Qual è il tuo film preferito di Russ Meyer? Eccetto Mudhoney naturalmente..
Senza dubbio Beyond the Valley of the Dolls, che parla di una band di ragazze che cerca successo nella Los Angeles degli anni ‘60 imbattendosi in una serie di psicopatici. É divertente da morire e pieno di nudità, come del resto in tutte le pellicole di Russ Meyer.
Di recente ho visto un documentario su Seattle che sottolineava come fosse cambiata la città negli ultimi quindici anni. Cosa ne pensi?
Non solo è cambiata, ma è cambiata in maniera drammatica. Quarant’anni fa, quando ho cominciato a frequentare il centro e uscire la sera era tutto più pericoloso e selvaggio. Con il passare del tempo la città si è ripulita e la differenza maggiore l’hanno fatta il fallimento delle vecchie fabbriche e la nascita di nuovi imperi economici. Mio padre lavorava per Boeing e la periferia era piena di famiglie che lavoravano per l’azienda, che rappresentava la massima fonte di impiego. Negli anni ‘80 è arrivata Microsoft e ha cominciato a prendere sempre più spazio. Nei 90’s sono nate tante startup attorno al colosso informatico e molte di esse sono fallite quando nel 2003 c’è stata l’Hi-Tech Bubble. É rimasta Amazon, che adesso è una delle imprese più grandi al mondo ed è rimasta anche Starbucks, i cui uffici principali sono proprio nel centro della città. Questo ha attratto tanti tecnici in città e ciò ha reso gli appartamenti molto più cari. Se non avessi comprato la mia casa nel ‘93 con i soldi di ‘Piece Of Cake’ adesso non me la potrei permettere.
Com’è stato il feedback di ‘Plastic Eternity’? Siete rimasti soddisfatti?
Tutto ciò che è arrivato è positivo. Penso che sia un album fantastico.
Quali sono le differenze principali con i due lavori precedenti?
In termini di riff forse è più vicino a ‘Vanishing Point’ che a ‘Digital Garbage’. Lavoriamo comunque sempre allo stesso modo e le canzoni nascono in maniera naturale.
L’album è stato pubblicato l’anno scorso e ormai avete suonato le nuove canzoni parecchio dal vivo. Quali di esse sono migliorate in tour a tuo parere?
Direi ‘Flush The Fascists’, ‘Human Stock Capital’ e ‘Tom Herman’s Hermits’ su tutte.
Avete ancora lo stesso approccio underground di quando avete iniziato? Credete sempre nella cultura DIY?
È sempre stato così. Siamo una rock band underground e ne siamo orgogliosi. Avendo sempre avuto un’etichetta non possiamo considerarci totalmente DIY. Abbiamo delle persone che ci aiutano e supportano, ma l’attitudine è la medesima. Ho sessantadue anni quindi non ho pretese di fare una carriera di successo. Non mi interessa cambiare.
Alla fine siete stati fortunati perché avete avuto solo due etichette ovvero la Sub Pop e la Reprise..
Sì, molto fortunati. Ora le cose sono cambiate parecchio. Apri Youtube o qualche servizio streaming e puoi ascoltare un disco dall’inizio alla fine. È tutto molto noioso. All’epoca in cui abbiamo iniziato compravi un disco nei negozi anche solo perché ti attraeva la copertina o perché te ne avevano parlato bene gli amici. Poi tornavi a casa e lo ascoltavi per ore.
E l’aspetto più curioso è che adesso i dischi si trovano più facilmente che allora..
Eh sì, ricordo che negli anni ‘80 volevo a tutti i costi una copia di ‘Population II’ di Randy Holden. Lo trovai finalmente a Vienna nel nostro primo tour europeo.
Sei un collezionista?
No, non proprio. Steve lo è molto più di me e anche Dan compra tanti dischi. Anche lui non credo che li collezioni, ma semplicemente cerca qualcosa di valore e talvolta compra dischi che possiede già. Io ho qualche prima edizione interessante.
Qual è il vostro bestseller? ‘Piece Of Cake’?
Al momento dell’uscita, ‘Piece Of Cake’ è sicuramente il disco che ha venduto di più ma nel corso degli anni credo sia stato superato da ‘Supefuzz Bigmuff’.
E il disco che invece è stato sottostimato di più?
Non saprei, dovresti chiederlo ad altri giornalisti. Non mi curo di queste cose anche perché non potrei farci niente. Ogni nostro disco è stato messo a confronto con ‘Piece Of Cake’, che forse è il peggiore dal punto di vista della produzione. Da quel momento in poi abbiamo prestato molta più attenzione al processo, alla stesura dei brani ed alla registrazione.
Sei nostalgico di quel periodo, più o meno nella seconda metà degli anni ‘80, in cui tante hardcore-punk band iniziarono a sperimentare con altre sonorità?
Non sono affatto una persona nostalgica. Per me il periodo migliore della mia vita è quello che sto vivendo adesso. Non avrei mai potuto continuare a vivere come nel 1989 e non ci avrei comunque trovato nulla di interessante. Durante le interviste ci chiedono sempre del grunge perché da un preciso momento in poi hanno cominciato ad etichettarci così. Eppure se consideri le band principali del genere sono tutte diverse tra loro. I Pearl Jam non hanno mai avuto niente di sporco o grezzo nelle loro canzoni ed i Soundgarden non suonavano affatto come gli Alice In Chains o i Nirvana. Eravamo solamente delle band di Seattle che tenevano alti i volumi e seguivano la loro strada.
Il vostro segreto secondo me ha molto a che vedere con l’attitudine e col fatto che non avete mai smesso di produrre grandi canzoni e soprattutto album credibili.
Sì, è così che lavoriamo.
I vostri album più recenti sono piuttosto politici. Vista la situazione attuale del music business, ritieni ancora importante trasmettere certi messaggi?
Sicuramente ‘Digital Garbage’ è un album politico e in buona parte lo è anche ‘Plastic Eternity’. Alla fine siamo una band di vecchi musicisti e non sta a me dire ai ragazzi quello che è importante per loro. Il problema è che le persone pongono più attenzione allo sport che alla musica. Pensa a quante partite dei campionati di football, baseball o basket vengono trasmesse in televisione. Gli stessi team che giocano negli stessi stadi per tante sere di fila. Per una band sarebbe impensabile fare lo stesso.
Hai guardato il dibattito tra Trump e Harris? Ritieni quest’ultima un candidato valido per i democratici?
In questo momento farei un segno su qualunque pezzo di carta pur di non vedere di nuovo Trump! Tutto ciò che fa è dividere le persone e metterle le une contro le altre, aspettando che qualcuno cada. É successo negli anni ‘30 e potrebbe succedere di nuovo. Il copione è lo stesso ed il fatto che la gente possa cascarci ancora è scoraggiante. Credo che la Harris sia un ottimo candidato. Quando corse per la prima volta nelle primarie e non la fece avevo ascoltato molti dei suoi discorsi e da quel momento ha ricoperto tante cariche importanti, anche a livello esecutivo.
Qual è il tuo ricordo più bello dell’Italia?
Siamo venuti tante volte nel vostro paese e ci troviamo sempre bene. Non ci sono mai venuto in vacanza, ma mia moglie ne parla spesso. Il ricordo più bello è legato al vino che ci fece bere Andrea Sbaragli di Audioglobe una volta che ci fermammo per qualche giorno a Firenze.
(parole di Mark Arm)