A fine ottobre uscirà ‘The Nothing That Is’, il vostro atteso nuovo lavoro. Cosa puoi dirci a riguardo?
Sono veramente felice di poterne parlare. Stiamo ricevendo una risposta incredibile, anche sorprendente per certi versi considerati i tempi. Sono però consapevole del rispetto che i nostri fan nutrono per il nostro lavoro.
Immagino che sia un po’ strano per te parlare di produzioni che ti riguardano considerato il quantitativo di dischi che produci ogni anno.
Per quanto possibile, cerco di non rimanere bloccato in studio. Mi piace parlare con le persone e mettermi alla prova in situazioni diverse. Di recente ho prodotto il nuovo disco dei Body Count e ho avuto l’occasione di collaborare con David Gilmour, che si è prestato per una cover di ‘Comfortably Numb’. Non era certo qualcosa che avrei previsto.
‘The Nothing That Is’ è il successore perfetto di ‘Oh What The Future Holds’ ed è davvero drammatico perché se l’album precedente lasciava intendere terribili presagi per il futuro, questo nuovo lavoro descrive l’abisso nel quale è sprofondata la società di oggi.
É così. Non siamo mai stati una band positiva e non credo ci sia niente di divertente guardando le notizie di questi mesi. Più o meno siamo rimasti legati ai concetti di sempre. I nostri fan cercano di liberare la loro frustrazione attraverso le nostre canzoni e quindi quando componiamo i testi cerchiamo di essere il più possibile aderenti alla realtà.
In tal senso possiamo affermare che ci sono delle similitudini con ‘The Great Collapse’? Oppure tracciare un bilancio dopo sette anni?
In questi anni sono cambiate un po’ di cose. Sembriamo in una gara sfrenata verso la distruzione e sinceramente non vedo una via di uscita. Ero solito essere fiducioso in passato ma non credo che i governi cambieranno direzione. I problemi collettivi sono ulteriormente peggiorati. Ci sono ancora guerre, anzi sono aumentate. La povertà è dilagante, ci sono senzatetto ovunque e l’immigrazione è un dramma internazionale. La copertina di Adam Burke descrive bene il senso di vuoto che percepiamo.
C’è una traccia in scaletta che a tuo parere rappresenta al meglio il sound dei Fit For An Autopsy nel 2024?
Non è facile rispondere a questa domanda, ma forse ‘Red Horizon’ perché copre un po’ tutto quello che è il nostro spettro di influenze.
Hai notato delle differenze nel processo?
É stato tutto abbastanza semplice. Sapevamo cosa volevamo ottenere e non abbiamo perso. In occasione dell’album precedente avevo scritto molto più materiale a causa della pandemia e del tempo a disposizione mentre stavolta ci siamo mossi rapidamente e la confidenza ha fatto il resto. Ormai da diversi anni non guardo più al passato neppure in fase di produzione o mixaggio. Mi faccio guidare dal progetto e non faccio paragoni. Siamo una band heavy metal e la gente ci vuole così. Non sentiamo il bisogno di procedere in altre direzioni e facciamo il massimo per rendere felici i nostri fan.
Dal punto di vista vocale siete cresciuti molto però. A cosa è dovuto secondo te?
Joe ha svolto un eccellente lavoro e anche le backing vocals di Pat Sheridan contribuiscono all’effetto che intendiamo creare. In certi casi le linee vocali nascono prima di tutto e ci scrivo attorno. Altre volte scrivo la sezione strumentale e poi Joe ci costruisce sopra voci e testi. Non abbiamo una formula predefinita.
Di cosa parlano ‘Hostage’ e ‘Red Horizon’?
‘Hostage’ è una sorta di “ponte” tra il disco precedente e ‘The Nothing That Is’. Dal punto di vista lirico parla di non essere in grado di sfuggire al passato così come dal futuro. É nata da un’idea che avevo già quando ho registrato ‘Oh What Future Holds’ e quindi la considero una connessione tra i due lavori. Eseguirla dal vivo è molto divertente. ‘Red Horizon’ è invece molto importante per me, contiene un paio di cambi di tempo che trovo elettrizzanti. É la classica canzone che ti si appiccica addosso ed è facile da digerire.
Sei da sempre parecchio dentro l’industria musicale. Cosa cambieresti?
Il problema è come vengono pagati gli artisti. Se ci fossero pagamenti più sostanziosi sia per quanto riguarda i servizi streaming sia per quanto concerne i concerti, i musicisti farebbero una vita diversa. É questo il motivo per cui tanti artisti si fermano on sbandano ed è un peccato perché tanto talento viene sprecato.
Qual è il formato migliore per ascoltare ‘The Nothing That Is’?
Per me il vinile. Ho ascoltato il master finale ed è davvero spettacolare.
(parole di Will Putney)