-Core
Charlotte Wessels
Olanda
Pubblicato il 15/09/2024 da Lorenzo Becciani

Qual è la tua più grande ossessione?
Se penso alla musica, è sicuramente un’ossessione positiva. Sono grata di poter fare tutto questo.

É curioso perché essere un’artista è senza dubbio appagante, ma allo stesso tempo contempla anche tanti aspetti negativi come dover fare interviste, problemi con le etichette o con i management, alti e bassi del mercato, ecc..
Hai ragione, essere una musicista è una sfida continua ma posso considerarmi fortunata. Con Napalm Records ho un grande rapporto e del management si occuperà interamente mio marito.

Cosa intendevi migliorare dopo i due capitoli di ‘Tales From Six Feet Under’?
Non li ho mai considerati degli album nel vero senso della parola. Prima di tutto perché ho sempre lavorato un pezzo alla volta ed i primi sono nati quando ero ancora nei Delain. Quando ho iniziato quest’avventura doveva essere un progetto parallelo legato alla mia pagina Patreon. Dopo lo split con i Delain ho cercato di mettere insieme le canzoni che avevo scritto ma come sono nati i due lavori è stato piuttosto circostanziale. C’era un sacco di sperimentazione e realizzandoli ho imparato tante cose. Con ‘The Obsession’ sono tornata a pubblicare album nel modo più tradizionale con canzoni che si legano tra loro e una band alle spalle.

Possiamo affermare quindi che ‘The Obsession’ rappresenta Charlotte Wessels in versione solista al meglio? La sensazione è che con questo lavoro potresti diventare famosa anche al di fuori del circuito symphonic metal o del metal in generale. Semplicemente perché sei una cantante incredibile..
Ti ringrazio di cuore. É senza dubbio un passo in avanti per me. I due album precedenti erano nati dalle mie idee e una tastiera midi. Avevo curato direttamente il mixaggio mentre stavolta mi sono avvalsa di tanti musicisti di talento per realizzare il miglior lavoro possibile. É stato un modo di ripresentarmi al mondo. É comunque un album molto personale.

‘Chasing Sunsets’ è un’opener perfetta. Perché l’hai scelta come prima traccia? L’ordine di una scaletta è molto importante..
La traccia ha tante vibrazioni differenti. É heavy ma anche molto melodica, piena di contrasti. Ha il riff che arriva diritto in testa, un tema importante e il pre-chorus è potente almeno quanto il chorus. Quindi ho pensato che potesse offrire tanto in termini di prima impressione sull’album.

Le altre mie due canzoni preferite sono ‘The Exorcism’ e ‘Serpentine’. Puoi svelarci qualche dettaglio in più su queste due tracce?
‘The Exorcism’ è anche la mia traccia preferita. Per me è ancora difficile cantarla senza farmi trascinare dalle emozioni. ‘Serpentine’ ha rischiato di non finire nell’album. La trovavo un po’ diversa dal resto delle canzoni, ma poi ho deciso di includerla.

Forse perché è più legata al vecchio materiale?
Sì, forse. In ogni caso ho dovuto scegliere una traccia in più per l’edizione in vinile ed a quel punto ho pensato di includerla. Sono molto felice di averlo fatto.

Sai che nella recensione ho scritto che non avresti avuto bisogno dei due featuring. Spesso, o per meglio dire quasi sempre, le etichette li vogliono per promuovere meglio il disco ma il materiale è talmente buono che non avresti avuto bisogno di chiamare Simone Simons e Alissa White-Gluz, sebbene il loro contributo sia eccellente..
Lo prendo come un complimento. Credo in ogni caso che sia ‘Dopamine’ che ‘Ode To The West Wind’ si siano elevate grazie alle loro voci. É stato bello lavorare insieme e soprattutto trascorrere del tempo con loro. Con Simone è nato tutto molto tempo fa. Mi ha scritto dopo un’intervista e ci siamo viste parecchio. Abbiamo collaborato ad altri progetti e poi, quando ho caricato la prima versione di ‘Dopamine’ su Patreon, mi ha detto che le piaceva molto. Così ho pensato che se fosse finita sull’album sarebbe stato stupendo avere un duetto con lei. É un pezzo che significa molto per noi e che sottolinea il rapporto che abbiamo. Per quanto riguarda Alissa, la memoria va al 2013 quando abbiamo fatto il primo tour americano insieme. Siamo diventate amiche e da allora abbiamo collaborato cinque volte. Il pezzo si basa su un poema di Perc Shelley come altre cose che avevamo fatto in passato e così ho pensato che potesse rappresentare una continuazione. 

Parliamo adesso di ‘The Crying Room’. É un posto reale o si trova nella tua testa?
É un po’ tutte e due le cose. Può essere vista dal punto di vista metaforico ma ha anche attinenza con la realtà. Quando ho presentato i due capitoli di ‘Tales From Six Feet Under’ col primo show dopo tanto tempo ero maledettamente nervosa. Mi hanno chiesto se volessi una stanza tutta per me e, anche se non avevo realmente bisogno, ho pensato che avrei voluto una stanza dove andare.

Un’altra sorpresa per me è stata ‘Soft Revolution (2024)’. Ho amato il pezzo prim’ancora di vedere il video girato nello studio di Tim Tronckoe, ma adesso l'hai spinta su un livello ancora superiore. 
Tutte le volte che la suono dal vivo è magica. Volevo portare un po’ di quella magia nel disco. Non che la prima versione non mi piacesse ma era stata realizzata completamente con strumenti digitali. Ho pensato che sarebbe stato bello registrarla da capo e poi si è aggiunto anche Vikram Shankar dei Silent Skies con le sue orchestrazioni. Il solo di Timo è pazzesco.

Quali obiettivi ti eri posta in termini di produzione?
Ad essere sincera, sono stata ispirata solo dalla mia band. Il processo di songwriting era già stato molto diverso dal precedente e così ho cercato di dare al disco un suono potente e organico, con dinamiche simili a quelle delle performance live. Il momento più eccitante è stato quando abbiamo registrato le parti di batteria con tutta la band nella stessa stanza. Non mi era mai successo, neppure ai tempi dei Delain e devo dire che è stato davvero emozionante.

Tra poco sarai di nuovo in Italia..
Sì, suonerò a Milano a novembre e vi aspetto tutti!

Charlotte Wessels
From Olanda

Discography
Tales From Six Feet Under - 2021
Tales From Six Feet Under Vol. II - 2022
The Obsession - 2024