ancora il momento di parlarne.
(parole di Tuomas Saukkonen)