Dove ti trovi adesso?
Sono a Göteborg, nel mio studio personale.
Anche gli altri membri sono di Göteborg?
No, sono tutti della costa orientale. La band è nata quando Erik Heikne dei Miss Behaviour mi ha contattato. Avevo appena terminato di registrare un album, ‘Fatal Encounter’ degli Air Raid, uscito lo scorso anno su High Roller, e ‘The Power Of The Nightstar’ dei Dragonland, in cui mi sono occupato delle backing vocals e di qualche coro, e mi ha fatto ascoltare delle canzoni che aveva in mente di pubblicare, ma che non si adattavano allo stile della sua band. Entrambi abbiamo le stesse idee e influenze in questo genere di musica e così abbiamo cominciato a lavorarci.
Come si sono aggiunti gli altri membri?
Sono tutti della zona di Erik. Johan è quello che ha avuto maggiore popolarità grazie agli Eclipse. Due anni fa il progetto ha cominciato a prendere forma e abbiamo lavorato intensamente ai pezzi, poi c’è stata una lunga pausa, dovuta soprattutto alla volontà di ripulire il materiale e mixarlo nel modo più opportuno, e finalmente adesso siamo riusciti a pubblicare l’album.
Sinceramente non sembra il debutto di una band, ma il secondo o terzo album. Sia il songwriting che la produzione denotano grande maturità.
Tutti noi abbiamo diversi dischi alle spalle e il fatto che le canzoni siano state parecchio ferme ha fatto sì che potessimo curare ogni dettaglio in maniera maniacale.
Il nome invece come lo avete scelto?
Lo abbiamo scelto perché suona molto americano.
Quindi vorresti dire che le vostre influenze sono soprattutto americane?
Sì, sicuramente. Band come Giant, Foreigner e Toto, ma anche i Def Leppard che sono inglesi ma hanno sempre avuto un sound molto americano e arena rock.
‘Slave To The Rhythm’ è il brano che più vi rappresenta?
Abbiamo pubblicato tre singoli quindi è difficile dirlo. ‘Looks Like Rain’ è forse più diretto, ma ‘Slave To The Rhythm’ contiene delle parti meno usuali per noi e probabilmente descrive meglio quello che è il nostro potenziale. All’inizio non doveva finire nell’album, ma Erik mi ha lasciato lavorare su certe tracce e quando l’ho ascoltata ho trovato che avesse qualcosa di speciale.
Per esempio il sax..
Sì certo. Il sax è uno strumento molto espressivo.
Chi lo ha suonato?
Jens Björk che suona con me anche negli Osokaru.
Com’è stato il processo?
Buona parte del processo lo abbiamo portato avanti in remoto. Un po’ per la distanza e un po’ perché quando abbiamo iniziato c’era ancora la pandemia. Verso la fine ci siamo incontrati in studio per rifinire gli ultimi dettagli ed è scattata subito la magia. Abbiamo cercato di accentuare le dinamiche ed è stato un processo lungo ma di grande soddisfazione.
É stato difficile scrivere i testi?
Per me è come risolvere un cruciverba. Cerco ci starmene lontano dai clichè e trasmettere un messaggio senza snaturare le armonie del pezzo. Ognuno può interpretarli come meglio crede.
Cosa dobbiamo attenderci dai Daytona dal vivo?
Siamo una band e ci vogliamo presentare come una band. Stiamo fissando le date per il prossimo anno e proveremo il più possibile per rendere lo show energico e catchy.
Non dimenticatevi l’Italia. Potreste venire con i Remedy…
Sono molto bravi. Sono in tour con gli Eclipse e sarebbe bello dividere il palco. In Svezia ci sono tante band interessanti, ma in ambito rock melodico è difficile trovarne di valide. Personalmente ho sempre adorato i Work Of Art, che nel 2012 aprirono per i Toto.
Io invece ho sempre amato gli Swedish Erotica.
Anche loro sono di Göteborg, ma si sono sciolti troppo presto. Di recente si sono riuniti per qualche show, ma non so che piani abbiano.
Pensi che certo hard rock possa tornare di moda nelle radio? Pensa al successo che ebbero gli Europe in tutto il mondo..
No, non credo. Penso che rimarrà sempre un genere underground. Ci sono band che cercano di esplorare nuovi territori ma io sono più tradizionale e non mi curo dell’industria mainstream.
Sei anche in altre band. Come cambia il tuo modo di cantare?
Non molto direi. Con gli Air Raid facciamo heavy metal mentre gli Osokaru sono più hard rock e glam, ma ho sempre il mio stile.
(parole di Fredrik Werner)